In Svizzera il primo centro d'eccellenza medica europeo
Un video proiettato sullo spettacolare schermo immersivo a 270 gradi, una delle chicche dell’auditorium da 300 posti. Schermo che, al termine della proiezione, si apre in due per mostrare da una finestra grande come tutta la parete la vista mozzafiato sul lago Lemano e sulle Alpi circostanti, con le prime foglie autunnali che, sospinte dal vento, sembrano essere inconsapevolmente parte della coreografia della cerimonia d’apertura. È decisamente riuscito l’effetto «wow» all’inaugurazione del Genolier Innovation Hub, avvenuta lo scorso 27 settembre. Un evento epocale per l’innovazione medica svizzera ed europea, alla quale hanno presenziato il Consigliere federale Guy Parmelin, autorità nazionali, cantonali e municipali, e numerosi ospiti di rilievo provenienti dalla Svizzera e dall'estero.
Con un investimento totale da 100 milioni di franchi per 3 anni di lavori, questo centro d’eccellenza medica è il primo in Europa, e uno dei quattro al mondo, nel quale medici, operatori sanitari, ricercatori, start-up in fase di maturità, aziende, industrie specializzate, ospedali, cliniche e istituzioni accademiche potranno incontrarsi e collaborare per accelerare il progresso e l'innovazione nella cura della salute.
«Il Genolier Innovation Hub va ben oltre il concetto tradizionale di centro di ricerca – spiega la direttrice generale Anna Gräbner -. È un ambiente in cui le idee prendono vita e vengono abbattute le barriere tra ricerca, industria e pratica clinica. Puntiamo a creare un ecosistema in cui l'innovazione prospera in modo fluido e interdisciplinare, con un'attenzione particolare all'applicazione clinica concreta».
Gli oltre 25mila metri quadrati della struttura ospitano infatti spazi adibiti a laboratori nei quali le aziende sviluppano macchinari di ultimissima generazione, alcuni dei quali messi già a disposizione dei pazienti. Come, ad esempio Radixact, un sistema di radioterapia a fascio esterno altamente precisa la cui dose di radiazioni erogata è modulata tridimensionalmente per erogare una dose più elevata e mirata al tumore. L'irradiazione del tessuto sano circostante viene così ridotta al minimo, diminuendo drasticamente la tossicità del trattamento e degli effetti avversi. O Cyberknife, il cui braccio robotico permette di dirigere una dose elevata di radiazioni con estrema precisione sul tumore. Questa precisione risparmia il tessuto sano circostante e il trattamento richiede solo poche sedute.
«I pazienti possono beneficiare direttamente dell’interazione senza precedenti tra ricercatori e clinici, con l’adozione rapida di nuove tecnologie mediche personalizzate», commenta Oscar Matzinger, direttore medico della Radio-Oncologia presso Swiss Medical Network e uno dei partner dell’Hub.
L’obiettivo dichiarato è infatti quello di facilitare la transizione «dalla ricerca di base alla pratica medica», promuovendo la ricerca traslazionale, lo sviluppo di nuove soluzioni e opportunità educative, con un focus nei settori della medtech, della farmacologia, delle tecnologie digitali e delle bioscienze, aspirando a diventare un leader mondiale nello sviluppo di soluzioni innovative per le sfide sanitarie attuali e future. Un’efficienza che, si auspica, dovrebbe avere un impatto positivo anche sul sempre crescente problema del costo della salute. «Questo centro porta la ricerca medica in un’altra dimensione – spiega Jacques Bernier, presidente di Genolier Innovation Hub, Direttore scientifico di Swiss Medical Network e conosciuto in Ticino per essere stato primario di oncologia all’ospedale cantonale nonché presidente della Lega cancro Ticino – Una ricerca non fine a sé stessa ma che a Genolier potrà essere applicata direttamente alle persone che ne avranno bisogno, velocizzando quel processo che porta dal laboratorio al letto del paziente, migliorando sensibilmente la qualità delle cure e, di conseguenza, ottimizzandone ogni aspetto collaterale, anche quello dei costi della degenza«.
«Aumentando l'efficienza delle cure diminuiranno i costi della salute»
Antoine Hubert, amministratore delegato di AEVIS VICTORIA, società holding che ha investito in questo progetto, che sensazioni ha provato quando, dopo 4 anni, ha visto finalmente completato il Genolier Innovation Hub?
Generalmente quando terminavo dei progetti vedevo sempre i risultati un po’ al di sotto delle aspettative. Ma devo ammettere che in questo caso sono rimasto sorpreso in positivo: è molto più bello e funzionale di quanto avessi potuto immaginare, sono davvero entusiasta.
Anche adesso serve tuttavia un po’ di immaginazione: importanti aziende si sono già insediate, ma ci sono ancora tanti spazi vuoti da affittare. Come vede l’evoluzione del progetto?
L’idea è quella di essere a pieno regime entro il 2027. Ma in questi anni, oltre alla selezione dei migliori progetti da ospitare nella struttura, vogliamo mantenere comunque una certa flessibilità per permettere la massima efficienza nel settore dell’eventistica. La realizzazione della futuristica sala auditorium si inserisce in una visione nella quale Genolier Innovation Hub diventi un importante polo congressuale, con eventi nei quali riuscire ad avere immediatamente a disposizione sale da 300 o 500 metri quadrati potrebbe fare la differenza. Ed è proprio il motivo per cui abbiamo preferito aspettare prima di inserire in alcuni nostri spazi tante multinazionali che già ci hanno contattato per affittarli.
Al di là della percentuale di superfici occupate e degli eventi, l’obiettivo finale è però l’innovazione medica e il benessere dei pazienti.
Visto il persistere di alcuni problemi, abbiamo voluto affrontare le sfide attuali della sanità cercando di guardare fuori dagli schemi. Per ripensare veramente l'approccio medico, sono però necessari investimenti significativi e una stretta collaborazione tra tutti gli attori del settore sanitario. Il nostro Hub incarna questa visione condivisa, dove la tecnologia e la pratica clinica convergono per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Abbiamo fatto una struttura che risponde al desiderio della popolazione: il marketing non è fare qualcosa, seppur bellissimo, e poi cercare di venderlo: ma capire il mercato e soddisfarne il bisogno.
Appunto, marketing: ma con il vostro Hub si tratta di pazienti. Come si conciliano le regole del mercato alle difficoltà delle persone ad affrontare i costi crescenti della sanità?
Il problema dell’aumento dei costi è proprio nella mancanza di mercato e di concorrenza. Non è un caso che in settori come la chirurgia estetica o quella per la correzione della vista, dove non ci sono particolari imposizioni o tariffazioni, i prezzi sono drasticamente calati in vent’anni. Mentre nel pubblico c’è un surplus di strutture e ospedalizzazioni, con degenze spesso ingiustificate e molto più costose degli stessi trattamenti che si potrebbero fare a casa propria, per le quali non si interviene e che fanno aumentare vertiginosamente i premi di cassa malati.
Questo è il principio di VIVA, l’organizzazione di cure integrate che, come anticipato dal CdT del 28 settembre, porterete con Visana in Ticino da gennaio 2025.
Siamo convinti che, adeguatamente accompagnati da «gestori della sanità», si possono ridurre i costi inutili mantenendo alta la qualità. Anzi, aumentandola grazie a una maggiore personalizzazione e rimanendo più vicino ai pazienti. Un progetto frutto di un attento studio sull’evoluzione della sanità in Svizzera e nel mondo: non è un caso che i nostri premi il prossimo anno saranno gli unici a non aumentare di un franco.