Corriere estate

Niente multe alle infradito

Paese che vai, usanza che trovi, anche in quanto a regole della circolazione - In molti luoghi si può guidare anche scalzi, ma occhio poi con le assicurazioni
Foto Shutterstock
Paolo Galli
20.07.2019 06:00

Isoletta della Grecia. Il sole è basso, si avvicina la sera, è tempo quindi di tornare a quella che provvisoriamente chiamiamo casa. Saliamo sull’auto a noleggio, che traballa un po’. Tu allunghi i piedi, nudi, sul cruscotto – pioggia di sabbia sul tappetino – Io indosso gli infradito e accendo il motore. Siamo in viaggio. Ecco, cosa c’è di sbagliato in questa immagine? Di sicuro non la Grecia. E il sole? La sabbia? Macché. L’auto traballante forse? Figuriamoci. È estate, che problema ci fa qualche strambo rumore dal motore. Ah, e le infradito? Già. Saranno un errore? Al netto dell’estetica – meglio il mocasso, dai, ça va sans dire, un’espadrilla, toh – e del buon senso, pare proprio di no. Il TCS ammette: «In Svizzera e nei Paesi limitrofi non esistono prescrizioni che vietano di guidare a piedi nudi, con gli infradito, con i tacchi alti o con gli stivali di gomma. Tuttavia, se si verificasse un incidente perché il conducente indossava calzature non adeguate, la polizia potrebbe sanzionarlo e l’assicurazione potrebbe sollevare dei problemi». Non sempre si bada alle regole di circolazione in vigore nei Paesi esteri. Sarebbe buona cosa informarsi prima di partire, anche perché si potrebbero scoprire leggi curiose. Per dire: in Croazia e in Russia si devono avere le lampadine di riserva dei fari, mentre in Serbia e in Macedonia occorrono i cavi di traino. In Estonia? Guai a dimenticare un cuneo per bloccare la ruota in caso di necessità. In Austria è vietato suonare il clacson di notte. Oddio, meglio evitare anche dalle nostre parti (abitudine coatta comunque presente). E torniamo alla Grecia. Come si fa a non bere un bicchiere di vinello (rosato?), la sera, in accompagnamento a una grigliata di pesce? E poi un passito, non appena posato il cucchiaino servito a gustare una tazzina di yogurt con miele e noci. Occhio però a non superare i limiti. Occhio, in particolare, se siete non in Grecia ma in Ungheria e Repubblica Ceca: lì non tollerano la minima presenza di alcool nel sangue. Nei Paesi scandinavi, è consentito al massimo lo 0,2 per mille. Si può alzare leggermente il gomito – meglio di no, eh – in Gran Bretagna e Liechtenstein, dove accettano lo 0,8. Paese che vai, usanza che trovi. Vale anche per le licenze di condurre. La licenza svizzera è riconosciuta in tutti i Paesi dell’UE, così come in Macedonia, Ucraina e Turchia. La licenza internazionale serve comunque in tante altre zone extra-europee, dall’Angola allo Zimbabwe. In Giappone? Ok la licenza svizzera, ma con traduzione ufficiale in giapponese. Negli Stati Uniti? Non tutti gli agenti di polizia potrebbero riconoscere la nostra tesserina: meglio non rischiare, anche perché il permesso internazionale spesso sono le società di autonoleggio a richiederlo. E se, una volta rientrati dall’estero, si riceve una multa? Lo stesso TCS consiglia di pagarla. Al di là delle spese di richiamo, in alcuni Paesi potrebbe scattare un divieto di entrata oppure da lì una segnalazione alle autorità elvetiche. E lì sono guai, infradito o no.