Asia / Vietnam del Nord

Alle origini della storia vietnamita

Nelle valli al confine con la Cina, dove antiche etnie vivono tra il passato e il presente. Nel centro storico di Hanoi, testimone di un millennio di traffici e di commerci. Navigando nel Golfo del Tonchino tra migliaia di faraglioni che sembrano galleggiare.
Giò Rezzonico
13.11.2022 12:00

Itinerario

  • 1° giorno Partenza per Hanoi 
  • 2° giorno Arrivo ad Hanoi e trasferimento a Bac Ha 
  • 3° giorno Bac Ha – Coc Ly – Sapa 
  • 4° giorno Sapa 
  • 5° giorno Lao Cai - Partenza per Hanoi con treno notturno 
  • 6° giorno Arrivo ad Hanoi e pomeriggio alla scoperta dello street food di Hanoi 
  • 7° giorno Visita di Hanoi 
  • 8° giorno Partenza per la Baia di Ha Long. Ci spostiamo con l'imbarcazione nella meno turistica baia di Lan Ha 
  • 9° giorno Ancora una mattinata di crociera prima di partire per Hanoi. Nel pomeriggio, volo per Da Nang 
  • 10° giorno Visita di Hoi An e al villaggio di Tra Que 
  • 11° giorno Partenza per Hue; lungo il percorso sosta al Museo dell'arte Cham di Danang 
  • 12° giorno Giornata dedicata alla visita di Hue e volo per Ho Chi Minh (Saigon) 
  • 13° giorno Partenza per i tunnel di Cu Chi e di Ho Chi Minh 
  • 14° giorno Escursione in barca attraverso il delta del Mekong e trasferimento in aeroporto 
  • 15° giorno Arrivo in Italia 

  

   

  

  

Durata del viaggio: 15 giorni

Operatore turistico: Kel12

 

  

 

 

Il nostro viaggio, ottimamente organizzato da Kel12 (si veda anche Vietnam Centrale. L'avvento del colonialismo francese e A Saigon cinquant'anni dopo), inizia nella regione montagnosa a nord di Hanoi, perché è in questa regione che ha origine la storia del Vietnam. L’antica leggenda del Re Drago spiega le ragioni della scissione fra gli abitanti delle pianure e quelli degli altipiani e delle montagne. Il re, nato al sud, si innamorò perdutamente di Au Co, un’affascinante principessa del nord. Si trasferirono a vivere sulle montagne, dove Au Co partorì cento figli maschi forti e belli. Re Drago provò però ben presto nostalgia per la sua terra d'origine al piano, dove si trasferì con la metà dei suoi figli, lasciando l’altra metà con la madre sulle montagne. Sono questi ultimi gli antenati delle minoranze etniche vietnamite, mentre i primi diventarono la civiltà dominante. 

Il Vietnam conta una popolazione di circa 100 milioni di abitanti (si è raddoppiata nel corso dell’ultimo ventennio). Il 90 per cento è di etnia Viet, mentre il 10 per cento circa appartiene a 53 diverse etnie, che vivono nelle regioni montagnose centrali e settentrionali, spesso sotto la soglia della povertà. La maggior parte di queste popolazioni è migrata dal sud della Cina nel corso dei secoli e rimane fedele alle proprie tradizioni: si distingue per la lingua, le credenze religiose, l’architettura delle case e per i riti. 

Una visita al museo etnografico di Hanoi permette di scoprire la ricchezza e la varietà delle diverse etnie. Nell’edificio centrale sono esposti oggetti (giochi, strumenti musicali, abiti) e si vedono filmati sui riti che orientano sui modi di vivere, mentre nella parte esterna sono stati ricostruiti edifici abitativi caratteristici delle diverse regioni del paese.

Il territorio montagnoso a nord di Hanoi e del Delta del Fiume Rosso si allarga a forma di ventaglio e raggiunge un’ampiezza di 600 chilometri. Confina in gran parte con la Cina e in piccola parte con il Laos. La città di Lao Cai, affacciata sul Fiume Rosso, si incunea nel territorio cinese, da cui è divisa da un ponte. A una settantina di chilometri a est sorge la cittadina di Bac Ha, mentre a 40 chilometri a ovest si trova Sapa e a 300 chilometri Dien Bien Phu, dove nel maggio del 1954 si svolse la battaglia decisiva che decretò la definitiva sconfitta dei Francesi e la fine della loro epoca coloniale.

