Ecco un’altra Bologna, notturna e innamorata

Afebbraio 2020 i viaggi del Corriere del Ticino vi porteranno a Bologna in compagnia di Marc Chagall. Una gita fuoriporta dedicata alle opere dell’artista russo che vi farà pure scoprire una città davvero romantica (per tutte le informazioni: viaggi.cdt.ch).
Come Romeo e Giulietta
Anche Bologna, come Verona, racconta un amore tragico legato a due potenti famiglie divise da un odio atavico. Da una parte la famiglia di Virginia Galluzzi, dall’altra quella di Alberto Carbonesi. I due giovani si sposarono in gran segreto nel 1258. Quando il padre della sposa scoprì il matrimonio, uccise il giovane Alberto. Devastata dal dolore, Virginia si impiccò alla finestra della casa dei Carbonesi.
La «Piccola Venezia»
È un must per gli innamorati: la finestrella di via Piella sul canale delle Moline. L’angolo viene chiamato anche «la piccola Venezia», perché la finestrella si affaccia sull’ultimo corso d’acqua non ricoperto della città, ricordando così la città lagunare. Nella Bologna medievale i canali erano molto importanti non solo per il sostentamento idrico e commerciale della città, ma anche per le comunicazioni.


Una passeggiata sotto i portici
Non esiste al mondo una città con tanti portici quanti ne possiede Bologna: tutti insieme misurano in lunghezza più di 38 km. Fin dal 1100 i portici sono considerati come il simbolo dell’ospitalità bolognese. Andare alla scoperta delle strade medievali sotto le arcate è un’esperienza davvero romantica.
Chagall in mostra a palazzo Albergati
Esistono storie d’amore che sanno toccarci ancora oggi nel profondo? Sicuramente quella tra Marc Chagall e sua moglie Bella Rosenfeld sì.
Le 150 opere dell’artista russo in mostra fino a marzo 2020 a palazzo Albergati non mancheranno di far sognare gli innamorati. «Chagall. Sogno e magia» presenta opere provenienti da quattro collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico.
Uno strumento eccezionale
È la Basilica più amata dai bolognesi, quella di San Petronio, a custodire al suo interno la meridiana più lunga del mondo. L’eccezionale strumento astronomico è del 1655 e porta la firma di Gian Domenico Cassini. Affascinante è pure la storia - a cavallo tra realtà e leggenda - della facciata incompiuta della chiesa bolognese che domina piazza Maggiore.