La storia di Isaac Newton e Charles Darwin in un sorso di gin
Fu Voltaire, nel 1727, l'anno della morte di Isaac Newton, a suggerire che una mela, cadendo dall'albero, suggerì al fisico inglese le leggi della gravitazione universale. «Isaac Newton – le parole di Voltaire – stava camminando nel suo giardino quando, dopo aver visto una mela cadere da un albero, ebbe il primo pensiero del suo sistema di gravitazione. Come mai la mela cadeva sempre verso il basso e non lateralmente o verso l’alto? Quale era la forza che attraeva irresistibilmente i corpi verso la terra?». A distanza di secoli, scrive la BBC, la teoria della gravitazione universale «vive» all'interno di una distilleria di Cambridge. Fondata nel 2012 da Lucy e William Lowe e denominata, invero senza troppa fantasia, Cambridge Distillery. Oggi, è considerata una delle più grandi distillerie di gin sottovuoto al mondo.
William, a differenza di molti altri distillatori, può vantare il titolo di Master of Wine. Detenuto, leggiamo, da appena 416 persone in tutto il mondo. È anche un dottorando a Cambridge, fra le altre cose. Ispirato dall'enologia e, ancora, spinto dal desiderio di imbottigliare i profumi e i sapori stagionali dei vicini prati di Grantchester Meadows, William – scrive sempre la BBC – ha rivoluzionato la produzione di gin distillando sottovuoto ogni singolo ingrediente alla temperatura ottimale. E utilizzando, a tale scopo, un metodo del diciassettesimo secolo inventato dal chimico britannico Robert Boyle. Il lavoro di William, oggi, è paragonabile a quello di un profumiere o di un mastro enologo. Di qui il soprannome di «primo sarto del gin al mondo». William ha anche sviluppato una matrice di distillazione unica che considera nove variabili (tra cui temperatura, tempi e pressione) per personalizzare il trattamento di ogni bottiglia, motivo per cui la sua distilleria assomiglia a un laboratorio. «Si tratta di un livello di intervento tecnologico incredibilmente elevato per preservare quella combinazione naturale e unica di sapori che esiste naturalmente in un prato».
D'accordo, ma Newton? Detto della passione di questa distilleria per i sapori veri, Lucy e William sono gli unici al mondo a produrre un gin aromatizzato con il melo di Isaac Newton. Sì, proprio quel melo. Che esiste davvero, come aveva scritto Repubblica più o meno un anno fa. Grazie, in particolare, alla continuità della proprietà di Woolsthorpe Manor da parte della famiglia Turnor. Scriveva così, all'inizio del diciannovesimo secolo, uno dei Turnor, Edmund: «L’albero di melo è sopravvissuto ed è mostrato ai visitatori». Nel corso degli anni, si sono accumulati studi su quel melo, che ancora oggi si può vedere nel giardino della casa di Newton: esami dendrocronologici, datazioni con il radiocarbonio, ricerche pittoriche. Non solo, il melo originale è stato clonato e distribuito in varie parti del mondo.
Il distillato, chiamato Curator's Gin, è sviluppato in collaborazione con il Giardino botanico dell'Università di Cambridge. Per arrivare al suo gusto sopraffino, racconta la BBC, vengono usate anche le mele dell'albero di Newton o, meglio, di un suo clone. Il risultato è un gin dalle note agrumate, speziate ed erbacee. L'albero che fornisce le mele a Lucy e William, come detto, è un discendente di quello originale, che si trova appunto a Woolsthorpe Manor, luogo di nascita e casa di famiglia di Newton. Luogo, soprattutto, in cui il fisico e matematico sarebbe giunto alla teoria gravitazionale osservando una mela cadere. Luogo, ancora, meta di pellegrinaggio per scienziati e fisici in particolare. L'albero originale, miracolosamente, è ancora vivo e fruttifica dopo oltre 400 anni. Un vero e proprio segno di resilienza, nonostante appaia deformato e appesantito. Il suo clone, a Cambridge, è invece stato raso al suolo dalla tempesta Eunice nel 2022. I Lowe, per contro, avevano imbottigliato una quantità sufficiente di essenza di mela per sostenere la produzione fino alla maturazione del nuovo albero.
Newton, comunque, non è il solo scienziato cui è stato dedicato un gin della Cambridge Distillery. "Ne abbiamo anche uno ispirato a Charles Darwin". Per comporlo, Lucy e William hanno pescato dall'Erbario dell'Università di Cambridge, che contiene un migliaio di esemplari risalenti a duecento anni fa e provenienti dal viaggio di Darwin intorno al mondo fra il 1831 e il 1836. «Quando Darwin era in viaggio e raccoglieva, indicizzava e registrava i campioni di piante che trovava lungo il percorso, questi campioni venivano inviati al suo mentore John Stevens Henslow a Cambridge» ha spiegato William. «Quei campioni sono ancora tutti lì». Ai Lowe è stata offerta la straordinaria possibilità di esplorare l'Erbario e di creare un gin che faccia rivivere quel viaggio. Viaggio che ispirò la sua teoria dell'evoluzione.
Un gin, fra l'altro, in tre parti. Dapprima, lo scorso novembre, è stato prodotto l'Americas Herbarium. Seguiranno l'Australasia (dicembre 2024) e l'Africa (2025). I Lowe, insieme al professore di evoluzione di Cambridge Sam Brockington, hanno selezionato la foglia di cannella, il crespino (un'alternativa agli agrumi), la fragola selvatica e la baccharis magellanica (un arbusto andino dell'Argentina meridionale e del Cile con fiori intensamente aromatici), per rappresentare la prima tappa del viaggio di Darwin. Come ha spiegato William, il tutto si fonde in un bouquet completo di sapori: floreale, dolce, croccante e fruttato, con una confortante nota di spezie.