La tendenza

Cene conviviali con fondue e raclette

Gustosi e divertenti, questi piatti della tradizione sono l’ideale per riscaldarsi nelle fredde giornate invernali e trascorrere del tempo con amici e parenti nel segno della condivisione
Perfetto per una bella chiacchierata in compagnia di amici o parenti
Red. Online
23.01.2020 06:18

Non c’è niente di meglio di una serata tra amici per ricaricare le batterie e rilassarsi in compagnia, magari preparando qualche interessante attività. Accompagnarla con dell’ottimo cibo è sempre una buona idea, specialmente se si tratta di pietanze divertenti da preparare, in grado di coinvolgere tutti i presenti. Fortunatamente alcuni piatti della tradizione sono perfetti per questo scopo e possono rendere speciali le fredde serate invernali dove tutto si vorrebbe fare, fuorché uscire di casa.

Un grande classico

La fondue rientra certamente tra le preparazioni più adatte ad una serata tra amici. Questo delizioso secondo piatto viene preparato utilizzando i tipici formaggi svizzeri, come Emmental, Groviera e talvolta anche con la Raclette del Canton Vallese. Prepararlo è davvero molto semplice, nonostante serva un vero e proprio set per fonduta che sia in grado di mantenere calda la prelibatezza.

Come si prepara

Il primo passo è tagliare a tocchetti l’Emmental e grattugiare il Groviera, mettendoli quindi a scaldare in un pentolino insieme a succo di limone, pepe, noce moscata e vino bianco. Una volta amalgamati e fatti sciogliere si può aggiungere un cucchiaio di maizena e portare ad ebollizione.

A questo punto si può tostare in padella alcune fette di pane fino a farle biscottare, per poi sminuzzarle a mo’ di crostini. Versata la Fondue nel caquelon – l’apposito recipiente posizionato su un fornellino – può iniziare la festa.

Il pane intinto nella fondue con le tradizionali forchettine è l’accompagnamento perfetto per una bella chiacchierata in compagnia di amici o parenti.

Raclette per tutti i gusti

Altro classico a base di formaggio è la raclette, un piatto che si prepara a partire proprio dall’omonimo formaggio vallese.

Anche in questo caso si utilizza, solitamente, un fornellino su cui viene fusa una forma di formaggio, che viene poi raschiata e versata all’interno del piatto da portata. Il termine raclette, del resto, deriva proprio dal francese racler, che significa appunto «grattare» o «scrostare».

Il piatto si accompagna tradizionalmente con patate al cartoccio e sottaceti, anche se in molti la gradiscono con spiedini a base di salumi e carne o verdure miste. Anticamente si diceva che bere acqua insieme a piatti come fondue e raclette ostacolasse la digestione di queste specialità.

Anche per questo si tende a gustare queste delizie insieme a bevande calde come il tè oppure con le eccellenze vinicole del territorio. Niente di meglio di questi accostamenti, dunque, per riscaldarsi anche nelle serate più fredde.

Condivisione protagonista

Nonostante si tratti di piatti piuttosto sostanziosi, queste due specialità si avvicinano – per il modo in cui si consumano – a degli stuzzichini. Anche per questo è possibile gustarli mentre si fa qualche simpatica attività di gruppo, come un gioco di società, o mentre si chiacchiera con gli amici.

La collaborazione che si genera tra i commensali nel preparare e consumare fondue e raclette sarà parte integrante del divertimento, contribuendo a rendere il clima ancora più informale, festoso e rilassato.

Mille modi di dire tapas tra gusto e tradizione

Stuzzichini prelibati

Frutti di mare, polpette, formaggio, salumi, crocchette, pesce fritto... e chi più ne ha più ne metta: sono le tapas, una tradizione gastronomica spagnola che racchiude in un solo termine una sconfinata varietà di semplici preparazioni alimentari, soprattutto salate ma anche dolci, realizzate con ingredienti tipici della cucina mediterranea. La parola «tapa» si potrebbe tradurre in italiano come antipasto o stuzzichino.

L’origine leggendaria

L’origine delle tapas si perde nei secoli: secondo la leggenda, re Alfonso X detto il Saggio nel XIII secolo stabilì che il vino non dovesse mai essere servito senza essere accompagnato da un po’ di cibo. Il termine «tapa» deriverebbe da «tapar», perché lo stuzzichino veniva servito sopra il bicchiere o la brocca di vino, tappando il recipiente.