Lago Mognola, magia di antichi acquedotti

Mons Martino Signorelli in «Storia della Val Maggia» scrive: «Se il Bonstetten nota che d’estate nei paesi non ci son che donne, non è certamente solo a causa dell’emigrazione, ma anche, e più, dell’alpeggiatura».
E ci sono alpeggi situati in posti straordinariamente belli.
La regione di Mogno e Fusio un tempo ospitava due alpeggi: quello di Vacarisc e quello di Mognola con i loro corti. Dal 2007 sono riuniti in un unico alpeggio che sfrutta una decina di corti.
Il percorso non presenta difficoltà, è segnalato in bianco e rosso, ma richiede buone scarpe da montagna. Si parte da Fusio o da Mogno per salire al Corte di Vacarisc, dove arriva anche una stradina sterrata. E si continua in un bel bosco di resinose fino alle cascine del Corte di Mognola (1842 m), situato in una conca erbosa con diversi canali di irrigazione. Una cascina conservata nell’aspetto originale e visitabile durante la stagione estiva, ospita una raccolta di testi, fotografie e utensili che testimoniano la vita degli alpigiani di un tempo.

Dopo circa una mezzoretta si arriva al Lago Mognola (2003 m), situato nel mezzo di una vasta conca verdeggiante, ma circondato da montagne rocciose e uniche come il Pizzo Canà, i Tre Corni e il vicino Campo Tencia. Alcune sorgenti vicine al lago lo alimentano e sono il frutto di un antico ghiacciaio che si trovava a sud ovest dei Tre Corni. Oggi rimane solo un lungo «ghiacciaio roccioso» che però nel sottosuolo conserva ancora uno strato di ghiaccio...
Il Lago Mognola è uno di quelli che si amano a prima vista perché si fa desiderare da lontano. Ma quando appare quasi all’improvviso, dopo il rumore di una cascata, è una magia. Il tranquillizzante sentiero che lo circonda, un misto di sassi levigati e di zolle erbose, non lo si nota nemmeno, perché lo sguardo è attratto dai giochi di luce del lago e dal panorama che si perde giù nella valle e sulle montagne a occidente, il Mascarpino, il Valletta, il Piatto di Röd...

«Il naufragar m’è dolce in questo mare», l’ultimo verso dell’Infinito di Leopardi, riassume perfettamente lo spirito del luogo.
Il Lago Mognola si può sognare solo dopo averlo visto!
E l’escursione potrebbe fermarsi al lago. Ma vale la pena di andare a vedere uno di quei manufatti che solo gli alpigiani di una volta sapevano fare.
Ad una distanza di circa un chilometro (20 minuti a piedi) un paio di secoli fa venne realizzato un acquedotto particolare, noto come «Rosta da Canaa» ossia Acquedotto di Canaa. Si tratta di un canale che serviva per portare l’acqua dalla valletta del Ri di Vacarisc a Canàa (2079 m) fino al Cort du Sass (Corte del Sasso, 1977 m) e al Corte di Mezzo (1839 m) che erano senz’acqua, lungo un percorso di oltre un chilometro.


Una parte dell’acquedotto era scavato nella viva roccia, una seconda parte era costruito con canali di sasso. Un lavoro tenace fatto con la forza dei muscoli e con pochissimi attrezzi: solo martello e scalpello.
Quando nel 1957, venne realizzata una nuova condotta dell’acqua in tubi di ferro, l’antica roggia venne interrata con inseriti i nuovi tubi. «Credendo di apportare una miglioria all’alpe si è ottenuto un effetto controproducente: la quantità di acqua condotta dalla tubazione in ferro risultò inferiore di quella che convogliava l’antica canalizzazione in sasso e come conseguenza si ebbe un inaridimento del pascolo che dovette essere abbandonato» (Angelo Valsecchi).
Fortunatamente nell’agosto del 1997, su iniziativa dell’Associazione per la Protezione del Patrimonio Artistico e Architettonico della Vallemaggia (APAV), si è proceduto al recupero dei primi 230 metri dell’antico acquedotto. Con grande sorpresa gli operai si sono resi conto che quarant’anni prima il vecchio canale era stato coperto con cura forse per proteggerlo in attesa di tempi migliori!
L'itinerario
Fusio (1281 m), Vacarisc (1535 m), Corte da l’Ovi (1617 m), Corte Mognola (1842 m) con la cascina della Memoria, Lago Mognola (2003 m): 2h e 30’ – 3h
Dal Lago si può salire a visitare l’Acquedotto Rosta da Canaa e tornare al Lago Mognola, oppure completare il giro fino al Corte del Sasso (1977 m), per scendere al Pass Corte di Mezzo (1850 m) dove si trova una impensabile e ricca palude, al Corte Vacarisc (1535 m) e di nuovo a Fusio (1281 m).
