Ecco l’equazione che spiega l’amore

La matematica è in grado di spiegare qualsiasi cosa, ci dicevano a scuola; dai conti per fare la spesa al funzionamento dell’universo e dei suoi pianeti. Ma sarà capace di interpretare anche una cosa così irrazionale come i sentimenti? Secondo alcuni scienziati, sì. Si tratta dello psicologo John Gottman, professore emerito all’Università di Washington negli Stati Uniti, e di James Murray, matematico dello stesso ateneo, che nei primi anni Novanta hanno elaborato la «formula matematica dell’amore». Una scoperta sensazionale che ha aperto un grande dibattito sull’argomento. Certo, questo non significa che basti affidarsi alla scienza per trovare la propria anima gemella ma, secondo le ricerche dei due, esisterebbero alcuni elementi matematici, e quindi assolutamente veri e non confutabili, in grado di stabilire se una coppia può funzionare o meno.
Lo studio Gottman-Murray ha preso in esame una serie di coppie appena sposate, analizzandone i comportamenti nel corso degli anni. Ciò che interessava ai ricercatori era analizzare il modo in cui i due partner interagivano e dialogavano tra loro nella quotidianità. Durante il dialogo, infatti, è possibile misurare le reazioni (negative o positive) di entrambi, trasformandole in equazione. Quello che hanno scoperto è che sulla base dei cambiamenti di umore della persona in presenza del proprio compagno è possibile stabilire quasi con certezza la durata o quanto meno la riuscita del matrimonio. Insomma, la matematica ha confermato quello che chiunque capirebbe col buon senso: se dialogare con il partner ci rende più nervosi e stressati di quanto già non lo si è di per sé, forse sarebbe il caso di rivedere il proprio rapporto.
Nella pratica, l’equazione matematica ci spiega che per non arrivare ai ferri corti in amore è bene fare attenzione all’umore e alle sensazioni che l’altra persona è in grado di darci. Quando si è innamorati, ma soprattutto quando c’è alchimia e complicità nella coppia, tendiamo a essere felici in presenza dell’altro. Anche nei momenti naturali di discussione o litigi, i nostri livelli di eccitazione sono più alti; questo perché il partner attira la nostra attenzione e influisce sul nostro umore. Peggio sarebbe se la sua presenza e le sue parole ci lasciassero totalmente indifferenti, perché questo significherebbe che il sentimento si è spento o affievolito. Forse non serviva la matematica per spiegare tutto questo, ma il risultato degli studi dei due ricercatori è la dimostrazione lampante che, se anche l’amore perfetto non esiste, si può sempre provare a farlo durare per sempre.