Miti e scienza

Il bello di osservare il cielo stellato

Alla scoperta di un libro di Margherita Hack adatto a tutta la famiglia
Osservare il cielo notturno è una bella attività da fare con i bambini
Valeria Camia
13.07.2020 15:04

Narra una leggenda giapponese che Orihime, figlia dell’Imperatore Celeste che viveva sulle sponde del Fiume Celeste, si fosse innamorata del giovane Altair, mentre costui faceva pascolare i buoi attraverso il fiume, e avesse smesso di tessere e filare gli abiti degli dei, trascorrendo tutto il tempo con il ragazzo. Furioso, il padre di Orihime decise di separare per sempre gli innamorati, dando loro la possibilità di incontrarsi solo una volta l’anno, nel settimo giorno del settimo mese. La loro storia è scritta nel cielo dove, il 7 luglio di ogni anno, si possono vedere due stelle che brillano più di altre: sono Vega (che identifica Orihime), della costellazione della Lira, e Altair, della costellazione dell’Aquila. In Giappone, questo “incontro” di stelle segna la festa del “Tanabata”: i giapponesi credono che i desideri scritti durante questa notte sui tanzaku, foglietti di carta colorati legati a un ramo di bambù, si potranno avverare. Un po’ come succede in Occidente, quando si osserva il cielo sperando di vedere una stella cadente nella notte di San Lorenzo, il 10 agosto, anche se il fenomeno – che si chiama delle Perseidi – inizia già a fine luglio.

Da sempre, nell’immaginario degli adulti tanto quanto dei bambini, il cielo è infatti caricato di una dimensione magica. Ma c’è un altro motivo per cui dovremmo guardare lo spazio attorno e sopra di noi, aprendoci fin da piccoli all’ascolto delle meraviglie dell’universo che il genere umano “condivide”, come ha ricordato Margherita Hack, la grande scienziata e astrofisica, in un’intervista all’emittente italiana Rai3. “Tutti noi – diceva la Hack – abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli”.

E proprio Margherita Hack, negli ultimi anni della sua vita, si è dedicata a programmi di divulgazione scientifica per i più piccoli, guidandoli in un percorso di ricerca e di scoperta volto ad abbandonare un atteggiamento egocentrico e a porsi invece domande su cose che ci stanno attorno e ci riguardano tutti: come nascono le stelle e possono cadere? Su Marte ci sono frotte di marziani? Perché Galileo è tanto famoso? Come si fa a vedere un buco nero se è nero? Perché le comete hanno la coda e il cielo è azzurro? In “Perché le stelle non ci cadono in testa? E tante altre domande sull’astronomia” Margherita Hack risponde a Federico Taddia che pone alla scienziata 99 domande, da leggersi anche singolarmente e senza un ordine preciso. Creando un collegamento il più possibile tangibile con la realtà, Margherita Hack aiuta i bambini a dare un senso alle misure sul tempo, sulle distanze o sulle dimensioni. Ad esempio, alla domanda sull’universo e la sua grandezza, Margherita afferma che “l’Universo continua a espandersi. È come un dolce che lievita. Se in esso sono immerse delle noccioline, tutte si allontanano l’una dall’altra trascinate dal lievito dell’impasto.” Definendo le dimensioni di una galassia, poi, l’astrofisica spiega che può avere “la forma di un disco volante o di una palla di rugby.” Così, leggendo domande e risposte, i bambini sono accompagnati a guardare il cielo ma anche a conoscere una persona, Margherita Hack dalla “testa tosta” – come lei stessa si definisce – che alla Fisica e all’Astronomia ha dedicato la propria vita, lasciandoci un’importante eredità: l’amore e il rispetto per la scienza e la natura.