TREKKING & PANORAMI / Escursioni

Camminando tra i castagni nel Malcantone

Nel corso dell’autunno in Ticino è affascinante camminare nei boschi di castagno e raccogliere il frutto che per secoli ha costituito uno dei pilastri dell’alimentazione contadina nel nostro cantone. Piacevoli passeggiate tra i castagni ce ne sono in tutto il Ticino e in particolare: sulle colline sopra Biasca (il sentiero che porta alla cascata di Santa Petronilla) e Monte Carasso (Curzűtt), oppure nelle valli di Muggio (Sentée da l’arbur tra Morbio Superiore, Caneggio e Bruzella, e di Capriasca (Parco del castagno a Ponte Capriasca e dintorni). Qui di seguito proponiamo il Sentiero del castagno nel Malcantone: facile, richiede 5 ore di cammino, ma lo si può accorciare, e lungo il percorso si fanno scoperte interessanti.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

 

 

L'itinerario

Questo itinerario tematico nelle selve castanili dell’Alto Malcantone si snoda a 700-850 metri di altitudine tra i villaggi di Arosio, Mugena, Vezio, Fescoggia e Breno. Il percorso, lungo poco meno di 15 km, non presenta difficoltà. È percorribile tutto l’anno, con partenza possibile da ogni villaggio.

Oltre a camminare in un ambiente naturale e paesaggistico molto piacevole, l’escursionista può ammirare le caratteristiche architettoniche degli abitati malcantonesi e, grazie ai pannelli didattici posti sul tragitto, conoscere alcune particolarità sulle numerose varietà del castagno e sulla sua coltivazione.

Sul percorso si trovano anche edifici civili e religiosi notevoli, quali la chiesa di San Michele ad Arosio (con una meridiana del ‘600, affreschi di Antonio da Tradate del ‘500), il metato tra Mugena e Vezio, le tracce di una «carbonaia».

Il prospetto dettagliato può essere scaricato dal sito internet di LuganoRegion.

 

Le castagne nel mondo contadino ticinese

Nel mondo rurale, quale era il Ticino dei secoli scorsi, le castagne costituivano uno dei pilastri dell’alimentazione. Fin verso la metà del Novecento si consumavano anche due volte al giorno, soprattutto durante la stagione invernale. Dopo la raccolta, a fine autunno, si mangiavano lessate o arrostite sul fuoco. Una buona parte veniva però essiccata nel metato (la grà o graa) in modo da poterle conservare per parecchi mesi, o macinare per ottenere la farina.

Dell’albero di castagno, che cresce fin verso i 1000 metri di altitudine in zone soleggiate, si usava tutto: le foglie secche servivano come lettiera per le bestie in stalla, il legno come prezioso combustibile ma anche come materiale di costruzione (pali di sostegno, mobili, attrezzi), il frutto, data la sua relativamente facile conservazione, come scorta alimentare.

Le selve castanili rappresentavano un bene prezioso e venivano curate secondo precisi regolamenti comunali e patriziali. Si piantavano varietà diverse di castagni in modo da ottenere frutti con caratteristiche particolari: primaticce, adatte alla conservazione, ecc.

Dal Ticino poi partivano i «maronatt» che durante la stagione invernale vendevano le castagne per le strade nelle città d’Italia e di Francia.

 

 

 

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