Avegno
La facile e breve passeggiata può iniziare dalla chiesa, in cui si trovano tracce della sua antichità (XIII secolo), come la pila dell’acquasanta, accanto a elementi contemporanei (affreschi e vetrate di fra Roberto). A due passi dalla chiesa, attira l’attenzione una casa dai curiosi affreschi naif rappresentanti un soldato, una tigre e un leone. Nelle vicinanze sorgono alcuni edifici pubblici che si affacciano sulla vecchia strada carrozzabile risalente all'Ottocento.
Seguendo i cartelli di colore marrone si lascia Gésgia, la frazione Chiesa detta anche «Terra di mezzo», per raggiungere Vinzott (Terra di fuori), nucleo rurale di case e stalle perlopiù ristrutturate.
Come in altri villaggi valmaggesi, ad Avegno si incontrano numerose cappelle abbellite da affreschi, opere di artisti locali e degne di attenzione. Si trovano lungo le «caraa», i passaggi delimitati da muretti che collegavano le frazioni, o all’inizio dei sentieri per i monti. Lungo il cammino il paesaggio è animato anche da castagni secolari e da enormi massi caduti dalla montagna, di cui uno trasformato in grotto.
Dopo aver attraversato un riale si percorre un tratto di «strada romana», una bella carraia demarcata da muretti a secco, per giungere a Lüdint (Terra di dentro), nucleo che ha mantenuto antiche case con il tetto in piode. Ci sono anche alcuni grotti in cui si conservava il vino: costruzioni un tempo essenziali alla vita quotidiana, oggi quasi tutte abbandonate.
Molto interessante la tinaia: vi si può ammirare, a pianterreno, il vecchio tino, composto da lastroni di sasso, della capacità di circa 1000 litri, e un torchio a vite. Al primo piano si trova invece una piccola esposizione che illustra la viticoltura nella Bassa Vallemaggia.