TREKKING & PANORAMI / Escursioni

Tracce d'uomo

L’itinerario qui proposto ripercorre a grandi tratti la storia del Merlot in Ticino. Indicato come «Tracce d’uomo», il percorso si snoda attorno a Castelrotto, in una regione del Malcantone a spiccata vocazione viticola. Fu proprio qui che, all’inizio del Novecento, Giovanni Rossi fece i primi esperimenti con il vitigno Merlot, dopo che, alla fine del secolo precedente, un’epidemia di filossera aveva annientato i vigneti del cantone. La passeggiata tocca anche il comune di Beride, dove vinifica uno dei pionieri della rinascita del vino ticinese negli anni Ottanta: Christian Zündel.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

  

 

Castelrotto deve il suo nome a una roccaforte distrutta nel 1126 dalle truppe milanesi nel corso di una delle tante lotte con Como per il dominio su queste terre; secondo la tradizione il castello sorgeva proprio nel luogo dove oggi si trova la chiesa.

La storia della regione è simile a quella delle altre zone rurali: le attività dell’uomo erano legate all’agricoltura e all’allevamento e l’emigrazione diventava, nei periodi difficili, la sola via d’uscita. Tra le attività sviluppate in patria risultò fortunata quella dell’allevamento dei bachi da seta: verso la metà del XIX secolo c'erano una sessantina di allevatori, in paese, con una produzione di 1000 chilogrammi di bozzoli. Ma la regione del Malcantone è sempre stata caratterizzata dalla coltura della vigna. 

  

L'itinerario

L’itinerario circolare (circa 4 chilometri, due ore di cammino) parte dal centro scolastico Lüsc, dove si può parcheggiare. Si prosegue a piedi sulla strada carrozzabile per un centinaio di metri in direzione di Castelrotto e poi seguendo le indicazioni «Tracce d’uomo» si sale sulla sinistra fino alla chiesa (XII secolo). Giunti davanti a una fontana, nel centro del paese, dopo una curva a gomito sulla destra, si sale una scalinata situata sulla sinistra della strada che conduce all’entrata di Villa Orizzonte, l’abitazione di Giovanni Rossi, a cui si deve l’introduzione del Merlot sul territorio ticinese. Fu proprio nei vigneti sul retro dell’elegante villa ottocentesca che nacque l’avventura del Merlot nel cantone. Oggi sono curati e coltivati da Christian Zündel.

Proseguendo lungo la stradina, si arriva alla Tenuta Vallombrosa. Anche qui i primi vigneti furono piantati da Giovanni Rossi per i suoi esperimenti. Oggi sono gestiti dalla pluripremiata cantina di Claudio Tamborini.

Si ritorna quindi alla fontana e si imbocca la strada seguendo le indicazioni per Ronco. In prossimità di un ponte si svolta a destra seguendo sempre la segnaletica «Tracce d’uomo». Si entra nel bosco incontrando dapprima un cantinotto e in seguito un antico caseificio in disuso, in prossimità del quale si sale lungo una strada sterrata per arrivare in una zona con una splendida vista e con ampi vigneti, tra cui quelli di Zündel. 

Giunti a un incrocio, per proseguire l'itinerario si scende verso Ronco, mentre per visitare la cantina di Zündel (solo su appuntamento) si deve salire in paese a Beride. La si trova alle spalle della chiesetta.

Dopo la deviazione per la visita di questa cantina, si ritorna all'incrocio e seguendo «Tracce d’uomo» si prosegue quindi verso Ronco. Sul percorso sono indicate altre due deviazioni.

La prima verso la cosiddetta «giazzera», una ghiacciaia, ovvero una fossa profonda circa 4 metri che veniva riempita di neve pressata e che serviva per la conservazione degli alimenti.

La seconda, in località Ronco, conduce al roccolo costruito alla fine del Settecento che serviva per cacciare gli uccelli di passaggio. Gli stormi erano attirati mediante richiami (altri uccelli chiusi in gabbiette e zufoli suonati dall’uccellatore); appena posati sulle siepi, uno spauracchio scaraventato da un’apertura del roccolo seminava il panico e gli uccelli finivano intrappolati nelle reti poste tra le siepi. Questo tipo di caccia fu proibito verso la fine del XIX secolo. Al roccolo si può ora sostare e godere del bellissimo panorama, prima di tornare, attraverso le selve castanili, verso il centro scolastico al punto di partenza.

 

La storia del vino in Ticino

L’introduzione del vitigno Merlot in Ticino risale a poco più di un secolo fa. La sua coltivazione, che a poco a poco ha soppiantato quella dei vitigni autoctoni, fu fortemente promossa dallo Stato dopo che i vigneti ticinesi furono distrutti, come quelli di mezza Europa, dalla filossera, una malattia proveniente dall’America.

In Ticino i vini prodotti con uve Merlot hanno impiegato molto tempo ad affermarsi. Alcune cantine sociali e qualche azienda iniziarono a promuovere questa produzione verso la metà del Novecento. A far conoscere il vino Merlot ticinese al nord delle Alpi fu soprattutto la ditta Matasci di Tenero con il suo «Selezione d’Ottobre», ancora oggi molto diffuso.

La grande rivoluzione dell’enologia ticinese risale invece agli anni Ottanta del secolo scorso ed è legata ad un nucleo di intellettuali svizzero tedeschi con formazione accademica che scelsero il Ticino come patria d’adozione, attratti dal clima e dalla cultura latina. Fu questo gruppo, capeggiato da Christian Zündel, Daniel Huber, Werner Stucky e Adrian Kaufmann, a portare un rinnovamento nel mondo enologico cantonale e a proporre vini che si ispiravano alla tradizione dei Bordeaux.

Contemporaneamente però anche alcuni «padri» della moderna enologia ticinese – Fabio Arnaboldi, Luigi Zanini, Cesare Valsangiacomo, Claudio Tamborini e Sergio Monti – avevano imboccato questo stesso orientamento e avevano iniziato a seguire corsi all’università di Bordeaux. Oggi un numero sempre maggiore di giovani, dopo aver studiato enologia, decide di tornare in Ticino per mettere in piedi un’azienda in cui vinificare le proprie uve.

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