A casa come in ufficio I consigli e le dritte
Smart working, incontri a distanza e videocall: in una realtà capovolta dall’emergenza sanitaria in corso e dalle misure adottate per cercare di limitarla, ecco che le nostre abitazioni si trasformano sempre più in «ambienti di lavoro», uffici dove trascorrere gran parte della giornata. Un rischio al quale ovviare è che venga meno una separazione tra contesto domestico e lavorativo: ma come? Flessibilità è la parola d’ordine da tenere a mente nel momento in cui si riorganizzano i propri spazi in funzione di questa nuova situazione.
Sia chi ha a disposizione tanto spazio che chi deve arrangiarsi in metrature limitate, può trovare un valido aiuto in soluzioni di design pensate per conciliare comfort ed estetica e adattare ambienti inizialmente concepiti per altre funzioni e non per il lavoro. Senza dimenticare l’attenzione alla postura, spesso dimenticata e—se scorretta—causa di mal di schiena e dolori al collo e alle braccia. Lavorare in una postazione scomoda, o peggio, dal divano o in poltrona, non fa che aumentare le probabilità di sviluppare queste problematiche.
A tal proposito, un elemento da scegliere con cura è la sedia: meglio optare per un modello ergonomico su rotelle e con braccioli, con anche la possibilità di regolare il supporto lombare e l’altezza. Si tratta di un piccolo investimento economico, però utile a preservare la propria salute e che verrà ripagato nel tempo, specialmente se il lavoro in questione comporta il trascorrere un lasso di tempo prolungato alla scrivania.
Proprio la scrivania è il capitolo successivo sul tema. Se se ne ha la possibilità, il consiglio è quello di utilizzare portatili leggeri e maneggevoli, con tastiere, stampanti e mouse senza fili, così da non creare grovigli che andrebbero a occupare spazi—specialmente laddove sono già limitati.
C’è, poi, da tenere in conto l’illuminazione: serve che sia adeguata, meglio se indiretta per evitare riflessi sullo schermo. Approvate piantane o lampade che proiettano la luce sul soffitto e quindi «a cascata» nella stanza. La luce naturale, invece, dovrebbe essere perpendicolare al computer e filtrata da una tenda.
Un ultimo punto riguarda la riservatezza. Non tutti possono permettersi uno spazio isolato e «al riparo» dal passaggio di familiari e coinquilini, con conseguente perdita di concentrazione. Chi non ha a disposizione una stanza tutta per sé ma deve lavorare in ambienti della casa comuni, però, può affidarsi a un elemento d’arredo come le librerie mobili, con le quali chiudere uno spazio e da riporre poi al proprio posto.