I benefici del cioccolato dall’umore alla linea

Dieci chili a persona: questo il consumo annuo di cioccolato in Svizzera. Nel 2018 sono state vendute oltre 52mila tonnellate. A sminuire i sensi di colpa per gli eccessi di zuccheri, uno studio guidato dall’University College London e pubblicato sulla rivista Depression and Anxiety. Secondo gli scienziati, il cioccolato fondente consumato con regolarità tiene lontana la depressione, riducendo il rischio di insorgenza fino al 70%. Se la notizia dipinge il sorriso sui volti di tanti golosi, i ricercatori frenano l’entusiasmo spiegando che servono ulteriori approfondimenti. Eppure lo studio è di quelli seri: ha coinvolto oltre 13.000 persone in due periodi distinti di tempo (2007-2008 e 2013-2014). Per gli scienziati gli effetti benefici del cacao sarebbero dovuti alla presenza di sostanze psicoattive e neuromodulatori importanti per la regolazione dell’umore e implicati nello sviluppo della malattia. Ma le buone notizie per gli amanti dell’oro nero non finiscono qui. Grazie a teobromina e caffeina, il cioccolato migliorerebbe la concentrazione e avrebbe la capacità di mantenere la mente sveglia, dandole la giusta carica. Il cacao avrebbe anche un potente effetto anti-età. Agirebbe come antiossidante combattendo la produzione di radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Fin dall’antichità quello che è oggi è forse il dolce più apprezzato è anche considerato un afrodisiaco naturale. Oggi la scienza avrebbe scoperto perché. I neurotrasmettitori contenuti nelle fave come anandamide e feniletilamina creerebbero una condizione psicofisica di grande benessere e stimolerebbero eccitazione e attrazione sessuale. Gli studiosi sfiorano il paradosso quando sostengono che, oltre a non far male, l’alimento aiuterebbe anche a rimanere in forma. Una piccola porzione di extra fondente, consumata regolarmente e con un contenuto in cacao pari o superiore al 75%, contribuirebbe a stimolare il metabolismo dell’organismo. La caffeina e la teobromina aumenterebbero la termogenesi – ovvero la produzione di calore – nel tessuto adiposo, soprattutto a livello addominale. E così va a finire che per bruciare calorie bisogna tirar fuori una tavoletta. L’assurdo ha una sua logica, l’importante è rispettare le giuste quantità.