I "geni Jolie' non variano il successo delle cure

LONDRA - Le mutazioni genetiche che si ereditano dalla famiglia e che aumentano il rischio di tumore al seno, come quelle di Angelina Jolie, possono aumentare molto il rischio di tumore al seno, ma non influiscono sulla risposta alle terapie. Lo afferma uno studio pubblicato dal British Journal of Surgery, che secondo gli autori dovrebbe rassicurare le donne che non optano per l'asportazione preventiva di utero e ovaie come ha fatto l'attrice, la cui mamma e una zia sono morte proprio per il tumore.
Circa un quarto dei tumori al seno, spiegano gli autori, è legato a qualche componente genetica, come le mutazioni Brca1 e Brca2, quelle appunto di Angelina Jolie. La ricerca ha esaminato i dati di circa 3000 donne che avevano avuto una diagnosi di tumore al seno prima dei 41 anni, di cui circa due terzi non aveva familiarità per la malattia, quindi non aveva i fattori genetici predisponenti, mentre un terzo sì.
Sia sotto il profilo della crescita del tumore che della risposta al trattamento lo studio non ha trovato differenze tra i due gruppi, un segno che le mutazioni favoriscono l'insorgenza del tumore ma poi non ne influenzano il comportamento. "Le pazienti possono sentirsi rassicurate - afferma Ramsey Cutress della University of Southampton - perché le possibilità di essere curate con successo non variano".