Bugs Bunny, gli 80 anni di un idolo

Scommettiamo che davanti alla sorpresa di trovare una torta di carote sulla soglia della sua tana la prima cosa che dirà sarà «Che succede amico?». La stessa espressione che il 27 luglio del 1940 lo ha visto debuttare con successo in Caccia al coniglio, il corto d’animazione diretto da Tex Avery in cui con furbizia riesce a ingannare il cacciatore Taddeo, che diventerà poi storico antagonista insieme a Duffy Duck e a Willy il Coyote. Una strategia la sua che nel tempo lo ha salvaguardato da qualsivoglia trappola e lo ha portato a tagliare quest’anno l’importante traguardo degli 80 anni, con lo stesso spirito beffardo e canzonatorio che da sempre lo contraddistingue. Stiamo parlando, lo avrete capito, di Bugs Bunny, l’astuta e simpatica lepre grigia e bianca della serie di cartoni animati Looney Tunes nata da un’idea avuta nel 1938 da un team di disegnatori, a cui Ben Hardaway diede nel 1940 l’identità oggi mondialmente conosciuta.
Gli inizi
Prima di essere ufficialmente battezzato come Bugs Bunny, la simpatica lepre dentona e amante delle carote era stata chiamata Happy Rabbit (letteralmente Coniglio Felice). Un nome quasi immediatamente sostituito con il nomignolo di Hardaway, detto «Bugs». Nello studio di animazione di Warner Bros., infatti, il nuovo personaggio venne da subito riconosciuto da tutti come «Bugs’s bunny», ovvero «il coniglio di Bugs». Un nome che, ricordiamo, nella versione italiana era stato inizialmente sostituito con Bubi Balzello, Lollo Rompicollo e Rosicchio. A questo proposito, sembrerebbe che l’idea di far mangiare una carota a Bugs Bunny mentre dice la sua frase tormentone sia stata ispirata da una scena del film Accadde una notte di Frank Capra del 1934, in cui il protagonista Pietro Warne, interpretato da Clark Gable, parla esattamente in questo modo. Altra curiosità: per rendere più credibile il personaggio il suo primo doppiatore, Mel Blanc, masticava davvero delle carote mentre registrava la sua voce.

La fama
Un anno dopo il debutto sullo schermo che gli valse una candidatura agli Oscar, Bugs Bunny è approdato sulla carta nella serie di fumetti Looney Tunes and Merrie Melodies Comics, diventando così il leader dei Looney Tunes, nonché la mascotte di Warner Bros. e idolo nazionale statunitense, simbolo di resistenza durante la seconda guerra mondiale. Viene infatti «arruolato» e dal 1943 con il cartoon Super Rabbit fino a fine conflitto appare con la divisa dei Marine, arrivando al grado di sergente. Un impegno per cui viene nominato membro onorario dall’US Marine Corps. Nel 1959 vince anche un Oscar, con il corto Il cavaliere Bugs (titolo originale: Knighty Knight Bugs). Il 10 dicembre del 1985 gli è stata poi dedicata una stella sulla Hollywood Wall of fame. Bugs Bunny è diventato così il secondo personaggio di finzione, dopo Topolino, a ricevere tale riconoscimento. È invece stata la prima personalità dei cartoni animati a comparire su un francobollo nel 1997 da 32 centesimi, che oggi risulta essere al settimo posto nella lista dei dieci francobolli da collezione più ambiti. E per il suo 80. compleanno, oltre agli omaggi televisivi, è in arrivo un’altra esclusiva serie di bolli postali.

Il record e i progetti futuri
A proposito di primati, Bugs Bunny detiene tra i cartoni animati il record di maggior numero di apparizioni: tra corti, lungometraggi, serie, speciali in tv e comparse in altre pellicole in qualità di ospite, ha all’attivo più di 175 film. Il suo ritorno sul grande schermo è previsto nell’estate del 2021 in Space Jam - A new legacy di Malcolm D. Lee, nuovo capitolo mix di animazione e live action, che unisce le star dei Looney Tunes ai divi dell’Nba (e non solo). Dopo Michael Jordan in Space Jam (1996), che ha incassato al botteghino oltre 230 milioni di dollari, il roditore avrà stavolta come principale compagno d’avventura Lebron James.