Una tecnologia per non invecchiare mai

Dallo spazio all’immortalità. Sembrerebbero queste alcune delle ultime missioni che si è dato l’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos, all’indomani del suo passo indietro dalla guida operativa di Amazon. E quindi, dopo il decollo a bordo della sua Blue Origin, desta ora curiosità un suo investimento fatto in una nuova quanto misteriosa startup biotech, che ultimamente sta facendo molto parlare di sé nella Silicon Valley. Si tratta della Altos Labs, un’azienda tecnologica di riprogrammazione biologica che sta ottenendo importanti finanziamenti proprio dai super ricchi. Secondo il MIT Technology Review, la società starebbe attirando grandi investitori, e oltre al già citato Bezos, ci sarebbe anche il miliardario russo-israeliano Yuri Milner e consorte. Stando a Fox News la coppia, con un patrimonio è stimato in 4,8 miliardi di dollari avrebbe investito nella società, giusto per diversificare rispetto a realtà di grande successo, sempre del comparto tech come: Facebook, Twitter, Spotify e Airbnb.
Va comunque detto che ad oggi la tecnologia per ritardare l’invecchiamento e sognare l’immortalità non è ancora propriamente a portata di mano. E quindi, per avviare gli studi Altos Labs sta già mettendo in cantiere centri di ricerca sparsi in tutto il mondo, ma soprattutto come i club di calcio più esclusivi del pianeta, starebbe attivando una campagna acquisti di scienziati da stipendiare (abbondantemente) affinché si concentrino soltanto su questa iniziativa. In sintesi, le migliori menti del biotech su scala globale sarebbero attratte da lauri stipendi e dalla promessa di avere campo libero sulla loro ricerca anti-invecchiamento.
Si accennava alla “campagna acquisti” di primissimo livello. Secondo quel che trapela sempre dalla rivista del MIT, tra i nomi più in vista nel mondo della scienza, Juan Carlos Izpisúa Belmonte, biologo spagnolo al Salk Institute in California, sembrerebbe uno dei primi pronti a fare le valige e a iniziare il lavoro ad Altos Labs. Belmonte ha ottenuto visibilità a seguito della ricerca su embrioni umani mescolati a quelli di una scimmia. Stando alle sue dichiarazioni, si direbbe convinto che la vita umana potrebbe essere prolungata di almeno 50 anni. Nel frattempo, buona parte dei soggetti interessati preferiscono non commentare e rilasciare dichiarazioni. Anche Shinya Yamanaka, uno scienziato e vincitore del premio Nobel per la sua ricerca sull’inversione dell’invecchiamento nelle cellule, è fra gli ultimi studiosi di fama ad essere entrati nello staff dell’azienda tecnologica.
«L’obiettivo è comprendere come avviene il ringiovanimento», ha affermato Manuel Serrano, ricercatore precedentemente presso l’Istituto di ricerca in Biomedicina in Spagna. Come altri suoi colleghi, anche lui è stato attratto dai dollari di Altos dopo che gli ha offerto da cinque a dieci volte più di quello che guadagnava in terra iberica. «Direi che l’idea di avere entrate in futuro c’è, ma non è l’obiettivo immediato. La ricerca scientifica più avanzata e ipertecnologica richiede finanziamenti cospicui, e qui li abbiamo».
È chiaro che tutti noi aspiriamo a vivere in salute il più a lungo possibile, ma soprattutto chi ha portafogli illimitati ha più possibilità di avere accesso a eventuali, quanto al momento fantascientifiche, tecnologie legate al tema. Non è comunque la prima volta che dalla Silicon Valley spuntano progetti sull’immortalità: nel 2013, per esempio, Calico è stato lanciato come progetto voluto da Larry Page (co-fondatore di Google) per combattere l’invecchiamento. Mark Zuckerberg ha già investito qualcosa come tre miliardi di dollari in dieci anni in una startup biomedica, Larry Ellison, co-fondatore di Oracle, ha speso 430 milioni per ricerche anti-invecchiamento.
Per ora di Altos Labs si sa poco altro: anche perché non ne abbiamo neppure trovato il sito web.