Le auto che hanno fatto la storia

Dodge Challenger, sportiva USA celebre in pista e in tv

Una berlina sportiva americana molto popolare, che ha vissuto per tre generazioni a partire dal 1970 - A lungo è stata antagonista della Ford Mustang e della Chevrolet Camaro
29.11.2024 10:00

La Dodge Challenger è una delle più celebri berline sportive americane. Realizzata in tre generazioni, separate anche da molti anni l’una dall’altra, è una delle vetture USA più popolari in Europa, anche grazie al fatto che è stata spesso presente in vari film e telefilm prodotti negli Stati Uniti; tra gli esemplari molto celebri ricordiamo la Challenger di colore arancio “General Lee” protagonista della serie “Hazzard” negli anni ’80 o la nera vista nei lungometraggi di “Fast and Furious”.

La prima generazione è stata realizzata tra il 1970 e il 1974 partendo dalla piattaforma della diffusa Chrysler E, proponendola con carrozzeria cabriolet o hardtop e sfruttando la “banca degli organi” garantita dalla grintosa (e più compatta) Plymouth Barracuda. È sicuramente questa la serie di Challenger più nota e “storica”, considerato che vantava prestazioni davvero notevoli, unite a un abitacolo confortevole e a un look dinamico e piacevole.

La seconda generazione, prodotta dal 1978 al 1983 altro non era se non una Mitsubishi Sapporo (modello commercializzato pure in Svizzera a quell’epoca) rielaborata e si presentava come una versione coupé vagamente sportiveggiante di una compatta vettura di categoria economica.

Solo con l’arrivo della terza serie, nel 2008, Dodge è tornata a proporre una vera e propria “muscle car”, che, come la prima Challenger, si è presentata a lungo come una valida antagonista della Ford Mustang e della Chevrolet Camaro – altre auto sportive americane molto celebri in tutto il mondo.

La Challenger è uscita di produzione nel dicembre dello scorso anno poiché il colosso automobilistico Stellantis, a seguito della transizione ecologica in atto e delle sempre più stringenti normative antinquinamento attuali e future, ha preferito destinare l’impianto d’assemblaggio canadese di Brampton, nell’Ontario, a un eventuale successore elettrificato di questa eccellente “sportivona” a stelle e strisce.

Sta di fatto che la Challenger più celebre è la prima serie, che per l’azienda doveva essere la più potente della sua categoria e disponibile in un gran numero di allestimenti, con un’infinità di opzioni offerte al fine di personalizzare al meglio ogni unità.

Era pure previsto che potesse montare qualsiasi motore tra quelli disponibili nell’inventario Chrysler di allora, ma evidentemente erano le varianti più poderose a entrare nell’immaginario collettivo.

Prodotta in 165'437 unità in cinque anni di produzione, la Dodge Challenger prima serie aveva dimensioni maggiori della più economica Barracuda, un passo allungato che migliorava l’abitabilità e un interno piuttosto lussuoso che le dava modo di spiccare in mezzo a concorrenti piuttosto orientate alla sobrietà nell’equipaggiamento.

Un discorso particolare lo merita la Challenger T/A (Trans Am), realizzata per l’omologazione nelle competizioni del Campionato omonimo.

La vettura adottava un V8 di 5,6 litri da 294 CV, che poteva contare per l’alimentazione atmosferica su una “gobba” che integrava una generosa presa d’aria sul cofano motore in vetroresina nero opaco, a perno e incernierato. Uno scarico a doppia uscita a bassa limitazione correva fino alla posizione del silenziatore di serie, poi invertiva la direzione per sfociare in terminali cromati a "megafono" davanti alle ruote posteriori.

Le opzioni includevano un cambio automatico TorqueFlite o un cambio manuale Hurst a quattro velocità, i rapporti di trasmissione 3,55:1 o 3,90:1 e il servosterzo manuale o elettrico. I freni a disco anteriori erano di serie, mentre le sospensioni speciali Rallye utilizzavano componenti per impieghi gravosi e aumentavano la taratura dei molloni posteriori.

La Dodge Challenger T/A è stata una delle prime sportive popolari statunitensi a montare pneumatici di dimensioni diverse all'anteriore e al posteriore: E60x15 Goodyear Polyglas all'anteriore e G60x15 all'asse posteriore. La campanatura modificata rialzava la coda in modo da “liberare” gli pneumatici posteriori e i terminali di scarico laterali. Furono inoltre incluse due strisce laterali spesse, una grafica identificativa specifica, oltre agli spoiler anteriore e posteriore in fibra di vetro. Gli interni erano invece identici a quelli delle altre Challenger.

In totale furono prodotte 2’399 T/A. Un modello del 1971 che utilizzava il motore 340 con carburatore quadricorpo era ancora previsto e apparve nella pubblicità aziendale, ma non fu prodotto poiché Dodge si era ritirata dalla serie Trans Am.

La scheda: Dodge Challenger T/A

Cilindrata: 5'563 cc
Potenza e coppia massima: 294 CV, 468 Nm
Velocità massima: 208 km/h
Accelerazione: 0-100 km/h in 6,5”
Consumo medio: 21,8 l/100 km
Peso a vuoto: 1'495 kg

Dati da: www.automobile-catalog.com