Sarà Apple contro Meta, ma chi vincerà?
Qualcuno, invero, dice che sta rosicando. O sfumazzando, volendo usare un’altra espressione gergale. Altri, invece, affermano che Mark Zuckerberg non è minimamente preoccupato: il concentrato di tecnologia e la promessa di futuro di Vision Pro, il visore di Apple da 3.499 dollari, non rappresentano una sfida né tantomeno una vera e propria innovazione sul fronte della realtà virtuale. Il patron di Meta, secondo le rivelazioni di The Verge, ne avrebbe addirittura parlato internamente a Meta, tramite un’e-mail inviata a tutti gli impiegati. Ai quali, banalmente, ha ribadito che Meta non perderà questa particolare sfida. Ma sarà davvero così?
Una divisione in perdita
Di sicuro, Meta ha puntato molto, se non tutto, sulla realtà virtuale nell’ottica del cosiddetto metaverso. Il cambio di nome, deciso alla fine del 2021, con l’addio a Facebook per designare la totalità delle attività del gruppo, era stato varato proprio per segnalare anche all’esterno questo cambiamento di rotta. Zuckerberg, di suo, aveva intuito per primo le potenzialità della realtà virtuale. Non certo una novità, di per sé, al di là appunto delle sue applicazioni nel metaverso. La rivoluzione-non-rivoluzione, nella misura in cui ancora non si vede, sulla quale ha scommesso il patron di Meta. Il grande pubblico, per ora, non si vede. Mentre i miliardi buttati, quelli, cominciano a pesare. E pure parecchio. La divisione Reality Labs di Meta, per dire, è in perdita costante e continua. E la cifra d’affari stenta a decollare. Nell’ultimo trimestre, ad esempio, ha generato un fatturato di soli 339 milioni di dollari, in calo del 51% rispetto all’anno precedente, registrando altresì una perdita netta di quasi 4 miliardi di dollari, in aumento del 34%. Il motivo? Semplice: i principali prodotti di Meta nel campo della realtà virtuale sono applicazioni per il fitness o videogiochi come il rhythm game Beat Saber . Poco, troppo poco per convincere il grande pubblico. Non a caso, il termine metaverso è lentamente, ma inesorabilmente, uscito anche dai discorsi strategici del gruppo. Che, ora, sembrerebbe più incline ad abbracciare la tendenza del momento, oltre alla realtà virtuale: l’intelligenza artificiale.
L'entrata a gamba tesa
E proprio mentre Meta appare vulnerabile, ecco l’ingresso sul mercato della realtà virtuale di Apple. Un’entrata a gamba tesa, ambiziosa, in perfetto stile Cupertino, al grido «come noi nessuno mai». Oddio, andrebbe fatto un distinguo: Apple, al momento, con il suo visore garantisce una realtà aumentata. Ovvero, proietta nel mondo reale dei contenuti. Facendo uscire, di fatto, il sistema operativo dallo schermo classico. Meta, invece, da sempre punta sulla realtà virtuale. Una realtà decisamente più immersiva. Tanto il visore di Meta quanto quello di Apple, tuttavia, sono adattabili. Possono cioè offrire realtà aumentata e virtuale. Per quello Vision Pro, oggi come oggi, è considerato un rivale di Meta Questa 3. Che, dalla sua, ha un costo più accessibile: sette volte meno rispetto a Vision Pro. Chi la spunterà? Bella domanda.
Ma ne abbiamo bisogno?
Zuckerberg, riguardo allo scontro tra titani per aggiudicarsi l’egemonia della realtà virtuale, nel 2022 aveva sentenziato: «È una competizione di filosofia e idee». E ancora, riferendosi più o meno direttamente alla storica pretesa di Apple di fare tutto per conto proprio: «Pensano che facendo tutto da soli e integrando il visore nel loro ecosistema, creeranno un’esperienza utente migliore. Al contrario, noi pensiamo che si possa fare molto attraverso le specializzazioni di ciascuna azienda, il che permetterebbe di far emergere un ecosistema molto più ampio». Democratizzazione o, passateci il termine, paraculismo? Lo vedremo. È vero, da quando Zuckerberg ha puntato tutto su metaverso e realtà virtuale Meta ha stretto legami molto forti con aziende come Microsoft o, nell’ambito dei videogiochi, Epic Games, l’editore di Fortnite, saga che ha avuto non pochi problemi con Apple. Di qui la (quasi) certezza, da parte degli esperti, che un domani l’ecosistema della realtà mista, virtuale e aumentata, sarà dominato da un lato dal talebanismo tecnologico di Apple e, dall’altro, da un colosso come Meta alla Android, aperto ad aziende e applicazioni esterne.
Né Apple né Meta, però, hanno risposto a una domanda centrale: questa realtà mista è e sarà davvero indispensabile, come lo è Internet per intenderci o come lo sono gli smartphone?