Le auto che hanno fatto la storia

Charade GTti, economica e briosa utilitaria sportiva

Una proposta firmata Daihatsu, che dal 2013 non commercializza più vetture in Europa: negli anni Ottanta questo modello ebbe un notevole successo
30.04.2024 10:28

La Daihatsu, che dal 2013 non commercializza più vetture nei mercati europei, è stata invece una protagonista apprezzata delle vendite in alcuni segmenti specifici, come quelli delle utilitarie e dei fuoristrada compatti.

La marca giapponese, da decenni nell’orbita del colosso Toyota, grazie a piccole vetture molto brillanti quali la Sirion, la Cuore o la Charade o 4x4 pratici quanto efficaci quali la Feroza, il Rocky o il compatto Terios (ancora molto presente sulle strade europee), si era ritagliata una buona fetta di convinti estimatori nella Confederazione, dove le sue vetture erano un’ottima alternativa alla produzione del Vecchio continente.

In particolare, molto “gettonata” fu la supercompatta Charade, che fu venduta anche in buon numero sul mercato svizzero per molti anni grazie al rapporto qualità-prezzo interessante che ha caratterizzato le varie generazioni proposte all’utenza elvetica.

Se la Charade degli esordi era più che altro un’utilitaria piacevole ma anonima, la situazione cambiò costantemente fino a proporre prodotti al top del segmento. La Charade a inizio anni Ottanta era disponibile nelle versioni tre o cinque porte, mosse da un efficiente motore di un litro di cilindrata. Nel 1984 questo propulsore fu proposto anche in una versione dotata di turbocompressore.

Nel 1987, al Salone dell'Auto di Ginevra, fu presentata la terza generazione della Charade, che impressionò stampa e clientela in virtù del suo look più sportivo. Caratterizzata da linee tondeggianti e fluenti grazie al profondo lavoro di “levigatura aerodinamica” compiuto dai designer giapponesi, per allinearsi allo stile degli altri modelli della gamma la Charade terza serie mantenne alcuni angoli e spigoli sulle fiancate e nella coda che le davano anche un ulteriore tocco di originalità. Sotto il cofano erano sempre attivi i motori a tre cilindri da un litro che Daihatsu fornì pure alla Innocenti.

La fama delle Charade crebbe marcatamente dall’autunno 1987, quando al ventaglio di prodotti in listino fu aggiunta la GTti, disponibile solo in variante tre porte.

Grazie alla tecnologia a quattro valvole per cilindro e al turbo l'intercooler, il motore sviluppato in sinergia con i tecnici della De Tomaso, offriva ben 101 CV nonostante il catalizzatore. Il carattere si fece davvero esuberante e in grado di issarsi a valida concorrente (pure più economica) delle imperanti, all’epoca, Fiat Uno Turbo e Peugeot 205 GTI. Le doti stradali e la meccanica erano così validi che le piste e i rally divennero un terreno preferito di questo modello, tanto che l'importatore svizzero sostenne una "Daihatsu Cup" appositamente introdotta.

Tra gli altri pregi della GTti spiccava la dotazione di accessori molto interessante, che integrava di serie pure gli alzacristalli elettrici, la chiusura centralizzata, appendici aerodinamiche, volante regolabile e fascioni paracolpi specifici, oltre a ruote in lega da 14 pollici (queste ultime offerte in opzione su determinati mercati).

Nelle versioni con o senza turbo la terza generazione della Charade fu costruita fino al 1994, ma i modelli che seguirono non furono più in grado di avvicinarsi al suo successo, tanto in Svizzera quanto in Europa. La marca continuò a difendere le sue nicchie principali (utilitarie, e 4x4 compatti) ancora per qualche tempo, fino alla decisione, che risale al 2011, di porre fine alla sua presenza sui mercati europei, che si concluse appunto il 1° febbraio 2013.

Cilindrata: 993 cc
Potenza e coppia: 101 CV, 130 Nm
Accelerazione: 0-100 km/h in 8,2”
Velocità massima: 200 km/h
Consumo medio: 7,5 /100 km
Peso a vuoto: 800 kg

Dati tecnici da: “Katalog der Automobil Revue ‘89”, Berna, 1989