Lancia Beta HPE, il modello che anticipa il crossover
Primo esempio di crossover tra berlina, coupé e station-wagon, la Lancia Beta HPE (acronimo di High Performance Estate) ha rivoluzionato a metà anni Settanta molti concetti legati alle vetture polivalenti. Elegante miscela dei tre tipi di carrozzeria la Beta HPE era considerata in sostanza un coupé tre porte con lo spazio interno maggiore di molte berline tradizionali.
Forte (ovviamente) di una notevole versatilità d’impiego in un periodo in cui le berline tre volumi erano lo standard insieme ai loro limiti pratici, quest’originale Lancia confermava nello stesso tempo lo spirito innovatore del prestigioso marchio fondato nel 1906 da Vincenzo Lancia e offriva alla clientela soluzioni molto apprezzate, come il divano posteriore sdoppiabile che permetteva di caricare merci anche molto lunghe. Del resto, il portellone fino ad allora era considerato una peculiarità delle sole “familiari” e la scelta originale d’inserirlo nel look di un coupé derivato da una berlina (due volumi) aveva fatto scalpore.
Grazie a questa soluzione era possibile viaggiare in due, in tre o in quattro caricando un volume di mercanzie variabile a seconda delle necessità e la Beta HPE si dimostrava già allora perfetta per gli amanti di discipline come il golf o della palestra, che non avevano molte possibilità di trovare un’auto elegante quanto spaziosa e sportiveggiante quanto pratica sui mercati di allora.
Infatti, il vano bagagli poteva accogliere fino a 1,2 metri cubi di carico, restando appunto estremamente modulabile. La lunghezza dell’auto era ridotta sensibilmente, a 4,285 metri, e va rilevato che il lunotto adottava sia una caratteristica “veneziana” parasole, sia il tergi-cristallo – altra rarità per l’epoca.
In opzione era disponibile anche un materasso che consentiva di trasformare la vettura in un “letto provvisorio” per due persone.
Meccanicamente all’esordio offriva i motori (e il cambio) della Beta berlina e del coupé di maggior cilindrata (escludendo il 1300), ma tanto il “millesei”, quanto il generoso 1,8 litri si vedevano la potenza ridotta rispetto al modello d’origine, offrendo rispettivamente 103 e 111 CV.
Con l’arrivo della seconda e della terza serie la Beta HPE fu costantemente affinata e mi-gliorata tanto sul piano estetico, quanto su quello tecnico e pratico.
Nel 1981, con l’arrivo in listino della quarta generazione (anche se si tratta piuttosto di restyling) fu adottato pu-re il 2,0 litri Volumex con compressore a lobi da 136 CV (l’aspirato ne vantava 119, saliti poi a 122 con l’iniezione elettronica), la sigla si tramutò in “H.P. Executive” e la dotazione di serie adottò, tra l’altro, pure una coppia di luci retronebbia.
Grazie al suo spirito polivalente la Beta HPE ottenne un buon successo commerciale soprattutto in Francia e nel Regno Unito, dove la Lancia vantava un notevole “zoccolo duro” di estimatori, fino alla sua uscita di produzione a metà anni Ottanta, dieci anni dopo l’esordio al Salone di Ginevra. Complessivamente furono prodotte 71’257 Beta HPE, 2’369 delle quali nella potente versione Volumex.
La scheda della Lancia Beta H.P. Executive 1600 (1982)
Cilindrata: 1'585 cc
Potenza e coppia: 102 CV, 134 Nm
Velocità massima: 172 km/h
Accelerazione: 0-100 km/h in 11,4”
Consumo medio: 9,3 l/100 km
Peso a vuoto: 1'060 kg
Dati tecnici da: Quattroruote TAM/1982