La fame nervosa non è solo stress

Lavoro stressante, periodo difficile, ristrettezze economiche, ma anche mancanza di autostima e tristezza. Tutte queste possono essere causa della cosiddetta fame nervosa, o consolatoria. Eh sì, perché una condizione mentale non ottimale può portare a un’irrefrenabile voglia di mangiare, per lo più cibi ipercalorici, quelli che classicamente possiamo definire «comfort food». Si tratta di uno stato che proprio non sappiamo controllare e che ci porta, quasi senza accorgercene, a finire il barattolo della crema alla nocciola, con buona pace del girovita e dei buoni propositi.
È bene sapere che nei momenti di frustrazione è facile rifugiarsi nel cibo dolce. In particolare il cioccolato è tra gli alimenti preferiti in queste situazioni, perché contiene feniletilamina. Un aminoacido prodotto anche dal nostro corpo proprio quando siamo innamorati o ci sentiamo gratificati. Quindi qualche fetta di pane al cioccolato o qualche cucchiaiata di gelato risollevano l’umore dopo una giornata grigia. Cerchiamo questo tipo di alimenti perché riescono a soddisfare un impellente bisogno emotivo. Tristezza e malinconia aumentano il desiderio di zuccheri e derivati, mentre tensione, ansia e stress portano a consumare cibi molto salati e ricchi di grassi. Ma come arginare questa fame così particolare? La parola d’ordine è: consapevolezza.
Per prima cosa bisogna rendersi conto che nella fame nervosa il cibo non è il problema. La chiave di volta è nel nostro stato mentale e nelle cause che hanno portato nervosismo e stress. Il primo passo è quindi quello di identificare i fattori scatenanti. Noia, carico di lavoro eccessivo, solitudine? Prendere nota dei momenti nei quali cresce la voglia di mangiare senza controllo aiuta ad accettare il problema e a cominciare a conoscerlo più da vicino.
Il passo successivo è quello di separare l’azione dalle situazioni. Una volta individuato che cosa crea la connessione tra emozione specifica (ad esempio noia) e l’atto di mangiare, è necessario spezzarla. È evidente che questo legame ha cominciato a crearsi in un momento ben preciso, nel passato, che però non ha nulla a che fare con il presente e i problemi che si stanno affrontando ora.
Chiarito questo, si può agire a partire dall’alimentazione. Quando la fame nervosa inizia a farsi sentire e non si riesce proprio a dire di no, si può anche assecondare l’impulso, ma mangiando qualcosa di sano. Quindi assolutamente sì a frutta secca, semi di girasole, semi di zucca, kiwi, arance, papaia, mandarini, carote, zenzero e yogurt, che contengono poche calorie e hanno un elevato potere saziante. Un trucchetto considerato «ovvio», ma messo poco in pratica.