Ronco sopra Ascona
La chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino sorge ai margini del nucleo antico, su un terrazzo che guarda il Lago Maggiore. L’attuale edificio risale nelle sue parti più antiche al Quattrocento, anche se nei secoli successivi diversi interventi ne modificarono l’aspetto. L’interno si presenta decorato da affreschi, stucchi e scagliole, che impreziosiscono la navata e il coro.
L’altare di San Rocco è arricchito da scagliole provenienti dalla bottega dei Pancaldi di Ascona. Opere simili sono presenti in molte chiese ticinesi e buona parte sono state eseguite proprio da Giuseppe Maria Pancaldi e dal figlio Carlo Giuseppe (XVIII secolo). La tecnica della scagliola usa materiali poveri (perlopiù gesso, colla e colori) lavorati al fine di imitarne altri più pregiati, ad esempio il marmo. I risultati sono davvero molto decorativi e colpiscono per il disegno fantasioso e la vivacità dei colori. Questa tecnica artigianale era particolarmente diffusa in epoca barocca ed ebbe molta fortuna anche nella Svizzera italiana.
Il bell’altare maggiore in marmo del Settecento custodisce invece il dipinto di Antonio Ciseri dedicato a San Martino, patrono della chiesa.
Interessante il ciclo delle allegorie dei mesi, risalente al 1491-92 e dovuto per ciò che riguarda la parete sud ad Antonio da Tradate, un pittore molto attivo nella regione. Abbastanza leggibili i mesi di luglio che miete, agosto nelle vesti di un ammalato, ottobre e novembre che raccolgono castagne e stramaglia, dicembre che fa la mazza e, sul lato opposto, marzo che soffia.
Il villaggio e la collina
Un tempo villaggio di contadini, vignaioli ed emigranti, già citato nel 1264 come «Roncho de Schona» (designazione che sottolinea il suo essere «riserva agricola» di Ascona), oggi Ronco è ambita meta turistica e patria d’adozione di alcuni artisti, che qui trovano tranquillità e un nucleo che conserva, in parte, il suo aspetto rustico. Le case, addossate le une alle altre, si affacciano su strette viuzze. Vicoli e scalinate si susseguono e i passaggi tra le case formano caratteristiche gallerie.
In fondo a Via Ciseri parte il panoramico sentiero «della Grusna». Giunti a Bona Femina si segue la strada asfaltata che porta alla frazione di Fontana Martina, abitata fino alla fine dell’Ottocento e poi abbandonata. Nel 1923 Fritz Jordi, un giovane tipografo socialista bernese, acquistò e riattò alcuni rustici con l’intento di fondare una comune rurale e diede vita (1931-32) al quindicinale «Fontana Martina» che si occupava di tematiche sociali, ecologiche ed artistiche. Si può poi proseguire sul sentiero che scende a Crodolo, nei pressi della centrale elettrica, sulla strada cantonale, dove c’è una fermata del bus Locarno-Brissago.
Un'altra passeggiata panoramica conduce da Ronco al Monte Verità di Ascona, lungo via Gottardo Madonna, una strada poco trafficata e immersa nel bosco.