Perché tutti usano (e parlano di) Dall-E Mini?
Immagini strane. Divertenti. Bizzarre. Capaci di far coesistere personaggi e universi diametralmente opposti, ad esempio. O, più semplicemente, di strappare un sorriso a chi le guarda. Se bazzicate sui social, Twitter in particolare, vi sarete già imbattuti in Dall-E Mini, uno strumento di intelligenza artificiale che, appunto, genera piccole, incredibili opere d’arte partendo da un breve testo postato dall’utente. Tipo «il presidente George Washington chiacchiera con R2-D2». Il potere dell’algoritmo, già.
Arte e intelligenza artificiale, d’altronde, avevano già preso d’assalto Internet nel 2016, quando l’attore Thomas Middleditch realizzò un cortometraggio basandosi su una sceneggiatura scritta da un algoritmo. Google, per contro, tramite l’app Arts & Culture permette a chiunque di trovare il proprio sosia in quadri famosi. AutoDraw, invece, completa per voi qualsiasi scarabocchio intuendo che cosa state cercando di disegnare. Mica male.
Come è nato
Dall-E Mini, tornando a noi, è un’intelligenza artificiale che, partendo da un suggerimento, crea delle immagini. La sua creazione risale al luglio del 2021, quando il programmatore Boris Dayma partecipò a un concorso indetto da Google e da una comunità denominata Hugging Face.
Chiunque, su questo sito, può digitare una richiesta. Attenzione, però: siccome il giochino, oramai, è diventato virale è altamente probabile che visualizziate un messaggio di errore, complice il troppo traffico. Consiglio: riprovate. Il risultato, dopo una manciata di secondi, arriverà sotto forma di una griglia tre-per-tre contenente 9 immagini. Dall-E Mini, come spiega una nota, è stato addestrato a costruire i suoi capolavori pescando «dati non filtrati non provenienti da Internet».
Il rovescio della medaglia
Dall-E Mini, per quanto semplice, non è esattamente intuitivo. Al di là del fatto che l’ordine, ovvero la frase, va dato in inglese. Dayma, in una vecchia intervista, aveva spiegato che la sua «creatura» è molto più brava con la pittura astratta e meno con i volti (giocandoci un po’, in effetti, l’impressione è proprio quella). Ma questa intelligenza artificiale è in fase di addestramento o, meglio, sta imparando passo dopo passo, schizzo dopo schizzo.
Non solo, l’obiettivo – in fondo – è scavare nella propria anima e pensare a un’immagine sciocca e divertente, non ottenere la miglior resa possibile. Dare voce, anzi vita, a qualcosa che non esiste. O esiste solo nella nostra mente.
Il rovescio della medaglia? È proprio Dall-E Mini a metterlo nero su bianco: le immagini generate potrebbero essere usate per «rafforzare o esacerbare i pregiudizi della società».
Dall-E 2 c'entra qualcosa?
Dall-E Mini, diciamo, è imparentato con Dall-E 2. Allo stesso tempo, sebbene le due piattaforme usino lo stesso software, parliamo di approcci (e risultati) molto differenti. Dall-E 2, per cominciare, è un servizio privato: l'accesso è regolato da una lunga lista d'attesa. Dall-E Mini, invece, è completamente gratuito. Di qui, anche, le problematiche legate al troppo traffico. La versione Mini, di nuovo, fatica a raggiungere la medesima qualità di Dall-E 2. Dove, per contro, Dall-E Mini è fortissimo è nella sua comprensione della cultura pop.