Come fare

Le posizioni migliori per allattare il bebè

Un gesto spontaneo, ma non così scontato. Attenzione ad assicurarsi che il bambino non faccia sforzi eccessivi e sia ben attaccato al seno
Un gesto spontaneo, ma non così scontato. Attenzione ad assicurarsi che il bambino non faccia sforzi eccessivi e sia ben attaccato al seno
Red. Online
11.09.2020 18:30

Nutrire di sé il proprio bambino per donargli la vita. L’allattamento è uno dei momenti più delicati e importanti nei primi mesi dopo il parto. Si tratta di un gesto automatico: il neonato cerca inconsciamente il seno per attaccarsi al capezzolo della madre. Ma è anche l’inizio di un rapporto – quello tra la mamma e il suo bebè – istintivo, viscerale, profondo. Nonostante ciò, per la donna non è così scontato trovare la posizione più corretta per allattare il piccolo. Come fare allora?

Prima di tutto, occorre capire quando il neonato ha bisogno di mangiare. Solitamente quando ha fame il bimbo inizia ad aprire la bocca, tira fuori la lingua e gira la testa sia a destra che a sinistra alla ricerca del seno. A volte può mettersi a piangere e usa le dita come un piccolo ciuccio.

Occorre poi individuare la posizione più confortevole per dedicarsi con tranquillità a questo momento così delicato. C’è infatti chi preferisce stendersi a letto, mentre altre si siedono su una sedia o una poltrona. Gli esperti consigliano di sdraiarsi se si è subìto un taglio cesareo, dopo il parto o quando ci si sente stanchi. Se invece si allatta seduti occorre mantenere la schiena dritta, con i piedi appoggiati a terra o su uno sgabello, magari aiutandosi con alcuni cuscini.

Le posizioni più comuni del bambino in braccio sono tre: quella incrociata (con la testa del bambino appoggiata sulla mano che sostiene), quella classica (con la testa nell’incavo tra braccio e avambraccio) e la posizione «rugby» (con il braccio all’indietro e il bambino spostato su un lato).

In generale, si consiglia di tenere il piccolo vicino, con il volto di fronte al seno e testa, spalle e corpo allineati tra loro. Il bambino non si deve sforzare per raggiungere il capezzolo: è la donna che deve avvicinare il seno al neonato, e non viceversa.

Bisogna poi assicurarsi che il bambino sia ben attaccato: ciò avviene se il mento sfiora il seno, la bocca è molto aperta e se il piccolo alterna suzioni brevi con alcune più lunghe.

D’altra parte i benefici del latte materno sono molti, anche quando il bambino è nato prima del termine: si è verificato che l’incidenza di malattie come sepsi, meningite e enterocolite è inferiore per i bambini che si nutrono del latte della madre. Insomma, l’allattamento non solo è un momento importante per la relazione tra la madre e il suo bambino, ma porta vantaggi anche per la salute del nuovo arrivato.