Gusto

Lo chef migliore al mondo: «In Svizzera grande qualità, ma si può fare di più»

Il tristellato Franck Giovannini commenta la finale del Bocuse d'Or: «Complimenti alla Francia, ma è un vero peccato che il team svizzero non sia riuscito a partecipare alla finale»
©Michele Montanari
Mattia Sacchi
30.01.2025 14:00

Nemo propheta in patria, dicono. Forse non per gli chef francesi, in particolare per Paul Marcon che si è appena aggiudicato il Bocuse d'or, la più importante competizione dedicata all'alta gastronomia disputatasi proprio in Francia, a Lione.

Per battere la concorrenza, con il podio completato da Danimarca e Svezia, Marcon ha dovuto presentare uno straordinario branzino cotto al burro infuso con le lische di pesce e farcito con chele di aragosta speziate e «médaillon» di aragosta, che ha ottenuto i favori della giuria, composta da alcuni tra i migliori chef al mondo.

A proposito di grandi cuochi, ad assistere alla finale era presente anche Franck Giovannini, tristellato svizzero premiato come migliore al mondo da Elite Traveler e da Liste, una graduatoria francese in cui figurano i migliori 1’000 ristoranti del mondo. «Il Bocuse d'or evoca sempre in me grandi ricordi, come il terzo posto nel 2007, ottenuto dopo anni di lavoro e sacrifici - racconta al Corriere del Ticino -. Aver assistito alla finale è stata anche un'occasione per incontrare i miei colleghi e per vedere le incredibili creazioni dei più grandi talenti internazionali: complimenti alla Francia per la vittoria».

C'è però un rammarico: «Personalmente, è stata un'edizione strana perché per la prima volta la Svizzera non è riuscita a qualificarsi alla finale. Ero qui come semplice turista e non per supportare il team: spero, tuttavia, che ci rifaremo presto. Abbiamo le potenzialità per puntare molto più alto di così».

Ma appunto, come l'alta gastronomia elvetica può ripartire dopo una delusione simile? «Dalla sua storia e dalle sue eccellenze: ogni regione svizzera può vantare materie prime fantastiche. Si tratta di valorizzarle, così come bisogna credere nei giovani chef rossocrociati, molti dei quali si stanno già mostrando tutto il loro talento in alcuni dei migliori ristoranti del Paese».

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