MUSEI & MONUMENTI / Musei

Musei etnografici

Il Ticino ha un passato rurale che è ben raccontato da una rete di dodici musei etnografici, luoghi di apertura che forniscono spunti di riflessione sulla storia del cantone e sulla sua evoluzione. Turisticamente i più attrattivi sono quelli ospitati in antichi palazzi nelle più belle valli del Ticino; qui di seguito si trova una breve descrizione di quelli che fanno parte dell'Associazione Musei Etnografici Ticinesi.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

 

 

 

 

 

Museo di Valmaggia - Cevio

La Vallemaggia ricopre un quinto della superficie del Ticino. Si estende per 50 chilometri dal Lago Maggiore fino alle vette che si innalzano oltre i 3000 metri. Il paesaggio, montagnoso con valli laterali, è dominato dalle forze della natura. L’uomo per millenni ha cercato di sfruttare le magre risorse della montagna. Il Museo di Valmaggia a Cevio rappresenta una tappa indispensabile per conoscere la valle e le sorprendenti testimonianze lasciate dall’uomo sul territorio, a dimostrazione della funzionalità e dell’ingegnosità del suo lavoro quotidiano. Il museo dispone di due sedi espositive nel quartiere di Cevio Vecchio, formato da case borghesi costruite a partire dal 1500 dalle famiglie Franzoni, che per oltre due secoli affiancarono i landfogti (i rappresentanti dei cantoni confederati a cui sottostava il Ticino), svolgendo un’importante funzione politica ed economica.

Apertura: aprile - ottobre

martedì - domenica, 13.30 - 17.00

Tel. +41 (0)91754 23 68

 

  

Museo etnografico della Valle di Muggio - Cabbio

Il Museo etnografico della Valle di Muggio (premiata quale Paesaggio svizzero dell'anno 2014) può essere definito come un «museo nel territorio». Non è infatti concepito come un luogo di raccolta di oggetti, ma invita il visitatore a percorrere la valle per scoprire realtà di interesse museografico, come le nevere per la conservazione del latte, i roccoli per catturare gli uccelli di passo, i mulini per la macina del granoturco e delle castagne, le «graa» per l’essiccazione delle castagne. La sede di Casa Cantoni a Cabbio assume così la funzione di centro dove si possono ottenere le informazioni utili per muoversi alla scoperta del territorio.  Questo tipo di museo si distingue pertanto da quelli classici. Il Museo possiede quattro tipi di collezioni: gli edifici sparsi nel territorio, gli oggetti della civiltà rurale, una collezione di migliaia di immagini dedicate al paesaggio e una vasta documentazione tematica cartacea e digitale.

Apertura: aprile - novembre

martedì - domenica, 14.00 - 17.00

Tel. +41 (0)91 690 20 38 

 

  

Museo di Val Verzasca - Sonogno

La valle Verzasca è famosa soprattutto per i suoi splendidi villaggi, per le acque limpide di color smeraldo del suo fiume e per il suo ambiente naturale e incontaminato. Dal Medioevo fino a metà del Novecento i verzaschesi hanno vissuto di agricoltura e pastorizia. Donne, uomini e bambini praticavano la transumanza, che li costringeva a continui cambi di dimora nel corso dell’anno per sfruttare le risorse della valle e del Piano di Magadino. Il museo, con sede in una tipica casa verzaschese a Sonogno, racconta la storia della valle anche grazie a un modello tridimensionale del territorio, che ne mostra i mutamenti paesaggistici e storici. Una sezione è dedicata all’emigrazione degli spazzacamini, altro tratto caratteristico del passato di questa valle. Oltre alle sue sedi espositive, il Museo di Val Verzasca spazia sul territorio con cinque itinerari etnografici. Lungo i sentieri, nei boschi e sui numerosi monti si celano preziose testimonianze di un mondo contadino di altri tempi che è stato valorizzato attraverso percorsi escursionistici tematici, lungo i quali pannelli informativi guidano il visitatore alla scoperta dei luoghi meno noti della valle.

Apertura: aprile - ottobre

martedì - domenica, 11.00 - 16.00

Tel. +41 (91) 746 17 77  

 

  

Museo Onsernonese - Loco

La valle Onsernone ha conservato una fisionomia particolare: è molto verde, selvaggia, un po’ schiva e appartata. Per queste sue caratteristiche è stata amata da artisti e scrittori famosi, tra i quali Max Frisch, che la elesse «patria dell’anima». Il Museo Onsernonese ha sede in un antico edificio di Loco e illustra la storia, la natura e la cultura della valle, con particolare attenzione alla tradizionale industria della paglia, un'attività che si è sviluppata già nel XVI secolo impegnando buona parte della popolazione fino alla fine dell’Ottocento. A Berzona è attivo l’atelier Pagliarte, dove si continua a lavorare la paglia creando cappelli, borse e accessori di gusto contemporaneo. Un interessante mulino ad acqua gestito dal museo, che macina diversi tipi di farina da polenta e la farina bona, si trova all’uscita del paese di Loco. 

