Isuzu Piazza, coupé giapponese bello e sfortunato
L’Isuzu Piazza è stata senza dubbio una delle sportive giapponesi più interessanti degli anni ’80 che nonostante un design piacevole e doti stradali di buon livello non è riuscita a garantirsi quel successo commerciale che meritava ampiamente.
Nel 1979 il designer Giorgetto Giugiaro realizzò una concept car denominata “Asso di Fiori”, creando un prototipo di elegante coupé sportivo che sarebbe diventato l’Isuzu Piazza, il cui debutto avvenne ufficialmente 24 mesi dopo.
Va ricordato che Isuzu è la più antica marca motoristica giapponese: nata nel 1916 come Tokyo Ishikawajima Shipbuilding and Engineering Co. Ltd., ha iniziato con l’assemblaggio di camion e poi di vetture, contribuendo alla nascita della dinamica industria automobilistica nipponica. All’esordio ha montato veicoli commerciali su licenza, tra i quali figuravano camion Wolseley. Nel ‘39 uscì dalla linea di produzione il primo autocarro con marchio “ISUZU”, primo passo di uno dei produttori di camion più apprezzati al mondo.
Le auto furono aggiunte nel 1953, dopo un accordo tra Isuzu e il Gruppo Rootes, dove ancora una volta si iniziò a costruire veicoli britannici su licenza. L'introduzione della berlina Bellett nel 1963 segnò il vero inizio dell'industria automobilistica Isuzu, con i modelli 117 Coupé e Florian lanciati poi nel 1966. Già nel 1971 fu siglato un accordo di affiliazione tra Isuzu e General Motors, che prevedeva la condivisione di piattaforme e strategie di sviluppo e marketing comuni, un aspetto ormai consolidato dell'industria automobilistica globale.
La prima vettura nata dalla collaborazione fu la Isuzu Gemini, che in seguito sarebbe stata la base per la Piazza. Il marchio fu così entusiasta del progetto di Giugiaro per una coupé 4 posti che la mise in produzione in tempi brevi, introducendola sul mercato nazionale all'inizio del 1982 e facendola arrivare in America sempre nello stesso anno con il nome di Isuzu Impulse e come Holden Piazza in Australia.
La celebrità su scala internazionale per questo modello arrivò nell'aprile 1984 allorché fu introdotta una variante turbocompressa del 2,0 litri, con potenza portata a 180 CV e con 251 Nm, mentre il bialbero aspirato fu gradualmente eliminato negli anni successivi. La potenza calò gradatamente negli anni successivi a seguito dell’adozione di marmitte catalitiche e altri sistemi antinquinamento, fino ad assestarsi attorno ai 150-155 CV e 141 CV per le unità catalizzate.
Nel 1987 la Piazza subì un face-lifting che la vide adottare un’appendice dello spoiler posteriore più grande e fari di foggia diversa, ma ciò non servì a rilanciare le fortune del modello, che concluse il suo ciclo produttivo qualche anno dopo. Isuzu ha prodotto un totale di 113’419 unità della prima generazione del coupé Piazza.
La marca giapponese diede vita successivamente e per un breve periodo a una seconda serie del modello. Esteticamente riprendeva il look dalla prima Piazza, con i fari sottili e la griglia del radiatore integrata sotto il cofano, dando l'impressione di avere un look europeo. E una trazione anteriore con un motore 4 cilindri di 1,6 litri bialbero e 130 CV e tutti i modelli furono equipaggiati con le sospensioni messe a punto dalla Lotus.
La Piazza seconda serie fu venduta in Giappone dal luglio 1991 alla primavera del 1992 e anche in Nordamerica non rimase a lungo in listino: la combinazione tra la crisi economica asiatica di quegli anni, le normative più severe sulle emissioni, i requisiti sempre più restrittivi per la sicurezza in caso d’incidente e la politica di General Motors sui modelli che applicava specifiche restrittive per i segmenti di mercato marginali portò al ritiro di Isuzu dalla produzione di auto e alla conseguente “estinzione” di questo modello.
La scheda (Isuzu Piazza 2,0i turbo coupé del 1988)
Cilindrata: 1'994 cc
Potenza e coppia: 155 CV e 225 Nm
Accelerazione: n.d.
Velocità massima: 210 km/h
Consumo medio: 10,7 l/100 km
Peso in ordine di marcia: 1'245 kg
Dati tecnici da: Quattroruote, Tutte le auto del mondo 1988, Milano 1988