Lavoro

Mamme in carriera: come gestire i figli

Le donne sanno spesso destreggiarsi alla grande, riuscendo a prendersi cura dei figli senza dimenticare il lavoro: è importante, però, lasciare i sensi di colpa alle spalle
Le donne sanno spesso destreggiarsi alla grande, riuscendo a prendersi cura dei figli senza dimenticare il lavoro: è importante, però, lasciare i sensi di colpa alle spalle
Red. Online
30.10.2020 18:30

Maternità e lavoro: una dicotomia cruciale per la vita di molte donne. Rispetto al passato, però, conciliare famiglia e impegni professionali sembra sia diventato più agevole. In Svizzera, negli ultimi 30 anni, la situazione è decisamente cambiata: in base ai dati raccolti dall’Ufficio federale di Statistica, se nel 1991 circa il 40% delle madri non aveva un lavoro retribuito, oggi solo una piccola percentuale di donne con figli, per la precisione una su cinque, sono mamme a tempo pieno. E le statistiche mostrano che la maggior parte delle donne ritorna al lavoro entro un anno dal parto.

A pesare ancora sulla coscienza di molte madri è, però, il senso di colpa, cioè quella sgradevole sensazione di non poter garantire ai figli una presenza costante e continua, soprattutto nei primi anni di vita. Ma una mamma che lavora, in realtà, possiede delle qualità che, se viste da un altro punto di vista, possono diventare un grande strumento di educazione e uno stimolo per la crescita dei propri figli.

Innanzitutto, una mamma lavoratrice può trasmettere un’energia positiva a tutta la famiglia condividendo le proprie soddisfazioni professionali. Il bambino si trova, così, davanti a un modello di donna felice e realizzata, che si giostra con estrema disinvoltura su più ruoli, diventando per tutti fonte di orgoglio e di entusiasmo.
Il tempo che la mamma in carriera trascorre in famiglia acquista, poi, un valore ancora maggiore. Il suo ritorno a casa diventa una festa per i figli, che ne apprezzano le coccole e le attenzioni quotidiane. Il bambino potrebbe inoltre essere già «vaccinato» di fronte alle difficoltà della crescita. Una mamma che lavora, infatti, anticipa l’autonomia del piccolo, che sarà pronto ad affrontare meglio gli imprevisti quotidiani che incontrerà lungo il percorso.

Certo, ottenere questi benefici richiede organizzazione. Le mamme lavoratrici, però, non devono per forza fare tutto da sole, ma possono farsi aiutare, anzi devono chiedere una mano. Una buona gestione dimezza la fatica. Le donne in carriera devono, allora, puntare a pianificare con un certo anticipo tutto quello che possono: orari, attività, aiuti da nonni, zie, tate o amici. L’importante, non solo per le mamme lavoratrici ma per ogni mamma in generale, è dimostrare, con gesti e parole, che il proprio figlio è più importante di tutto il resto e che la carriera non sostituirà, in nessun modo, questo legame: i lavori cambiano, ma solo l’amore resta.