La Porsche 924 è stata un modello «decisivo»

La Porsche 924 è un’auto decisamente importante nella storia della Porsche, a prescindere dai risultati commerciali e dalla sgradevole nomea di “Porsche dei poveri” che le aleggiava intorno. Si tratta infatti di una vettura che ha segnato una svolta per il costruttore di Zuffenhausen, essendo il primo prodotto con il motore anteriore (e raffreddato a liquido) con la trazione e il cambio posteriori in virtù dello schema Transaxle che sarà pure impiegato da 928, 944 e 968.
Concepita in un periodo complesso come quello legato alla crisi petrolifera del 1973, la 924 – che doveva sostituire la 914 creata in collaborazione con Volkswagen – è un’ottima soluzione per quell’epoca, visto che il suo 4 cilindri sapeva pure essere economico e che, nonostante le malelingue, si trattava pur sempre di una Porsche, come lo confermano la cura realizzativa e l’attenzione riservata a ogni dettaglio.

Alla luce delle critiche anche veementi contro la 914, la nuova “compatta” (era lunga 420 centimetri) della marca tedesca avrebbe offerto più spazio per gli occupanti, un bagagliaio sufficientemente capiente e un maggiore comfort. E così è stato, aggiungendo pure che – attingendo dalla “banca degli organi” di Volkswagen – si puntava ulteriormente alle economie di scala, pure per garantire un prezzo finale ancora competitivo. Il sistema Transaxle permetteva la migliore distribuzione dei pesi, mentre il 4 cilindri di 1.984 cc da 125 CV di derivazione VW/Audi offriva una cospicua potenza specifica (quasi 63 CV/litro) e le sospensioni a ruote indipendenti e i freni a disco anteriori completavano un buon quadro tecnico per l’epoca.

L’aspetto esterno doveva avvicinarsi alla sorella maggiore 928, a sua volta in gestazione nello stesso periodo, distinguendosi però con una propria personalità. E il team di designer diretto da Anatole Lapine riuscì nell’intento: l’olandese Harm Lagaay riuscì a dar vita a una carrozzeria moderna e personale, salvaguardando anche il look vagamente tondeggiante di tutte le Porsche dopo la 356. Il modello ideato da Lagaay e lanciato nel 1975 era pure molto funzionale oltre che aerodinamico, con il grande lunotto (con tergicristallo) quasi “a goccia” che fungeva pure da apertura del bagagliaio (da 300 litri, visto che molto spazio lo occupano cambio e trasmissione), mentre il frontale a cuneo con i fari a scomparsa permetteva di fendere l’aria al meglio e i paraurti in poliuretano assorbivano al meglio i piccoli urti senza pieghe.
Prevista inizialmente con il solo cambio a 4 marce, la 924 sarà poi proposta con uno a 5 rapporti per ridurre ulteriormente i consumi e poi pure con un automatico, mentre con il passare degli anni si pensò alla clientela più sportiva (e danarosa), ampliando la gamma con versioni sempre più grintose. Così, nel novembre 1978 arriva la 924 Turbo, il cui 2,0 litri vantava 170 CV (appena 10 in meno di una 911 SC) e si rivelava il propulsore turbocompresso di serie dalla maggiore potenza specifica.

E mentre già le 924 normali brillavano nelle corse, tanto da convincere la Casa a schierare una 924 nei rally per il Campione del Mondo Walter Röhrl a inizio anni ’80, la Porsche decideva di perseguire la via della sportività introducendo modelli sempre più performanti come la Carrera GT (210 CV, 240 Km/h) o la Carrera GTS, che aveva 5 CV in più e toccava i 250 orari anche grazie a una particolare cura dell’aerodinamica.
La 924 Turbo sarà prodotta fino all’83, mentre le ultime 924 nei vari allestimenti resisteranno ancora qualche anno (l’ultima 2,0 è del dicembre ‘85, l’ultima 924 in assoluto del dicembre 1988). Nel 1981 intanto arriva la 944 che non monta più un motore di derivazione VW sotto il cofano, quanto una vera unità motrice Porsche elaborato dalla 928.

La scheda: Porsche 924
Cilindrata: 1.984 cc
Potenza e coppia: 125 CV e 165 Nm
Accelerazione: 0-100 km/h in 9,6”
Velocità massima: 204 km/h
Consumo medio: 9,0 l/100 km
Peso a vuoto: 1’205 kg
Dati tecnici da: ADAC - “Rund ums fahrzeug” – Porsche 924