Un «genio» con le ali: il pappagallo cinerino

Da sempre i pappagalli incantano e affascinano, soprattutto quelli che hanno la capacità di imitare i suoni e la voce dell’uomo. Se a queste caratteristiche aggiungiamo una grande intelligenza e la capacità di formulare frasi di senso compiuto, ecco che abbiamo il pappagallo cenerino (Psitaccus Erithacus), uno dei volatili più apprezzati come animale domestico.
Il pappagallo cenerino, originario dell’Africa, ha una struttura tozza. Rispetto alle numerose specie di pappagalli esistenti i suoi colori non sono vivaci e si limitano alle sfumature del grigio - da qui il nome cenerino - e del rosso per quanto riguarda la sola coda, caratteristica che crea un intrigante contrasto. La sua lunghezza si aggira intorno ai 34-37 centimetri per un peso di circa 400 grammi. È un animale estremamente longevo: infatti raggiunge in media i 50-60 anni d’età.
Con un piumaggio elegante, ma che possiamo definire «anonimo» se paragonato a molte altre specie, il cinerino si fa apprezzare soprattutto grazie alla sua eccezionale capacità di imitare i suoni e la voce umana. Questa caratteristica non si basa sulla semplice ripetizione «a pappagallo», ma su un’intelligenza fuori dal comune.
Se i pappagalli in generale sono uccelli molto intelligenti, il cenerino è probabilmente la specie che eccelle maggiormente per questa dote. È infatti in grado di associare alle parole che ripete il loro significato e sa esprimere intere frasi nel giusto contesto di una conversazione, se adeguatamente istruito. Questa sua capacità, paragonabile a quella di un bambino di quattro anni, è oggetto di numerosi studi.
Caratterialmente è docile e affettuoso. Ama molto la compagnia e per questo non è raccomandato per le persone che non sono molto presenti o i cui obblighi professionali impongono loro un ritmo variabile. C’è il rischio che il pappagallo cenerino consideri questo stile di vita una mancanza di stabilità, convinzione che può stressarlo e può far sviluppare problemi comportamentali, come lo strappamento delle penne (sindrome da autodeplumazione). In poche parole, questo uccello ha bisogno di condividere la vita e gli spazi con qualcuno. Proprio perché necessità di questa costante compagnia è il caso di pensare all’acquisto di due esemplari.
La sua dieta in natura è composta prevalentemente di semi e frutti, anche se non disdegna verdure in foglia e qualche insetto, specialmente durante il periodo della riproduzione. In cattività, una buona marca di mangime per pappagalli in semi oppure crocchette estruse costituisce un’adeguata dieta di base. Questa può essere integrata con della frutta fresca, oppure con alimenti complementari di ottima qualità sotto forma di pastoncino in polvere oppure granuli di frutta. Inoltre, occorre rifornirli di ramoscelli freschi di salice o di alberi da frutta, per consentire loro di farsi il becco.