De Courten: «In cucina la precisione è passione»
LUGANO - La prima puntata ticinese del festival enogastronomico è andata in scena domenica 28 aprile, quando i 70 ospiti del Ristorante Galleria Arté al Lago di Lugano hanno degustato il menu da sette portate firmato da Didier de Courten.
Un’occasione non rara ma unica: allo chef due stelle Michelin e 19 punti GaultMillau dell’Hotel Le Terminus di Sierre, infatti, è capitato solo in pochissime occasioni di lasciare il suo ristorante per partecipare ad eventi esterni. Un privilegio che la kermesse enogastronomica ticinese non si è lasciata sfuggire, portando a Lugano per la prima volta uno degli chef più apprezzati a livello nazionale e non solo. “Dopo 35 anni di cucina”, ha dichiarato lo chef, “penso di aver trovato il mio stile: una cucina eterea e di precisione. Per me cucinare è uno scambio e il piacere che condividiamo a tavola lo rende un atto d'amore.” Poesia e tecnica, scienza e palato si sono fusi regalando un’esperienza davvero non all’ordine del giorno.
Affiancato dal padrone di casa Frank Oerthle, lo chef ha potuto raccontare il suo territorio come più gli si addice, ossia attraverso i sapori d’eccellenza del Vallese. Dalle carni allevate direttamente da lui, alle trote lacustri più rosa di un salmone, dall’anatroccolo di Challans ai formaggi d’alpeggi stagionati la bellezza di 10 anni. Un vero e proprio viaggio gastronomico che il cuoco ha compiuto anche grazie all’aiuto della moglie, di gran parte della sua brigata, compreso il maître, che ha portato con sé per questa sfida ticinese.
Ad accompagnare il tutto, i commensali hanno trovato altrettanta eccellenza nei bicchieri, grazie ad una selezione di vini italiani: dal Trentino l’azienda Terlan con i suoi grandi bianchi ha affiancato i primi piatti del menu, mentre lo storico Barolo Borgogno Riserva 2013 ha esaltato i piatti più complessi. Sul finale, I Capitelli dell’azienda Anselmi ha tenuto testa ad un dessert che è stato la ciliegina sulla torta della serata.