In azienda

Pause durante il lavoro: ecco cosa dice la legge

La durata della sosta è stabilita sulla base delle ore di attività durante la giornata. Generalmente non è remunerata, ma ci sono alcune eccezioni.
La durata della sosta è stabilita sulla base delle ore di attività durante la giornata. Generalmente non è remunerata, ma ci sono alcune eccezioni.
Red. Online
21.05.2021 09:00

Tra i diritti di ogni lavoratore si ricorda la possibilità di effettuare una pausa nel corso della giornata, necessaria per recuperare le energie e ristorarsi. Questo, perlomeno, quando operai o impiegati hanno già lavorato un determinato numero di ore consecutive. I dettagli sulla durata delle prestazioni da cui deriva la pausa, nonché l’entità della stessa, sono ovviamente stabiliti dalla legge, la quale chiarisce anche la questione della rimunerazione.

In primo luogo, il diritto stabilisce che sono da considerarsi pause tutte le interruzioni dalla propria operatività durante le quali si ha la possibilità di ristorarsi. Queste sono collocate in genere a metà dell’orario di lavoro giornaliero. Al contrario, non sono ritenute pause le interruzioni di ordine tecnico che non consentono il riposo. Come anticipato, la durata del «break» è legata al numero di ore in attività. Nello specifico, un quarto d’ora se il lavoro giornaliero dura più di cinque ore e mezzo, mezz’ora se dura più di sette ore, un’ora se dura più di nove ore. Va specificato che secondo la legge le pause non sono considerate orario di lavoro e possono non essere remunerate. Ma naturalmente l’imprenditore può far valere i periodi di riposo alla pari di prestazioni stipendiate, potendo anche stabilire discrezionalmente di concederne di più lunghi.

L’unica eccezione alla regola che di base vede le pause non remunerate si ha quando al dipendente non è concesso lasciare il posto di lavoro durante la sosta. In tal caso il tempo dedicato al pranzo e al riposo conta come quello prestato per l’attività in azienda. Ciò vale, ad esempio, per gli addetti che non possono lasciare la propria postazione, perché pronti a intervenire in ogni momento su attrezzature e macchinari. Deve comunque essere garantito riposo e ristoro in condizioni igieniche accettabili. Per quanto riguarda il luogo adibito alla pausa, l’impresa può indicarlo nel proprio regolamento, stabilendo per esempio che si svolga all’interno dei locali di riposo aziendali. Il datore di lavoro può anche decidere i momenti in cui si è autorizzati al pranzo, magari scaglionando l’intervallo su più turni garantendo che la mensa non sia affollata.

La pausa non è solo un diritto, ma anche un obbligo nei confronti dei dipendenti. Non è quindi possibile rinunciarvi per poi andare a casa in anticipo. La ratio della norma sta nella funzione di prevenzione di errori e incidenti sul lavoro causati da stanchezza e poca concentrazione.