Apertura: aprile - giugno (mercoledì/giovedi/sabato/domenica, 14.00 - 17.00) / luglio - ottobre (mercoledì - domenica, 14.00 - 17.00) 

Tel. +41 (0)91 797 10 70 

 

 

Museo storico etnografico Valle di Blenio - Lottigna

La valle di Blenio, soprannominata «Valle del Sole», si estende da Biasca al Lucomagno fino a quota 1916 metri. È un ampio parco di interesse naturalistico, con una vasta rete di sentieri (oltre 500 km) e con un ricco patrimonio storico e culturale. Il territorio propone numerose interessanti testimonianze di vita, di lavoro e di fede. Il museo è ospitato in un monumentale palazzo del Cinquecento a Lottigna. La facciata è interamente affrescata con gli stemmi dei rappresentanti dei tre cantoni svizzeri primitivi, i landfogti, che per tre secoli governarono il baliaggio di Blenio. L’esposizione permanente è strutturata per temi: l’economia agro-pastorale e l’artigianato. In una sala sono raccolti alcuni esempi di mobili intagliati, prodotti dall’artigianato artistico dell’alta valle; in un’altra sono stati ricostruiti l’officina del fabbro e il mulino. Nell’antico arsenale si trovano delle raffigurazioni rappresentanti la viticoltura. Molto interessante anche la Sala Mosè Bertoni. Nativo del luogo, nel 1893 Bertoni fondò in Paraguay «Guillermo Tell», una colonia agricola e scientifica che metteva in pratica ideali anarco-socialisti. Oltre alla sede di Lottigna, questo museo comprende anche la storica Cà da Rivöi di Olivone, una tipica abitazione bleniese del 1658, che funse anche da scuola.

Apertura: Aprile - ottobre

martedì - domenica 14.00 - 17.30

Tel: +41 (0)91 871 19 77

 

  

Museo di Leventina - Giornico

Questo museo si caratterizza per l’approccio antropologico alle tematiche presentate, che conducono il visitatore lungo un percorso interattivo toccando temi legati all’identità e alla ritualità tramite oggetti, video e riproduzioni audio. Ascoltare in semioscurità antiche testimonianze vocali, ritrovarsi nella «Belle Epoque» di Faido, passare in rassegna gli amuleti per il viaggio, leggere quale fosse il ruolo della donna negli antichi statuti, prendere coscienza delle ristrettezze economiche della valle attraversando un corridoio stretto che si apre su una sala dedicata all’arrivo della ferrovia, sono solo spunti per far rivivere il percorso storico che ha plasmato la Leventina di oggi. L’itinerario espositivo interroga il visitatore suggerendo domande le cui risposte si trovano negli oggetti presentati, tutti leventinesi, della collezione del museo. Il percorso della visita si conclude sulla terrazza belvedere, che permette di guardare la realtà odierna della Leventina con occhi più consapevoli. All'uscita, nella sala conferenze, si trova infine il «Totem Leventina»; una postazione di particolare interesse per la ricerca e la visualizzazione di documenti audiovisivi conservati negli archivi RSI e di altri materiali digitali prodotti dal Museo di Leventina. 

Apertura: maggio - ottobre

martedì - domenica 14.00 - 17.00

Tel: +41 (0)91 864 25 22

 

  

Museo della civiltà contadina - Stabio

La mostra permanente del museo si sviluppa su due sale, nelle quali vengono presentati un migliaio di oggetti articolati su 15 tematiche didattiche dedicate alla civiltà contadina. «Si arriverà così al carro trainato dal bue – si legge sulla presentazione internet del museo – dopo avere osservato gli attrezzi dedicati al taglialegna, al falegname, al carradore, al fabbro, al maniscalco e, infine, al sellaio». Grazie a questo allestimento il visitatore può cogliere la consequenzialità e le connessioni tra i temi presentati. Per rendere la visita esperienziale, alcuni oggetti sono stati rimessi in funzione, così da permettere un approccio a gesti del passato ormai scomparsi.