Il territorio impervio, con folta vegetazione e terreno accidentato, caratterizzato da vallate che dipartono dalle cosiddette «Alpi tonchinesi» (la cima più elevata supera i 3 mila metri), è particolarmente favorevole per la guerriglia: anche Ho Chi Minh nel 1941 si rifugiò tra queste montagne.

 

Ridenti vallate

Turisticamente queste terre sono particolarmente interessanti, sia per la loro storia, sia per i panorami idilliaci con armoniosi pendii terrazzati su cui si coltiva il riso. Percorrendo queste valli si incontrano numerosi villaggi abitati da etnie diverse, dove i contadini vivono di quanto offre loro la terra e, negli ultimi anni, il turismo. Le tecniche di coltivazione sono ancora arcaiche. Questi terreni angusti, con forte pendenza non sono adatti ai moderni trattori. Risulta pertanto ancora fondamentale l’impiego dei bufali d’acqua, molto apprezzati dai contadini. Le donne anziane vestono ancora i variopinti abiti tradizionali. La modernizzazione e il benessere stanno però lentamente diffondendosi anche in questi territori. Visitandoli ho avuto l’impressione che si trovino in una situazione di sviluppo simile a quella delle nostre valli nell’immmediato secondo dopoguerra. I giovani girano in motorino, vestiti all’occidentale. Anche i mercati, una volta unico luogo di incontro tra etnie per lo scambio dei loro prodotti, risentono ormai della globalizzazione. Ne ho visitato uno in un villaggio sperduto, quello di Loc Ly a una ventina di chilometri da Bac Ha, in una zona ritenuta poco turistica, ma a parte le aste per i bufali e un barbiere improvvisato, le bancarelle vendono abiti occidentali o prodotti per i visitatori. Il turismo, come sta avvenendo in tutto il mondo, sta cambiando queste regioni discoste. Nei dintorni di Sapa, una cittadina montana fondata dai Francesi negli anni Venti del Novecento e risorta recentemente grazie al turismo, si viene assaliti da venditori di tutte le età, che offrono tutti le stesse merci. La valle di Sapa presenta un territorio particolarmente armonioso e ridente, ma è ormai cosparsa da bancarelle, ristorantini e bed&breakfast. Per apprezzare un Vietnam più autentico è necessario allontanarsi dalle zone frequentate dai turisti di giornata. Bisogna pure avere fortuna con le condizioni meteo, perché questa regione è molto nebbiosa: Sapa è soprannominata la città delle nuvole.

 

Hanoi, amore a prima vista

Il centro città si sviluppa attorno a un dolce laghetto (Hoan Kiem), sul quale sorge un pittoresco tempio ottocentesco, dedicato al dio della letteratura e collegato alla riva da un romantico ponte rosso. A nord si trova il vivace quartiere antico, con le sue strette stradine, testimone di un millennio di traffici, commerci, attività. A sud ampi viali ricordano invece il periodo (1902-1953) in cui Hanoi fu capitale dell’Unione francese dell’Indocina. Nonostante la grande espansione della metropoli, che conta ormai oltre 8 milioni di abitanti, il centro mantiene un grande fascino, soprattutto durante i fine settimana quando viene chiuso al traffico. I grattacieli e i centri commerciali vengono costruiti nei quartieri moderni, dove la città continua a svilupparsi.

Hanoi fu fondata attorno all’anno Mille da Ly Thai To, dopo un millennio di dominazione cinese. La leggenda racconta che l’imperatore, mentre navigava sul fiume Rosso con la sua chiatta, vide un drago dorato salire al cielo: pensò fosse un segnale premonitore degli dei e in quel luogo fondò la «città del drago asceso», che rimase capitale delle dinastie vietnamite fino all’inizio dell’Ottocento, quando l’imperatore Gia Long trasferì la capitale a Hue. Dal 1954 fu poi capitale del Vietnam del Nord e dal 1975 di tutto il paese.

 

Il quartiere vecchio

Cuore pulsante della città, il quartiere vecchio è costituito da un labirinto di stradine, brulicanti di venditori ambulanti, molti dei quali vendono cibo di strada: la gastronomia vietnamita è molto apprezzata e variegata. Così come l’architettura delle case costruite nel corso dei secoli. Le loro facciate sono solitamente molto strette (si sviluppano in profondità), perché anticamente le tasse venivano prelevate a seconda della loro ampiezza. Quelle più antiche non superano mai i due piani poiché non dovevano elevarsi oltre gli edifici del palazzo reale. Il quartiere è denominato in vietnamita 36 Pho Phuong, che in italiano significa «vie delle 36 corporazioni». Nel corso dei secoli, ma in gran parte ancora oggi, gli artigiani che praticano lo stesso mestiere si stabiliscono nella stessa via, contrassegnata dal nome delle merci vendute: candelieri, urne funerarie, articoli religiosi, oggetti laccati, in seta o in metallo, gioielli, mobili, sculture in pietra, eccetera. Commovente è la via in cui vengono venduti gli altarini dedicati agli antenati, che ogni famiglia vietnamita custodisce in casa, indipendentemente dal credo politico o religioso. Vige infatti la credenza che i morti continuino a vivere in un altro regno e intercedano a favore dei loro discendenti se celebrati e quindi presenti nei loro pensieri.

