Aspartame e cancro: cosa significa, davvero, la classificazione dell'OMS

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha deciso: l'aspartame è da ora classificato come prodotto «possibilmente cancerogeno per l'uomo». Questo dolcificante artificiale è comunemente usato nelle bevande «diet» al posto dello zucchero, ma è presente anche in migliaia di altri prodotti presenti sugli scaffali: dalle mentine al dentifricio. C'è, quindi, di cui preoccuparsi? Risposta breve: no.
Ma cerchiamo di capire, davvero, che cosa significa questa novità.
La classificazione IARC
L'annuncio si basa sul lavoro effettuato dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), braccio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa, appunto, dello studio dei meccanismi di carcinogenesi. Il gruppo di lavoro ha classificato l'aspartame come «possibilmente cancerogeno per l'uomo», inserendolo dunque nella categoria corrispondente, la 2B. Quella in cui sono contenuti, ad esempio, i sottaceti o l'acido caffeico (naturalmente presente nel caffè e in tanti altri vegetali).
La classificazione IARC è composta da quattro categorie in ordine di certezza. La prima raccoglie gli agenti cancerogeni per l'uomo, la seconda (2A) quelli probabilmente cancerogeni, la terza (2B) quelli possibilmente cancerogeni, la quarta (3) quelli non classificabili come cancerogeni.
La lista di agenti disponibile sul sito dell'OMS riguarda non solamente prodotti alimentari, ma anche attività professionali o fenomeni naturali. Per questo, al gruppo 1 (dove i meccanismi di carcinogenesi sono appurati) appartengono non solo alcol o insaccati, ma anche l'attività di imbianchino, il fumo di tabacco o l'esposizione alla luce solare. Alla categoria 2A, quella che raccoglie gli agenti «probabilmente cancerogeni per l'uomo» si trovano invece le bevande calde (sopra i 65°C), la carne rossa e il lavoro notturno.
Questione di quantità
La IARC ha inserito l'aspartame nella categoria 2B sulla base di test che riguardavano specificamente il carcinoma epatocellulare, un tipo di cancro al fegato. Ma ciò non significa che l'aspartame, se consumato nelle quantità tipiche della vita quotidiana, rappresenti un rischio serio. Lo ha sottolineato, del resto, lo stesso Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell'OMS. In conferenza stampa, Branca ha affermato: «Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli. Stiamo solo consigliando un po' di moderazione».
Si tratta, insomma, di quantità. E qui arrivano le buone notizie, per gli amanti delle bevande diet. Un secondo rapporto utilizzato dall'OMS, quello stilato dal Comitato di esperti congiunto FAO/OMS sugli additivi alimentari (JEFCA), chiarisce il rischio di insorgenza del cancro in base al consumo di aspartame. Il JEFCA non ha ritenuto necessario modificare la dose giornaliera massima, già stabilita nel 1981, di 40 milligrammi di aspartame per chilogrammo di peso corporeo. Ad esempio, ha spiegato l'OMS, con una lattina di bibita dietetica contenente 200 o 300 mg di aspartame, un adulto di 70 kg dovrebbe consumare più di 9-14 lattine da 33 cL (da 3 a quasi 5 litri) al giorno per superare questa raccomandazione, sempre supponendo che non vi siano altre assunzioni da altre fonti alimentari. Insomma, tranquilli: una lattina ogni tanto, come sottolineato da diversi esperti, non avrà incidenze sulla salute.