Il naso che cola è un processo naturale
L’inverno, al di là della COVID-19, è la stagione in cui è più frequente dover fare i conti con le malattie respiratorie. Anche se non si è influenzati o raffreddati, però, può capitare di incorrere nella cosiddetta «rinite indotta dal freddo», una particolare condizione conosciuta anche come «naso dello sciatore». In parole povere, quando ci si trova all’aperto il naso «cola» a causa delle basse temperature.
Si tratta di una situazione spiacevole, ma che non deve allarmare, in quanto è perfettamente normale. Tutto ciò avviene, come detto, per colpa del freddo o, più precisamente, in virtù della differenza di temperatura tra l’aria esterna e la cavità interna del naso, più umida e calda. Il compito delle narici, in questa fase, è proprio quello di evitare che l’aria stessa arrivi ai nostri polmoni troppo fredda e secca, con conseguenze spiacevoli.
Entrando più nel dettaglio, va sottolineato come l’interno del naso abbia una temperatura di circa 26 gradi, con un’umidità intorno al 100%. Quando si inspira, l’aria ghiacciata penetra e stimola una reazione da parte dei nervi nasali, che inviano una sorta di segnale al nostro cervello il quale, per agevolare il riscaldamento di quest’area del corpo, fa affluire più sangue. A questo punto intervengono le ghiandole del muco, con l’obiettivo di far crescere il grado di umidità dell’aria inspirata. Questa situazione fa quindi colare il naso, almeno fino a quando l’equilibrio non è diventato perfetto per il nostro organismo.
Accanto a questa causa ce n’è una ulteriore. Si tratta della reazione, del tutto naturale, al passaggio dell’area fredda esterna nelle narici. Qui si attiva infatti un processo di condensa: l’aria inspirata, che ha una temperatura ridotta, si riscalda e, allo stesso tempo, le mucose nasali si raffreddano. A questo punto si forma in modo spontaneo del vapore, il quale si unisce al muco. L’uscita avviene poi attraverso le narici.
Si tratta quindi di una condizione del tutto naturale, messa in atto dall’organismo per proteggerci e per far sì che ai polmoni arrivi solamente aria «buona». Anche in questo caso, dunque, il corpo umano si conferma essere una macchina perfetta, che ci permette di vivere e di compiere senza alcun problema le normali attività quotidiane anche quando le temperature esterne sono più rigide.