Le auto che hanno fatto la storia

A112 Abarth, l’utilitaria si fa grintosa

La sua produzione è iniziata nel 1971 ed è durata fino a metà degli anni ‘80: fu una delle piccole sportive dell’epoca più famose e ricercate
09.11.2020 17:05

L’Autobianchi A112 Abarth è una delle piccole sportive anni ’70 più famose e ricercate. Nata nel solco di utilitarie grintose di successo come la Mini Cooper S, la citycar della marca di Desio, in Lombardia, assorbita dal Gruppo Fiat e poi inserita nell’orbita Lancia, si proponeva come variante grintosa di un modello pensato anche per le guidatrici, che iniziavano a popolare sempre più le strade europee.
Ideata a fine anni ’60 l’A112 approfittò dell’ingresso nell’universo Fiat nel 1971 di Abarth. Fu proprio lo stesso fondatore Karl Abarth a presentare una di queste Autobianchi preparata per le competizioni che servì da spunto per ideare la versione di serie. E se nel caso del modello elaborato direttamente da Abarth il 4 cilindri sviluppava ben 100 CV, nel caso del 4 cilindri destinato alla produzione iniziata nel 1971, i cavalli saranno 58.
Fin da subito più economica della Mini, ma altrettanto fascinosa grazie alle caratterizzazioni estetiche (inserti e cofano neri, frontale con mascherina specifica, scarico sportivo, ruote ribassate), l’A112 Abarth vanta inoltre freni a disco anteriori maggiorati e adotta pure il servofreno, mentre restano immutate rispetto alle «sorelle» molle e ammortizzatori, ritenuti sufficientemente rigidi.
Anche all’interno la vettura propone aspetti chiaramente improntati alla sportività, come i sedili anatomici, il volante a tre razze dal diametro ridotto, la strumentazione più ricca con termometro e manometro dell’olio e voltmetro per la batteria. Inizialmente sarà commercializzata solo in un vivido color rosso.
Due anni dopo l’esordio sul mercato, la marca aggiorna il modello con un’evoluzione tutto sommato contenuta che nel ’75 (con la terza serie) lo vedrà adottare il motore dalla cilindrata portata da 982 a 1’050 cc, il che assicura la potenza massima di 70 CV. La velocità massima tocca ora i 160 km/h, valore elevato all’epoca nel caso di un’utilitaria per quanto sportiva. Dal profilo del look a metà anni ’70 si lavora sui gruppi ottici posteriori, ingranditi, dotati di luci di retromarcia e con una cornice nera che li avvolge, mentre all’interno il volante è ora a due razze, offrendo sempre una foggia «corsaiola».
Le generazioni di A112 Abarth saranno d’altronde numerose, ciascuna con piccoli particolari e ritocchi che la contraddistingue. Così, la quarta serie del ’78 svelerà una presa d’aria dinamica sul cofano, una mascherina con presa d’aria più grande e protezioni laterali sulle fiancate, mentre dagli anni ’80 la vettura evidenzia fascioni paracolpi in plastica sempre più generosi, gli interni rivestiti in velluto e, tecnicamente, il servofreno cede il posto a una pompa tandem a cilindri differenziali.

E se con gli anni ‘80 arrivano accensione elettronica e cambio a 5 marce, nel 1982 si tocca il milione di A112 assemblate. Un traguardo che induce l’azienda ad affinare ulteriormente la sua utilitaria con nuovi cerchi, un leggero facelifting che riguarda (ancora) i gruppi ottici, davanti e dietro, gli interni con rivestimenti in parte derivanti dalla Lancia Delta e altri dettagli. La settima e ultima generazione sarà costruita fino al dicembre 1984 (e venduta fino a luglio ’85) e offrirà i fendinebbia nei paraurti, la targa posteriore sul paraurti, i fanali posteriori uniti da una fascia con il logo Abarth. In totale ne saranno prodotte circa 120’000 unità, pari a quasi il 10% dell’intera produzione A112.
L’A112 Abarth sarà inoltre protagonista di una serie promozionale nei rally italiani, il Campionato Autobianchi A112 Abarth 70 HP (ma più noto come Trofeo A112) disputato dal 1977 al 1984, e con il quale si misero in evidenza piloti davvero validi come Attilio Bettega e Gianfranco Cunico.

La scheda dell'Autobianchi A112 Abarth 70 HP (1982)

Cilindrata: 1'049 cc
Potenza e coppia massima: 70 CV e 85,3 Nm
Velocità massima: 160 km/h
Accelerazione: n.d.
Consumo medio: 7,8 l/100 km
Peso a vuoto: 700 kg

Dati tecnici da: Quattroruote TAM/1982