Educazione

Insegnare ai bambini come dormire bene

Una soluzione univoca non c’è: tocca ai genitori intercettare bisogni e preferenze, usare qualche piccolo accorgimento e impostare una routine quotidiana
Una soluzione univoca non c’è: tocca ai genitori intercettare bisogni e preferenze, usare qualche piccolo accorgimento e impostare una routine quotidiana
Red. Online
09.06.2020 18:08

Dopo la nascita di un figlio le abitudini dei genitori sono destinate a cambiare. Tra le prove più difficili da superare e faticose da gestire c’è quella del sonno. Nei primi mesi di vita, infatti, i piccoli tendono a svegliarsi più volte nel corso della notte per la poppata, costringendo mamma e papà a levatacce e a trovare poi le giuste tecniche per far riaddormentare i bimbi. Ma non è finita qui, perché una volta che si è accordato il proprio ritmo a quello del bambino il sonno rimane al centro dell’attenzione. Ed ecco allora che nascono domande che vanno da «Dovremmo farlo dormire da solo nel suo lettino o con noi nel lettone?» per arrivare a «Come garantirgli un riposo sereno?».

In realtà una risposta univoca non c’è: ogni bambino è un caso a sé e, per questo, anche il suo rapporto con il sonno e il riposo. Il compito dei genitori è quello di intercettare bisogni e preferenze del piccolo e dare qualche piccola regola perché questo importante momento della giornata sia vissuto nel migliore dei modi. E questo da tutti, non solo dal bambino. Come sottolinea sul suo sito anche Uppa, la casa editrice specializzata nei temi della genitorialità e dell’infanzia, che stampa anche l’omonimo magazine, spesso si tende infatti a dare la priorità alle esigenze del piccolo. Al contrario, il momento del riposo dovrebbe favorire il benessere di tutti: per questo tocca ai genitori proporre soluzioni fin dalla nascita.

Nello specifico, significa prima di tutto capire cosa piace al bambino: ecco allora che se uno preferirà dormire abbracciato ai genitori, l’altro vorrà il suo spazio; e c’è chi scivolerà tra le braccia di Morfeo nel corso della poppata e chi aiutato da una ninna nanna. Inoltre, non è detto che ciò che funziona una o più volte diventi una regola: osservazione, flessibilità e adattamento devono essere parole d’ordine per ogni genitore.

Poi, certo, si può creare una routine e passare dal momento in cui il piccolo dorme con i genitori al proprio lettino in maniera graduale. Qualche suggerimento? Tenergli la mano mentre si addormenta, raccontargli una storia, coricarsi al suo fianco o tenerlo in braccio in prossimità del suo letto. Questi momenti potrebbero anche ripresentarsi più avanti negli anni, in genere quando c’è qualche «scombussolamento» nella routine conquistata nel tempo: l’inizio della scuola, per esempio, o la nascita di un fratellino. Il piccolo potrebbe tornare a voler dormire con i genitori per ritrovare sicurezze: va quindi capito e riaccompagnato nella sua autonomia.

Infine, qualche accorgimento permette di vivere al meglio questo momento: non lasciar piangere il bambino e non sgridarlo se si sveglia, usare un lettino basso per favorire la libertà di movimento e mantenere stabile l’ora della nanna.