Sviluppo

Senso di responsabilitàtutto parte dal cervello

Lo studio dei ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università italiana di Milano-Bicocca ha esplorato i meccanismi neuronali che stimolano il «dovere».
Lo studio dei ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università italiana di Milano-Bicocca ha esplorato i meccanismi neuronali che stimolano il «dovere».
Red. Online
19.02.2021 12:30

Che cos’è la responsabilità? La giornalista Oriana Fallaci direbbe che «non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie... lo si fa per se stessi, per la propria dignità». Lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij ha addirittura affermato: «Io mi sento responsabile appena un uomo posa il suo sguardo su di me». Ebbene, il senso del dovere, che spesso trova spazio nelle discussioni di etica e di filosofia, oggi ha anche una spiegazione del tutto scientifica.

Il contributo che aiuta a capire i meccanismi neurali del fenomeno arriva da uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori coordinato dal professor Eraldo Paulesu e condotto da Laura Zapparoli e Silvia Seghezzi (rispettivamente assegnista e dottoranda di ricerca del Dipartimento di Psicologia dell’Università italiana di Milano-Bicocca), in collaborazione con l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi. L’indagine è stata pubblicata sulla rivista Science Advances.

In linea generale, sebbene gran parte del funzionamento del nostro sistema motorio avvenga in automatico, noi siamo consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni: è il cosiddetto «senso di agentività», una componente cruciale della consapevolezza di sé. Per condurre lo studio i ricercatori hanno coinvolto 65 partecipanti ai quali è stato chiesto di accendere una lampadina sullo schermo di un computer schiacciando un pulsante, oppure di lasciare che fosse uno sperimentatore a premerlo al posto loro.

Combinando la tecnica della risonanza magnetica funzionale (FMRI) con quella della stimolazione magnetica transcranica (TMS), gli scienziati hanno descritto i meccanismi neurali alla base di questo stato mentale. Sono state identificate delle regioni del cervello la cui attivazione varia in modo proporzionale al senso di agentività percepito: più i soggetti si sentono «responsabili» della conseguenza prodotta dalla loro azione, maggiore è il livello di attivazione di tali aree (parte del lobo frontale e parietale).

Il gruppo di ricercatori, con la collaborazione di Nadia Bolognini (docente di psicobiologia e psicologia fisiologica di Milano-Bicocca), ha svelato che interferire nel funzionamento delle regioni frontali con la TMS può modificare l’esperienza di agentività, portandoci a sentirci responsabili anche di conseguenze non attribuibili alle nostre azioni. Questi risultati sono un importante passo avanti per la comprensione dei meccanismi di base con cui il nostro cervello ci consente non solo di agire sul mondo esterno, ma anche di sentirci responsabili di quello che facciamo.