LJ80, il “gippino” che creò la storia Suzuki in Europa

La Suzuki LJ80 è stato il primo fuoristrada compatto prodotto dalla marca giapponese a essere importato ufficialmente in Europa, oltre che il primo modello off-road dell’azienda a montare un motore quattro tempi. Si tratta di un prodotto che costituiva l’ultima evoluzione di una serie di 4x4 compatti (vere e proprie utilitarie) realizzate dapprima per il mercato interno e poi per pochi altri Stati come l’Australia (dove, come in Giappone, le auto hanno la guida a destra).

Lo sviluppo verso l'alto del modello LJ50 due tempi si concluse appunto con l'ultimo modello LJ, l'LJ80, che adottava un aspetto che evocava la Jeep originale ma con le dimensioni ridotte all’essenziale. A differenza della LJ50, adottava una mascherina con i gruppi ottici maggiorati, cofano bombato in relazione al maggior ingombro del propulsore quattro tempi e ruote da 15 pollici (195/80). Le modifiche alla carrozzeria integravano pure passaruota anteriori più grandi e quelli posteriori svasati per offrire un design più elegante. Sempre in merito al cofano, va detto che era ancora tenuto fermo da due clip a molla come sulle LJ precedenti, ma fu appunto leggermente rialzato per fare spazio al nuovo motore. Si trattava di un quattro cilindri monoalbero a camme in testa di 797 cc raffreddato ad acqua, con una potenza di 41 CV e 61 Nm di coppia. Adottava un cambio a 4 rapporti con riduttore, quattro freni a tamburo senza servofreno e le versioni disponibili erano la popolare (anche nella Confederazione elvetica) cabrio con portiere in metallo, la variante chiusa con tetto in lamiera e, solo per pochi mercati, la cabriolet con porte in tela e la versione pick-up (denominata LJ81) per trasporto merci. Grazie alle sospensioni con ponte rigido e balestre, vantava (e vanta tuttora) notevoli capacità "fuoristradistiche", mentre le sue dimensioni compatte lo rendono un veicolo straordinario sulle mulattiere strette di montagna.

Tra i Paesi che apprezzarono di più la LJ80 figura sicuramente l’Australia, dove entrò in commercio nel 1978, ma era solo l'inizio. Quando l'LJ80 fu esportato per la prima volta nei Paesi Bassi nel 1978 e poi nel resto d'Europa, questa Suzuki creò e consolidò un settore di mercato completamente nuovo per i veicoli ricreativi 4x4 divertenti. Nei primi tre anni di commercializzazione ne furono immatricolati 15'800 esemplari, il che costituiva all’epoca un risultato ottimo per questo genere di mezzi. Quanto fosse robusta la vettura la dimostra una performance in particolare: Josef Loder di Odelzhausen, in Germania, è entrato nella storia: il bavarese ha guidato infatti una LJ80 nel Rally Parigi-Dakar del 1982 e, pur senza assistenza ufficiale e altro sostegno, ha raggiunto il traguardo in Senegal.

Migliore esempio e apogeo della gamma LJ, la LJ80 fu appunto il primo autoveicolo Suzuki progettato con l'intenzione di essere esportato in tutto il mondo. Di conseguenza, la Suzuki LJ80 fece il suo debutto in Europa nei Paesi Bassi, prima di diffondersi a macchia d’olio in tutti i maggiori mercati del Vecchio continente. Il merito di tale affermazione va attribuito ai notevoli miglioramenti apportanti dal costruttore alla nuova LJ80 (eravamo nel 1977) rispetto ai prodotti precedenti. Del resto, le voci di un motore “più grande” per la LJ sono state costantemente smentite per anni da Suzuki, che voleva mantenere segreto lo sviluppo del nuovo propulsore.
Infatti, essendo la prima unità motrice quattro tempi di Suzuki, è stato sottoposto ad anni di test e sviluppo prima che gli ingegneri fossero soddisfatti. Il nuovo quattro cilindri monoalbero vantava del resto una migliore efficienza dei consumi ed emissioni molto più pulite rispetto ai suoi predecessori, senza contare che tra i grandi vantaggi figuravano la maggiore potenza, i rapporti del cambio studiati per offrire più brio, il telaio rinforzato, una migliore tenuta di strada grazie alle sospensioni posteriori ridisegnate e all'allargamento degli assali anteriore e posteriore di circa quattro pollici. L'LJ80 si è vista offrire anche i sedili e il volante migliorati. I 41 CV consentivano di aumentare la velocità massima a 130 km/, mentre il serbatoio del carburante aumentato a 40 litri permetteva una maggiore autonomia e facevano la sua comparsa sull'LJ80 spie aggiuntive, come quella per l'usura dei freni.
All'esterno, soprattutto per i mercati europei, la LJ80 adottava estensioni dei passaruota in plastica, il cofano mostrava nuove prese d'aria sul bordo anteriore e il fascione paraurti posteriore ridisegnato, con luci posteriori integrate nella carrozzeria. Nel 1979 la LJ80 decide di fare una sorta di face-lifting e il modello subisce perciò un aggiornamento minore: i fari sono leggermente più distanziati e si abbassano leggermente, mentre su tutti i mercati sono offerte ovunque le portiere in metallo. Oltre al metal-top a tetto rigido e alla cabriolet, ebbe un buon successo pure la LJ81 pick-up con un passo più lungo, che insieme alle altre due varianti della serie LJ restò in produzione fino al 1983.

La scheda (Suzuki LJ80 Soft Top cabrio, 1980)
Cilindrata:
797 cc
Potenza e coppia:
41 CV, 62 Nm
Velocità massima: 107 km/h
Accelerazione: 0-90 km/h in 36,6”
Consumo medio: 8,5 l/100 km
Peso a vuoto: 800 kg
Dati tecnici da: https://www.autobild.de/klassik/