Elon Musk e quegli account inattivi su Twitter
A Elon Musk, lo sappiamo, piace fare le cose per bene. Su Twitter, in particolare. Come annunciato da lui stesso in alcuni cinguettii pubblicati lunedì, l'ultima decisione presa per il social network sarebbe quella di eliminare tutti gli account inattivi. Per dirla in altre parole, tutti quei profili che non accedono a Twitter da tempo verranno cancellati. Rimossi. «Probabilmente vedrete diminuire il numero dei vostri followers» ha prontamente avvertito Musk. Ma perché procedere in questa direzione?
Liberare i nomi utenti occupati
Queste «pulizie di primavera» (leggermente in ritardo) su Twitter, dopotutto, qualche beneficio lo porterebbero. Per prima cosa, cancellando gli account inattivi si andrebbero a liberare diversi nomi utente che fino ad ora erano occupati da altre persone. Pionieri del social network, che potrebbero essersi iscritti anni e anni fa, abbandonando poi il proprio profilo dopo aver pubblicato qualche cinguettio. Le richieste in tal senso, d'altro canto, erano già state diverse. Tant'è che già a ottobre, dopo aver acquistato Twitter, Musk aveva fatto sapere di voler rimediare al problema. Aggiungendo, un paio di mesi dopo, che presto sarebbero stati eliminati un miliardo e mezzo di account, liberando di conseguenza altrettanti nomi utente. Ora, a distanza di mesi, l'operazione sembrerebbe essere entrata nel vivo. E presto, le innumerevoli richieste accumulatesi negli anni potrebbero venire soddisfatte.
E la memoria digitale?
Ma attenzione. Se da un lato la decisione di Musk potrebbe seriamente aiutare a far pulizia su Twitter, dall'altro eliminare gli account inattivi solleva anche qualche problema. Riavvolgiamo il nastro. Twitter è stato fondato nel 2006 da Jack Dorsey. Da quel giorno di marzo, sono passate quasi diciassette primavere. In poco meno di vent'anni, la piattaforma ha ospitato miliardi e miliardi di account. Dalle celebrità, a chi ha fatto del social network il suo diario personale per un po'. Da qui il problema. Cancellare gli account inattivi non significa solo fare piazza pulita di tutti quei profili che si sono iscritti sulla piattaforma, abbandonandola dopo poco tempo. Eliminare gli utenti che non accedono a Twitter da un po' vuol dire anche dire addio ad account vissuti. E a tutti i ricordi ad essi collegati. Basti pensare agli account di personaggi famosi deceduti, e a quanta memoria digitale andrebbe persa in questo modo. Lo stesso vale per gli utenti che nel corso degli anni hanno fatto «la storia di Twitter».
Come dimostrano le centinaia di commenti sotto il tweet dell'annuncio di Musk, la questione sembra stare a cuore a moltissimi. Di più, diversi utenti hanno suggerito al 51.enne diverse soluzioni per non dover ricorrere necessariamente all'eliminazione dei profili. Qualcuno suggerisce di dare un badge di colore differente agli account inattivi. Qualcun altro propone di inserire un'etichetta speciale, con la dicitura "archiviato". E a tal proposito, Musk rassicura. Eliminare i profili inattivi non significherà perdere memoria digitale. «Gli account verranno archiviati». Ma per il patron di Twitter resta pur sempre fondamentale liberare tutti quei nomi utenti abbandonati nei meandri della piattaforma. E l'invito del social network rimane sempre quello di accedere al proprio profilo almeno una volta al mese.