L'anno caotico di Big Tech: ma come sarà il 2023?
In fondo, Elon Musk non c’entra. O meglio: il fatto che abbia acquistato Twitter non c’entra. L’industria tecnologica, infatti, stava già vivendo un anno complicato, diciamo pure caotico. Per dire: tante, tantissime aziende che hanno dominato lo scorso decennio, beh, ora dominano molto meno. Di più, in Borsa hanno avuto un andamento pessimo. Meta, la società madre di Facebook, ha perso quasi il 65% nel 2022.
False speranze
La pandemia, evidentemente, ha creato false speranze. Nei primi mesi dell’emergenza sanitaria, infatti, le persone si sono riempite di prodotti adatti per affrontare confinamenti e restrizioni. Abbonamenti a servizi in streaming a profusione, cyclette Peloton e via discorrendo. «Il mondo è cambiato» ci eravamo detti. Se l’erano detti anche i dirigenti dei colossi tech, convinti che alcune dinamiche – come il telelavoro – sarebbero rimaste anche a emergenza conclusa. E invece, quando il mondo si è rialzato i consumatori sono tornati alle vecchie abitudini. Fra cui, anche, fare sport all’aria aperta. Con buona pace delle biciclette da salotto. Il risultato? Big Tech si è vista costretta a licenziare, rivedere al ribasso, ristrutturare.
C’è chi, va da sé, ha sofferto più di altri. A maggior ragione se, come Meta, ha investito (quasi) tutto in un mondo virtuale immersivo in cui, a detta dei più, poche persone vogliono davvero entrare. Il metaverso, già. Divenuto una parola d’ordine, se non la parola d’ordine. A distanza di mesi dall’annuncio di Mark Zuckerberg, tuttavia, non è ancora emerso nulla di concreto.
Caos cripto
Se la tecnologia piange, la criptovaluta nello specifico non ride. Anzi, si deprime a immagine di quanto successo con la piattaforma FTX. In generale, il prezzo di tutte le principali criptovalute è crollato. Miliardi di dollari, invece, sono andati in fumo a causa di hacker o, peggio, truffatori. Facendo inevitabilmente perdere fiducia ai consumatori. Rimanendo agli Stati Uniti, secondo un sondaggio oggi solo l’8% delle persone ha dichiarato di avere un’opinione positiva sulle criptovalute.
La Cina, amica e nemica
L’instabilità, nel 2022, è stata anche politica. Joe Biden, fra gli altri, ha colpito forte, fortissimo la Cina. Imponendo controlli sulle esportazioni di decine di aziende tecnologiche del Dragone e, ancora, annunciando severe restrizioni sui semiconduttori avanzati e sulle tecnologie correlate inviate alla Cina. Misure radicali, per alcuni addirittura estreme. Misure che suggeriscono una possibilità, anzi un’ambizione: gli Stati Uniti vogliono far uscire il proprio settore tecnologico dall’orbita di Pechino.
Nonostante ciò, i consumatori americani continuano e continueranno a fare affidamento su beni a prezzi accessibili offerti dalle piattaforme di e-commerce cinesi. Proprio per questo, sempre più aziende cinesi sono smaniose di entrare nel mercato statunitense nel tentativo di replicare il successo di Shein e Temu, capaci di sfidare Amazon nel giardino di casa: l’America.
Potere ai lavoratori? Non più, forse
Nel nuovo anno, molti dei problemi che l’industria tecnologica ha affrontato nel 2022 rimarranno. Per contro, ne emergeranno di nuovi. Come il timore che i lavoratori del settore perdano potere, complice la recessione che potrebbe colpire gli Stati Uniti. Brian Armstrong, amministratore delegato di Coinbase, si era detto stufo di dover affrontare questioni «politiche». Auspicando che i dipendenti tornassero a concentrarsi esclusivamente sul proprio lavoro. Una tendenza che, appunto, potrebbe proseguire nel 2023. A maggior ragione se la linea Elon Musk – la cui gestione non sembra rispettare minimamente i lavoratori – dovesse diventare una fonte di ispirazione per altri amministratori delegati.
L'intelligenza artificiale
Detto del metaverso e dei suoi problemi, le persone nel 2022 si sono innamorate di programmi di intelligenza artificiale come DALL-E e ChatGPT, meravigliandosi (e spaventandosi) delle loro capacità di produrre all’istante immagini incredibili e risposte originali alle domande poste. Nel 2023, leggiamo, le aziende dovrebbero cominciare a integrare questa tecnologia nei prodotti commerciali. Il mercato è pronto? Risponderà con entusiasmo? Sarà una moda del momento o siamo di fronte a una rivoluzione che cambierà il mondo?
Commercio elettronico transfrontaliero: Anche se gli Stati Uniti e la Cina si allontanano sempre di più dal punto di vista politico, i consumatori americani continuano a fare affidamento su beni a prezzi accessibili prodotti nella Repubblica Popolare. L'anno prossimo, un numero maggiore di aziende con sede in Cina cercherà di raggiungere gli acquirenti online negli Stati Uniti, nel tentativo di replicare il successo del gigante cinese del fast fashion Shein e dell'app per lo shopping a prezzi stracciati Temu.
La libertà di espressione
C’è, infine, la questione della censura. O, rovesciando la questione, della libertà di espressione per dirla con Elon Musk. Per anni, i repubblicani negli Stati Uniti hanno sostenuto con forza che le piattaforme social non dovrebbero avere il potere di censurare i punti di vista dei conservatori. Il prossimo anno, nel 2023, la Corte Suprema deciderà se confermare o meno le leggi approvate in Florida e in Texas. Leggi che rendono illegale la rimozione di contenuti basati su prospettive politiche. Se la Corte, di orientamento conservatore, si pronuncerà a favore dei due Stati, i vari YouTube, TikTok, Facebook e via discorrendo dovranno adeguarsi alle nuove norme. Con tutte le conseguenze del caso.