Il museo rimane chiuso per ristrutturazione fino a ottobre 2023

Tel: +41 (0)91 641 69 90

 

  

Museo Walserhaus - Bosco Gurin

Creato nel 1938 per raccontare e salvaguardare la storia della comunità Walser dei Guriner di Bosco Gurin e di altri insediamenti analoghi in Italia, è stato il primo museo etnografico del Canton Ticino. È ospitato in una casa del Quattrocento, a cui si sono poi aggiunte due torbe e un orto nelle immediate vicinanze. Come si legge sul sito internet, il Walserhaus è innanzitutto un museo linguistico dedicato al tedesco Walser, di cui «documenta la lenta scomparsa come un dizionario degli oggetti. La lingua è infatti illustrata e resa comprensibile tramite gli oggetti e le relative diciture. Oltre a ciò è rappresentata in modo esplicito, spiegata e resa ascoltabile grazie ad audiobox».

Apertura: aprile - ottobre

martedì – sabato: 10.00 – 11.30 / 13.30 – 17.00 / domenica 13.30 - 17.00

Tel: +41 (0)91 754 18 19

 

  

Museo delle Centovalli e Pedemonte - Intragna

Ospitato nella seicentesca Casa Maggetti situata al centro del nucleo storico di Intragna il museo venne aperto nel 1989 e fu in seguito più volte ristrutturato, l’ultima volta nel 2007-8. Propone una ventina di spazi espositivi, con oggetti, documenti scritti e audio delle Centovalli e delle Terre di Pedemonte, nonché opere d’arte esposte seguendo un filo conduttore che accompagna il visitatore lungo un percorso della memoria. Alcuni spazi sono dedicati alla figura di personaggi storici significativi per la storia della valle.

A partire dal 2006 è stato aperto al pubblico anche il vicino campanile della chiesa parrocchiale di San Gottardo. Con i suoi oltre 65 metri è la torre campanaria più alta del Ticino. Rivolgendosi al museo la si può visitare e salire fino al piano delle campane, che offre un fantastico panorama.

Apertura: aprile - ottobre

martedì - giovedì: 14.00 - 18.00 / venerdì - sabato: 9.30 - 12.30 + 14.00 - 18.00 / domenica: 14.00 - 18.00

Tel: +41 (0)91 96 25 77

 

 

Museo della Pesca - Caslano

Il Museo della Pesca di Caslano, inaugurato nel 1993 con l’intento di documentare le tradizioni e le tecniche legate al mondo della pesca, si è notevolmente sviluppato nel corso degli anni, tanto da diventare il più importante nel suo genere in Svizzera. Dal 2010 è ospitato nella Villa Carolina in riva al lago, sul tragitto della bella passeggiata attorno al Monte Caslano. Al piano terra trovano posto una sala multimediale e mostre temporanee. Nel grande ambiente al primo piano, attorno a una barca da pesca completamente attrezzata, ruota il percorso tematico principale dedicato ai pesci, al loro ambiente e alle tecniche di pesca tradizionali. L'esposizione didattica affronta poi le tematiche della pesca sportiva, della pesca a mosca e delle peschiere per le anguille sul fiume Tresa. Completa l’offerta una nutrita biblioteca con gradevoli spazi di lettura.

Apertura: aprile - ottobre

martedi, giovedi e domenica, 14.00-17.00 (luglio e agosto, 16.00-19.00)

Tel: +41 (0)91 606 63 63

 

  

Museo del Malcantone - Curio

Il Museo del Malcantone, aperto al pubblico dal 1989, ha sede in un bell'edificio neoclassico, che fu progettato dall'architetto Luigi Fontana nel 1853 per ospitare la prima scuola professionale della Svizzera italiana, una scuola di disegno. Nel museo di Curio si possono visitare mostre temporanee e un'esposizione permanente distribuita in varie sale. Nella sala della civiltà rustica, sono presentati in sintesi attività e momenti di vita della popolazione malcantonese fin verso la metà del 20.mo secolo: caccia, pesca, agricoltura, artigianato, pastorizia, viticoltura, usanze e tradizioni varie. Altre quattro piccole sale sono dedicate ai temi dell'abitare, della religiosità e dell'emigrazione. Quest'ultima in particolare ricorda architetti, urbanisti e incisori di fama mondiale – fra i quali Domenico Trezzini e Giacomo Mercoli – e illustra i mestieri più umili del gessatore e dello stuccatore – al cui insegnamento erano preposte le scuole di disegno di Curio e Breno – e del fornaciaio, molto diffuso fra gli emigranti stagionali malcantonesi.

Apertura: aprile - ottobre

mercoledì e domenica, 14.00-17.00

Tel: +41 (0)91 606 31 72

 

 

Etnorama

Questi musei etnografici sono rappresentati all'interno di un'istallazione itinerante che si sposta in varie località. Si tratta di un'offerta innovativa che propone al visitatore un viaggio nello spazio e nel tempo, una connessione con il passato, grazie a modalità inaspettate e innovative nel presentare le attività dei musei etnografici della rete.

 

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