BYD sbarca in Svizzera: «Presto punti vendita a Lugano e Bellinzona»

«Il Ticino è una regione strategica, un crocevia del mercato europeo. Con una clientela appassionata, a cui siamo convinti di poter offrire qualcosa di nuovo». Maria Grazia Davino, regional managing director per l’Europa di BYD, non ha dubbi: il debutto del colosso cinese dei veicoli a nuova energia in terra elvetica non poteva che iniziare dalla Svizzera italiana.
A Lugano e Bellinzona sono già in corso i preparativi per l’apertura delle prime due concessionarie ufficiali. L’annuncio è arrivato il 1. aprile alla Umwelt Arena di Spreitenbach, nel canton Argovia, dove BYD ha presentato la sua strategia per il mercato elvetico. Nessun pesce d’aprile, dunque, ma un passo concreto di un piano di espansione ambizioso, che prevede quindici punti vendita in Svizzera entro la fine dell’anno.
Ticino, un inizio importante
Determinante nella scelta ticinese è stata la collaborazione con Automotive Suisse, parte del gruppo Intergea. «Conosco bene le strutture del territorio», spiega Davino. «È un inizio importante, anche perché la Svizzera italiana può beneficiare dell’eco positiva che BYD sta registrando in Italia». Il riferimento è a un pubblico già sensibilizzato alla mobilità sostenibile, e forse più disposto a sperimentare soluzioni nuove, anche in un mercato storicamente legato a marchi consolidati.
La sfida, per BYD, non è solo industriale. È anche culturale. «Gli svizzeri hanno una forte tendenza allo status quo. Ma sempre più spesso parlano di tecnologia, e questo è un buon segnale. Le nostre auto non sono solo per chi guida: sono fatte per chi sale a bordo e vuole un’esperienza diversa, anche come passeggero». Per questo, sottolinea Davino, l’offerta non si limita al prezzo: «Abbiamo scelto una proposta accessibile, sì, ma soprattutto coerente con quello che offriamo in termini di contenuto».
Il debutto con tre modelli
In Svizzera debutta con tre modelli: la berlina full-electric SEAL, il SUV elettrico SEALION 7 e l’ibrida plug-in SEAL U DM-i. Tutti equipaggiati con tecnologie sviluppate internamente, tra cui la Blade Battery - priva di cobalto e progettata per superare severi standard di sicurezza - e un’architettura costruttiva che integra il pacco batterie nella struttura del veicolo per ottimizzare spazio ed efficienza.
La strategia commerciale, almeno per ora, punta su formule semplici e dirette: leasing a tasso zero, 3.000 km di ricarica gratuita all’anno e una garanzia di sei anni (otto per batteria e motore). «Siamo felici che i prezzi siano stati apprezzati, ma il vero valore è nel pacchetto complessivo. Offriamo vetture con interni di alta gamma, tetti panoramici, schermi rotanti da 15,6 pollici e un’abitabilità pensata per il comfort quotidiano», spiega la manager.
La sfida organizzativa
Oltre alla dimensione tecnica e commerciale, c’è però un altro aspetto che per Davino è cruciale: quello organizzativo. «La sfida più grande? Fare accadere tutto contemporaneamente, con la qualità che il settore si aspetta da un attore come noi». La manager sottolinea il lavoro di squadra, in corso in parallelo in altri mercati come la Repubblica Ceca, dove BYD sta replicando lo stesso modello: team misti, con giovani talenti affiancati da figure esperte, in una logica di scambio e crescita.
L’azienda cinese, fondata nel 1994 e oggi presente in oltre cento Paesi, è il primo costruttore al mondo ad aver abbandonato completamente i motori a combustione. Una scelta che ha consolidato la sua posizione nel settore dei NEV (New-Energy Vehicles), con oltre 10 milioni di unità prodotte. Solo nel 2024, oltre 4,2 milioni di clienti hanno scelto un’auto BYD. Una cifra che, secondo Davino, racconta più di tante campagne: «Non guardiamo alle critiche, ma alle possibilità. Il futuro va aperto come un’autostrada: per le idee, per i giovani, per chi cerca un’alternativa credibile».
Un banco di prova
E il Ticino, in questo scenario, è più di un punto sulla mappa. «È il banco di prova per un nuovo modo di pensare l’automobile: meno status symbol, più tecnologia accessibile. Un inizio che, se sarà accompagnato da una risposta positiva del mercato, potrebbe diventare un riferimento per l’intera Svizzera».