Uccelli neri: non tutti sono corvi

La taccola, monogama e fedele, ama i merli dei castelli
Red. Online
01.12.2009 11:59

Diciamocelo. Ogni volta che vediamo un uccello nero lo chiamiamo corvo. Quelli più preparati, pur senza essere ornitologi, distinguono tra corvo, cornacchia e merlo, ma... più in là non si va. Eppure non tutti gli uccelli neri sono corvi! È il caso della taccola (nome scientifico: corvus monedula) che, in questo caso, non è una leguminosa, ma una stretta parente della cornacchia. È diffusa in tutta Europa. Da noi è un corvide piuttosto raro, ma a Bellinzona - che ha eletto a sua dimora - non è raro incontrarla. Qui, nella capitale, vivono alcune coppie e non è raro vederle e sentirle passando accanto alle mura dei Castelli.

La taccola si distingue dagli altri corvidi per la nuca grigia in leggero contrasto con la calotta nera, e per gli occhi bianco-azzurro (vd Gallery). Non evita la vicinanza dell'uomo, ma al contrario sfrutta le cavità e i sottotetti dei vecchi edifici per installarvi il nido (ecco perché la si incontra in vicinanza dei Castelli). È una specie molto più rara della cornacchia e figura nella Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione. Le cause principali della sua precarietà sono la carenza di siti idonei per la nidificazione (dovute in parte a ristrutturazioni sfavorevoli) e la competizione con il piccione domestico, nonché l'intensificazione dell'agricoltura e la conseguente diminuzione della disponibilità alimentare. La taccola si aggrega volentieri con la sua parente cornacchia al di fuori del periodo di nidificazione ed è possibile vederla sul Piano di Magadino insieme ad altre cornacchie.

Com'è possibile distinguerla? Il suo tipico richiamo schioccante è un biglietto da visita inconfondibile (vd link). Una particolarità prima di chiudere: la taccola forma coppie per tutta la vita e manifesta il proprio legame affettivo mettendosi a disposizione del proprio patner sia per la pulizia, sia per la condivisione del cibo.