Squali

Quanto è veloce quel Mako

La popolazione di questa specie si sta assottigliando in tutti gli oceani: è allarme È un pesce agile e intelligente, un vero simbolo anche del nostro immaginario
Rapido, con grandi capacità di apprendimento, il Mako è minacciato anche dalla pesca. (Foto Shutterstock)
Claudio Di Manao
08.08.2019 18:53

Il ghepardo dei mari rischia di scomparire dagli oceani. Il Mako pinna corta è lo squalo più veloce del pianeta, ma la sua popolazione si sta assottigliando paurosamente. Lo denunciano il WWF e altri gruppi ambientalisti, quali Shark Advocates International e The Shark Trust, dopo un deludente incontro con l’ICCAT, Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico, avvenuta a novembre. Pur non essendo una specie target, le sue carni hanno un valore economico. Se catturato accidentalmente non viene rilasciato ma venduto. Gli stock di squalo Mako sono diminuiti dai livelli storici del 96% nel Mediterraneo, del 60% nell’Atlantico e del 69% nel Pacifico. L’allarme era già stato lanciato nel 2017. Allora, per scongiurarne un prevedibile crollo, gli studiosi avevano raccomandato una riduzione della pesca al Mako dalle 3.000 alle 1.000 tonnellate. Ma già da giugno del 2018, con catture per 1.500 tonnellate (+ 50% sulle previsioni annuali) era evidente che le misure adottate dall’ICCAT erano insufficienti. Questa specie oceanica è presente in tutto il mondo, ma non è soggetta alle quote di pesca internazionali.

Una creatura sorprendente

Il Mako a pinna corta è lo squalo più veloce del mondo, in grado di raggiungere velocità massime di 70 km/h. Nel suo nome scientifico le caratteristiche dell’efficienza idrodinamica: Isurus oxyrinchos sta a indicare naso appuntito e pinna speculare. La sua forma allungata lo rende facilmente associabile a un aereo o a una macchina sportiva. Parente stretto dello squalo bianco (entrambi appartengono alla famiglia dei Lamnidi) condivide con lui il segreto della velocità: una pinna caudale lunata simile a quella dei tonni. Può raggiungere i 4 metri di lunghezza e i 600 kg di peso. Il dorso e i fianchi sono del tipico colore blu metallizzato, il ventre invece è bianco. Ha pinne pettorali piccole, da cui il nome comune, per diminuire la resistenza in acqua. È uno dei pochi pesci a sangue caldo. Benché si nutra spesso di calamari, la sua accelerazione gli consente di catturare prede molto veloci, come tonni e pescispada. Il Mako è uno dei pochi squali in grado di saltare fuori dall’acqua compiendo balzi ben oltre la lunghezza del proprio corpo, fino a 9 metri d’altezza sulla superficie.

Fra tutti gli squali ha il cervello più grande rispetto alla massa corporea. Dai test effettuati risulta che i Mako sono squali dall’apprendimento veloce, in grado di determinare brevemente se i ricercatori costituiscono per loro una minaccia. A differenza del cugino squalo bianco, il Mako pinna corta quando caccia non fa affidamento sul rilevamento dei campi elettrici, ma si basa sull’olfatto, sull’udito e, soprattutto, sulla vista. Tra le varie specie di squalo è quella che sopporta peggio la cattività, rifiutando il cibo e lasciandosi morire in breve tempo se trasferito in vasca.

I suoi lunghi e imprevedibili spostamenti migratori ne fanno uno dei pesci più misteriosi degli oceani. Pico, un Mako pinna corta monitorato dai ricercatori del Centro Sportfish ha nuotato per oltre 8.000 km dal Golfo del Messico al nord dell’Atlantico, percorrendo fino a 300 km in 72 ore.

La IUCN, Unione internazionale per la conservazione della natura, lo ha collocato nella lista rossa, classificandolo come «vulnerabile». Il Mako pinna corta è preda ambita dai pescatori sportivi, ma il pericolo maggiore per la sua sopravvivenza viene dalle catture accessorie (o accidentali) nella pesca industriale. Lo stato dei Mako pinna corta è così grave che il Messico ha proposto d’aggiungerlo all’Allegato II della CITES, che prevede un sistema di permessi che ne limitano commercio ed esportazione. La CITES esaminerà la proposta nel maggio 2019.

La specie ha un suo peso non solo nella biodiversità negli oceani, ma anche nella cultura umana. Nel romanzo «Il vecchio e il mare», lo squalo che contende la cattura a Santiago, il pescatore, è uno squalo Mako. La sua dentatura è quella della famosa locandina de «Lo squalo» di Spielberg. La dentatura dello squalo bianco, protagonista del film, non era considerata abbastanza terrificante e fu sostituita con quella del parente Mako. È un Mako Fiocco, uno degli squali di «Alla ricerca di Nemo» della Disney.

Lo squalo Mako è dunque la quintessenza dello squalo: veloce, efficiente, e dall’aspetto minaccioso. Un vero simbolo anche per il nostro immaginario, che rischia di andare perduto. La dice lunga, su di lui, il suo nome comune. Mako in lingua polinesiana vuol dire, appunto, squalo.