718 Spyder, un’auto da pista più che da strada

Mettiamola così: se cercate un’auto in grado di coccolarvi e farvi assaporare il piacere e l’emozione di una gita con le carezze del vento, per quanto narcisisti possiate essere, questa Porsche 718 Spyder, dalle linee sportivissime ed eleganti che non vi faranno mai passare inosservati, non fa per voi. Perché d’accordo, la sua bellezza e la sua immagine da grande seduttrice vi faranno innamorare fin dal primo sguardo, ma una volta preso in mano il volante, vi accorgerete di non avere a che fare con una bestia docile e mansueta, quanto piuttosto con un animale dall’animo selvaggio e aggressivo. Porsche ha recuperato per questo modello (in precedenza dotato di propulsore a 4 cilindri) un sei cilindri aspirato: una sorta di ritorno all’antico, che ha aumentato la potenza di 45 CV portandola ora a 420, esattamente come la coppia motrice. Un modello sportivissimo dunque, sottolineato da scelte stilistiche raffinate come l’ampio spoiler anteriore (con un labbro un po’ troppo sporgente, che genera qualche problema nel parcheggio), i due diffusori posteriori e lo spoiler posizionato nella coda, che si attiva automaticamente quando si raggiungono i 120 km/h.


Il comfort è limitato, ovviamente parliamo di una due posti secca che monta il motore centrale. Accedere all’abitacolo, dall’impostazione corsaiola, esige un pizzico di agilità sia nel salire che nello scendere. I rivestimenti in alcantara sono abbondanti, la strumentazione di bordo è ancora in gran parte analogica, le portiere si aprono con una cinghia, dettaglio concesso nel mondo delle auto da corsa, ma che qui forse si poteva risparmiare, considerando il prezzo base della vettura, di 123’000 mila franchi.
Quando si gira la chiavetta per accendere il motore la sensazione è inebriante: il suono del propulsore è potente, profondo, e promette emozioni che in effetti quest’auto è in grado di regalare a grappoli.
Se la strada è un lungo rettilineo apprezzeremo la capacità di spinta del propulsore, uno spunto sontuoso capace di portarti da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi. Non sbagliamo però dicendo che la Spyder 718 il meglio di sé lo dà sulle strade strette e tortuose, ossia quando tutte le doti del telaio emergono con prepotenza. L’auto corre attaccata alla strada come se filasse su due binari, l’ingresso in curva è eccitante, fulmineo, l’impianto frenante spettacolare e in grado di regalare sicurezza. Si capisce subito che i progettisti hanno pensato più alle doti che l’auto deve avere in pista, che non sulla strada, dove l’assetto rigido del telaio si fa sentire. La taratura delle sospensioni poteva forse essere un po’ meno pesante, pensando all’uso quotidiano dell’auto.
La leva del cambio manuale a sei rapporti è esemplarmente a portata di mano, gli innesti sono un po’ duri, come dev’essere su una sportiva purosangue, lunghi il giusto. Quando ci si mette in marcia, si apprezza il lavoro del diffusore funzionale, che accelerando l’estrazione dell’aria dal sottoscocca aumenta l’aderenza al suolo dell’asse posteriore, creando un notevole effetto stabilità che permette di rimettere sul giusto assetto la vettura anche quando, dopo un’accelerazione in curva, si avverte un leggero scodinzolamento.
Tutto bene? Sì, ma... Se abbiamo comprato una spider è perché vogliamo utilizzarla senza la capote, giusto? Ed allora diciamo che forse Porsche in questo senso poteva fare meglio, evitando al conducente di dover fermare l’auto e scendere dalla stessa per sollevare il tettuccio e posizionarlo nel cofano posteriore. La capote va alzata, sollevata, ha due tiranti da sganciare e poi va stesa dopo aver aperto la portiera del baule. Tempo necessario? Un paio di minuti, che non sono la fine del mondo, ma comportano comunque un piccolo disagio per chi sta alla guida.

La scheda della 718 Spyder
Mi piace
La linea aerodinamica della 718 è un magnete che cattura la vista. L’abitacolo fa qualche concessione al lusso, utilizzando pelle con inserti in Alcantara. La parte che si apprezza di più è certamente la guida: l’auto è stabile, incollata alla strada, l’impianto frenante convincente, il motore spinge che è un piacere e il suono è per gli amanti della meccanica allo stato puro.
Non mi piace
L’apertura e la chiusura manuale del tettuccio non ci convince per nulla. In un’epoca dominata dalla tecnologia, dover scendere dall’auto per riporre la capote nel bagagliaio posteriore o farla riemergere per chiudere l’abitacolo appare una scelta anacronistica.
Il lunotto posteriore è così piccolo, che senza telecamera qualsiasi manovra in retromarcia sarebbe rischiosa. L’angolo «cieco» tra il lunotto e il finestrino della portiera impedisce la visibilità laterale, creando pericoli ad ogni incrocio.
Motore: boxer 6 cilindri ad aspirazione naturale
Cilindrata: 3'995 cc
Potenza e coppia: 420 CV e 420 Nm
Velocità massima: 301 km/h
Accelerazione: 0-100 km/h in 4,4”
Consumo medio: 10,9 l/100 km
Emissioni di CO2: 249 g/km