Insegnare ai bambini a non dire parolacce

«Mamma!»: la più bella delle parole per un bambino che inizia a usare il linguaggio per dare un nome alle cose del mondo che più ama. E più cresce più i vocaboli crescono con lui, ma non tutte sono affermazioni di stupore, d’affetto o di ringraziamento, può accadere che un bambino utilizzi anche le parolacce.
Il motivo è semplice: nel periodo in cui il piccolo comincia ad acquisire il linguaggio, pronuncia tutte le parole indifferentemente, con il piacere e l’impegno di esercitarsi a parlare. Essendo, tuttavia, estremamente sensibili capiscono subito quale effetto fa la parolaccia detta all’adulto, per questo si divertono poi a vedere le reazioni di queste «strane parole» di cui, ricordiamo, non conoscono ancora il significato.
A tutti i genitori disperati che non sanno come dare un freno al linguaggio colorito dei loro figli viene in aiuto la psicologia, che fornisce delle piccole perle da conservare e in caso di necessità, applicare con delicata saggezza.
Innanzitutto, prima di agire, specifichiamo i cinque motivi per i quali i bambini amano dire le parolacce: per provocare una reazione; per attirare l’attenzione; perché gli piace il suono buffo; per emulare i grandi; infine, per esprimere sentimenti forti come rabbia, paura e gelosia.
Le contromisure? Le punizioni spesso non servono: sono metodi «razionali» che i piccini ancora non hanno gli strumenti per comprendere. Bisogna, quindi, non ridere, ma mostrarsi indifferenti se stanno tentando di attirare l’attenzione; va mantenuta la calma senza mostrarsi sdegnati o arrabbiati.
Il genitore deve dimostrarsi deciso e spiegare in modo molto pacato al bambino che ci sono parole che non si possono usare. Sono assolutamente da evitare gli atteggiamenti repressivi: come abbiamo precedentemente sottolineato la punizione diverrebbe solo un invito a sfidarvi.
Mai cedere all’istinto di sgridarlo in quanto il piccolo lo percepirà come un ennesimo modo per attirare l’attenzione dell’adulto: il risultato sarà quello di usare le parolacce proprio per questo scopo. Se, invece, il bambino rivolge la parolaccia direttamente a voi e per questo vi dimostrate offesi, allora comincerà a capire che ha provocato una reazione brutta e poco piacevole.
Infine siate sempre coerenti: non potete condannare le parolacce quando le dice il bambino e poi dirle in sua presenza o nella vita di tutti i giorni.
E se queste indicazioni non sono abbastanza si può seguire un consiglio fra i più semplici suggeriti del drammaturgo portoghese e premio Nobel per la letteratura José Saramago: per educare un fanciullo «lasciati guidare dal bambino che sei stato».