Ecco GPT-4, l'evoluzione di ChatGPT
OpenAI non si ferma. E come potrebbe? Dopo ChatGPT, la start-up più chiacchierata nel settore dell’intelligenza artificiale ha presentato GPT-4, un modello di linguaggio ancora più potente, capace non solo di rispondere a un’incredibile varietà di domande e ordini, ma di gestire istruzioni molto più complesse rispetto a GPT-3.5, la versione precedente. Non solo, a detta di OpenAI il nuovo modello è pure più affidabile e creativo. Roba da leccarsi i baffi, insomma.
GPT cosa?
GPT, ricordiamo, sta per Generative Pretrained Transformer. Significa, in sostanza, che il chatbot è in grado di generare un testo da solo e che, per farlo, utilizza un’intelligenza artificiale. Una particolare, definita modello linguistico di grandi dimensioni o LMM, addestrata sfruttando dati raccolti da Internet.
Il fatto che si parli, in queste ore, di GPT-4 in termini entusiastici è perché la nuova versione è multimodale. Tradotto: accetta, come input, tanto i testi quanto le immagini. Non solo, GPT-4 è più preciso: può calcolare all’istante la tassazione di una persona o, ancora, descrivere in modo dettagliato un’immagine. Alla bisogna, un po’ come il suo predecessore, può anche raccontare barzellette o fungere da consulente medico (occhio, però, che il dottor Google a suo tempo ha già fatto parecchi danni).
Che cosa cambia?
Il sistema, ha detto OpenAI, è stato sottoposto a sei mesi di formazione sulla sicurezza. E ancora: nei test interni ha dimostrato di avere «l’82% in meno di probabilità di rispondere a richieste di contenuti non consentiti e il 40% in più di probabilità di produrre risposte concrete rispetto a GPT-3.5». Ciononostante, fa notare l’azienda, «in una conversazione casuale la distinzione tra GPT-3.5 e GPT-4 può essere sottile. La differenza emerge quando aumenta la complessità della richiesta». E questo perché, appunto, «GPT-4 è più affidabile, creativo e in grado di gestire istruzioni molto più complesse rispetto a GPT-3.5».
La nuova versione, leggiamo, eviterà anche risposte del tutto inventate. Date, spesso, con la stessa autorità e autorevolezza di quelle corrette. Come se il chatbot si sentisse in dovere di apparire sempre dotto e acculturato. Le eviterà, sì, ma non del tutto. Anche perché le intelligenze artificiali non hanno idea di cosa sia vero e cosa sia falso. Dunque, in un modo o nell’altro potranno comunque generare ancora testi sbagliati.
La mano di Microsoft
OpenAI, nel frattempo, ha cercato e sta cercando di dare concretezza alle proprie ambizioni. Di trovare, insomma, uno sbocco commerciale ai propri prodotti. Di qui gli accordi, già presi, con diverse aziende per integrare proprio GPT-4. Duolingo, Stripe e Khan Academy fra le altre. Il nuovo modello, che sta alimentando la versione potenziata di Bing, il motore di ricerca targato Microsoft, è disponibile tramite ChatGPT Plus, l’abbonamento mensile (20 dollari) al chatbot di OpenAI.
Dietro a OpenAI, oramai, c’è Microsoft, colosso tech che aveva investito e tanto, a suo tempo, nella start-up e che a gennaio ha annunciato ulteriori investimenti. Garantendosi importanti vantaggi competitivi, a immagine di Bing e Edge potenziati con l’intelligenza artificiale, presente oramai anche in Skype, Windows e, a stretto giro di posta, nella suite di Office. Della serie: il nostro modo di lavorare cambierà radicalmente.