Buzz Aldrin "torna" sulla Luna con l'Omega Speedmaster

In occasione dell’anniversario del primo allunaggio, Buzz Aldrin ha trascorso del tempo con Omega, riflettendo su quelle ore e sull’orologio che il 21 luglio 1969 scrisse una pagina di storia. L’astronauta pilotava il modulo lunare Apollo 11 quando questo atterrò sul Mare della Tranquillità esattamente 53 anni fa. Quei primi passi rappresentano un considerevole traguardo per l’umanità e anche per l’Omega Speedmaster Professional al suo polso, che divenne in quel momento il primo orologio indossato sulla Luna. Rievocando le immagini di quel famoso giorno, Omega ha anche scattato un nuovo ritratto di Buzz Aldrin con al polso lo Speedmaster 321 (ref. 311.30.40.30.01.001), animato dal leggendario calibro che ha alimentato tutti gli Speedmaster indossati sulla Luna. Dall’Apollo 11 direttamente all’Apollo 17, gli astronauti si affidarono al Calibro 321 per la sua precisione e affidabilità. La missione Apollo 11 resta il momento culminante nella lunga eredità spaziale di OMEGA. È un onore poter commemorare oggi quella storia e celebrare i brillanti traguardi di Buzz Aldrin.

Anche il Corriere del Ticino ha voluto raccontare il contributo dell'orologio svizzero nell'epica spedizione del 1969, andando a visitare la maison di Omega e parlando con il Ceo Reynald Aeschlimann, in un articolo apparso sul nostro magazine Hub e che vi proponiamo di seguito.
Ci sono momenti della Storia che diventano iconici. Per farlo spesso devono passare da percorsi inaspettati o unici nel loro genere. Come quello che nel 1969 portò per la prima volta l’uomo sulla Luna. Il “grande passo per l’umanità” che rese leggendaria non solo la missione dell’Apollo 11, ma anche molti degli oggetti portati in quel viaggio di 384,4 mila km. Tra questi, il più conosciuto è senza dubbio l’Omega Speedmaster Professional. Il “Moonwatch”, mai soprannome fu più azzeccato, è stato l’orologio scelto dalla Nasa, dopo una rigorosa selezione, per darlo in dotazione ai suoi astronauti.

Essere il primo orologio ad essere sbarcato sulla Luna ha reso lo Speedmaster il cronografo più iconico della storia, un oggetto di culto rimasto pressoché immutato nel tempo. Almeno fino ad oggi.
La casa orologiera di Bienne ha infatti lanciato la nuova generazione di Omega Speedmaster. Poche altre volte si è assistito a un vero e proprio fenomeno di costume come in questo caso, tra l’attesa spasmodica e la corsa ad essere i primi a possedere i nuovi Moonwatch. A suo modo anche questo un viaggio, che Hub ha voluto seguire da vicino visitando l’innovativa sede di Omega, frutto del genio dell’archistar giapponese Shigeru Ban.
“Per noi era il momento giusto per fare questo passo – racconta entusiasta a Hub il CEO di Omega Raynald Aeschlimann - Sono stati mesi difficili ma il mondo non si è mai fermato. Con le persone che, anzi, avevano più tempo per informarsi su quanto stava succedendo. Abbiamo così voluto regalare loro un’emozione positiva con il lancio del nuovo Speedmaster. Mantenendo sia lo spirito che il design, abbiamo voluto proporre un orologio che si avvale della migliore tecnologia per celebrare un glorioso passato. Un mix che ha creato una magia di cui siamo molto fieri”.

Come spiega Aeschlimann, se a colpo d’occhio l’estetica differisce solo in alcuni dettagli, seppur molto rilevanti per i veri appassionati, è dentro, nel “cuore” del segnatempo, che Omega ha messo in atto una vera e propria rivoluzione, con l’inserimento dell’innovativo Co-Axial Master Chronometer 3861, movimento che vanta il riconoscimento di Master Chronometer, garanzia di una precisione cronometrica di assoluta eccellenza.
Nonostante i cambiamenti, quello che certamente rimane intatto è il fascino e lo spirito emanato dall’aura che solo un orologio del genere può trasmettere. “La sua bellezza e la sua storia rendono il Moonwatch un capolavoro – prosegue il CEO – A differenza di opere come la Gioconda non ne esiste però solo una: ognuno di noi può portare questo capolavoro sul proprio polso e regalarsi ogni volta un’emozione”

Seduto nel suo ufficio con vista sulle colline bernesi, Aeschlimann sorride e racconta come il lancio del nuovo Speedmaster rappresenti qualcosa di più di un semplice nuovo orologio in collezione, ridefinendo gli standard di Omega: “In questi anni abbiamo svolto un grande lavoro di riposizionamento puntando su tre punti essenziali: il marketing, la distribuzione e infine la qualità. Non c’era bisogno di ricreare il dna di un’azienda che ha ottenuto enormi successi, ma semplicemente fare quei passi che hanno permesso di arrivare a quella che era la nostra visione”.
Un riposizionamento che inevitabilmente ha fatto aumentare i prezzi: “Il lusso non è una questione di prezzo, ma di qualità. Abbiamo quindi deciso di proporre ai nostri clienti il meglio della tecnologia e dei materiali. Ma ovviamente abbiamo dovuto dare un valore a questo meglio, frutto di anni di competenza e ricerca nel segno dello Swiss Made, il marchio più prestigioso al mondo, che indica una qualità e un’efficienza assoluta, dando concretezza a ciò che viene chiamato lusso. Siamo orgogliosi di rappresentarlo non solo con la produzione ma anche facendo in modo che ogni singolo componente sia prodotto in Svizzera. Facendo in modo che la qualità elvetica possa essere esportata in tutto il mondo… e anche sulla Luna”.