L’iniziativa

Bonus bebé in Ticino le regole per ottenerlo

Ecco chi può godere del finanziamento cantonale per favorire nuove nascite e sollecitare un aumento delle adozioni
Da inizio 2019 il governo ticinese ha deciso di rilasciare un assegno dal valore di 3.000 franchi per ogni neonato
Red. Online
24.10.2019 13:17

Favorire le nuove nascite e, al contempo, sollecitare un incremento nel numero delle adozioni. È questo l’obiettivo di quella che, per molti versi, rappresenta una vera e propria rivoluzione adottata proprio nel 2019: il bonus bebè in Canton Ticino. Si tratta di un provvedimento che si è reso necessario dopo il forte calo nelle nascite registrato negli ultimi anni: basti pensare che, nel 2018, nel territorio sono nati solo circa 2.600 bambini, a fronte dei 3.000 di un decennio fa. Al fine di porre un freno a questa diminuzione, quindi, dall’inizio di quest’anno il governo ticinese ha deciso di rilasciare un assegno dal valore di 3.000 franchi per ogni bambino venuto al mondo. Il provvedimento, però, pone particolare attenzione anche al tema delle adozioni: questa cifra, infatti, può essere richiesta anche dai nuclei familiari che adottano un bambino o un ragazzo minorenne.

È importante ricordare, innanzitutto, come il bonus bebè riservato ai cittadini del Canton Ticino non possa essere richiesto da tutti: il provvedimento, infatti, stabilisce che per poter usufruire di questo incentivo il nucleo familiare non debba contare su un guadagno annuo superiore ai 110.000 mila franchi. Ciò, dunque, fa sì che solamente le famiglie meno abbienti possano avere accesso a questo benefit, che in molti casi si rivela fondamentale. Ci sono, inoltre, altre condizioni da rispettare, tra cui il possesso del domicilio (o della residenza) dei genitori in Canton Ticino dal momento della nascita – o dell’adozione – dal bambino fino a sei mesi dopo di questa, oltre che nei tre o nei cinque anni precedenti. È necessario, poi, possedere, a sei mesi di distanza dall’accoglimento del bimbo in famiglia, una sostanza netta inferiore a 400.000 franchi (sempre considerando l’intero nucleo familiare).

La richiesta può essere effettuata, entro un anno dalla nascita (o dell’adozione), rivolgendosi all’Istituto delle assicurazioni sociali ticinese.

La differenza di età ideale tra «primo» e «secondo» e ciò di cui tenere conto

Molti genitori, emozionati dalla nascita del primo figlio, spesso sono spinti dall’entusiasmo e decidono di «metterne in cantiere» quasi immediatamente un secondo. Prima di effettuare una scelta così importante, però, è opportuno prendere in considerazione una serie di fattori, valutati i quali è possibile optare per la soluzione più opportuna.

Nel caso in cui si scelga di far trascorrere poco tempo tra la venuta al mondo del primo figlio e quella del secondo (ad esempio uno o due anni) si possono sfruttare alcuni vantaggi interessanti, soprattutto di carattere pratico. Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di utilizzare due volte alcuni accessori – purché questi siano in perfette condizioni – come la culla o il lettino. La vicinanza di età tra i due bimbi, poi, agevolerà il rafforzamento del loro legame: essendo praticamente coetanei, infatti, il più grande non si dimostrerà eccessivamente geloso delle attenzioni riservate dai genitori al fratello minore. Allo stesso tempo, però, questa scelta comporta anche alcune problematiche: la gestione di due bimbi molto piccoli, soprattutto se questi hanno difficoltà nel dormire o nel mangiare, può infatti rivelarsi particolarmente impegnativa.

Completamente diversa è la scelta di chi decide di lasciar passare qualche anno (a volte anche più di 10) tra le nascite dei figli. Tra i benefici connessi a questa soluzione ci sono la possibilità che il più grande dia una mano ai genitori nell’accudire il fratellino (o la sorellina), creando con questo un legame speciale. Va poi considerato che, molto spesso, questa opzione aiuta anche la mamma e il papà a «ringiovanire» letteralmente, provando nuovamente emozioni indimenticabili in grado di lasciare il segno. In questi casi, però, può accadere che il figlio maggiore provi gelosia nel confronto del nuovo arrivato: è essenziale, per evitare ciò, riservare attenzioni anche al più grande, coinvolgendolo in tutto e per tutto e responsabilizzandolo al meglio.

La testimonianza

«Questa è la cosapiù naturale al mondo»

«È la cosa più naturale del mondo, viviamo per amare e per essere amati». Al di là delle convinzioni personali, Giuseppe Termine, educatore sociale 62enne e padre di quattro figli, sottolinea l’importanza della famiglia come base per tutta la società.

Qual è stata la sua esperienza?

«La nascita di un figlio cambia la vita, anche dal punto di vista pratico. Il centro dei propri interessi si sposta verso la nuova vita, che richiede molto impegno».

Ci sono anche dei costi...

«Sì, ma non solo. Occorre anche avere una certa complicità con il proprio partner. Ci deve essere un progetto comune. Questo è importantissimo. Sono anche fortunato, perché la scelta di mia moglie è stata quella di aver lasciato il lavoro per fare la mamma a tempo pieno. Mi rendo conto che non tutti possono permettersi di percorrere questa strada».

Un po’ di incoraggiamento?

«La famiglia è la cosa più naturale del mondo e invito tutti a sperimentare questo percorso e a ‘mettere su famiglia’. Con il tempo si conoscono varie sfumature dell’amore. Quello tra figli e genitori, tra fratelli o sorelle... Per esempio, io sono diventato nonno da poco: è una responsabilità educativa molto diversa».

Come ha fatto con quattro figli?

«Non esiste una formula magica, sono tutti diversi, per fortuna. Come genitore sei confrontato nella ricerca di soluzioni, anche a problemi piccoli e banali, ma che che non sono mai perfette. Ognuno ha un carattere diverso e l’importante è essere d’accordo, soprattutto con il partner, sul percorso da seguire».

Qual è la cosa più importante?

«Direi di puntare sulla qualità della relazione che si costruisce con il proprio figlio e con la famiglia. Più che sulla quantità, o sui valori materiali, sugli oggetti».