Perdersi in questo labirinto di storia, di colori, di profumi e di merci, districandosi tra i motorini che circolano sulle strade e quelli che intasano i marciapiedi, è un'esperienza affascinante. Ma per non perdervi nessun angolo di questo mondo straordinario, vi consiglio, dopo avere vagato senza meta, di seguire l’itinerario proposto dalla guida Lonely Planet (a pagina 80).

 

Il quartiere francese

Una breve passeggiata lungo la riva del lago vi porta in un altro mondo, quello dell’epoca coloniale francese. Dal caos della città vecchia si passa bruscamente al fascino della belle époque nel quartiere francese, soprannominato la piccola Parigi. E in effetti si ha l’impressione di trovarsi in una città francese, caratterizzata da maestosi boulevards ordinati secondo un perfetto reticolato di strade. Sugli ampi viali si affacciano palazzi ispirati dalle architetture neoclassiche, art déco e moderniste, in voga ai tempi del colonialismo. La maggior parte sono ben restaurati come l’Opera, la posta, alcuni alberghi storici tra i quali spicca il mitico Metropole, l’antica Banca d’Indocina. Le ville coloniali si sono trasformate in eleganti ambasciate di tutti i paesi del mondo: il Vietnam sta infatti diventando un importante partner commerciale.

 

Il mausoleo di Ho Chi Minh

In un quartiere ad ovest del centro si trova il cuore della vita politica vietnamita, con al centro l’imponente mausoleo di Ho Chi Minh e attorno gli edifici coloniali che ospitano il Comitato Centrale (in Vietnam esiste un unico partito e non è ammessa l'opposizione), il ministero degli esteri, il palazzo presidenziale e il moderno edificio dell’assemblea nazionale.

Con il volto pallido protetto da un vetro «zio Ho», come affettuosamente i Vietnamiti chiamano il loro condottiero, saluta gli anziani e i giovani che lo vengono a venerare. Il massiccio monumento in marmo con la scritta «Nulla vale più dell’indipendenza e della libertà», che ospita la sua salma imbalsamata dai sovietici contrasta con l’umiltà dell’uomo. Sembra infatti che lui volesse essere cremato e le sue ceneri sparse al nord, al centro e al sud per sottolineare l’unità del paese. I politici, al contrario, hanno voluto andare oltre il simbolo per creare il culto della personalità.

 

Un’università dell’anno Mille

Il Tempio della Letteratura, inaugurato nel 1070, formò fino al 1779 i mandarini destinati a ricoprire le più alte cariche dello Stato. Fino al XV secolo vi potevano accedere solo i figli dei nobili, ma fu poi aperto a tutti i maschi che superavano una dura selezione dapprima a livello regionale, poi nazionale, per giungere all’ultimo livello, con gli esami tenuti dall’imperatore in persona. 

Il tempio, dedicato a Confucio, presenta la tradizionale disposizione cinese con una successione di cinque corti con giardini, pozzi e fontane a cui si accedeva da monumentali portali. Nella terza corte si possono ancora leggere, incisi su colonne che posano sul dorso di tartarughe, i nomi e brevi biografie degli studenti che superarono gli esami tra il 1442 e il 1779. Nella quarta corte si trova il tempio dedicato a Confucio e a quattro suoi discepoli. L’ultima corte (ricostruita) ospitava invece gli allievi, che seguivano l’insegnamento confuciano volto ad indicare i principi morali ed etici che i governanti erano chiamati a rispettare, dando il buon esempio con il loro comportamento virtuoso.

 

Un luogo incantato

Da Hanoi ci dirigiamo verso est, alla Baia di Ha Long, nel Golfo del Tonchino, dove la leggenda narra che in tempi molto lontani il paese stava per essere invaso da un feroce nemico. Il dio del cielo ordinò allora alla grande madre dei draghi di scendere nella baia assieme a tutti i suoi figli per salvare il paese. A migliaia i draghi si catapultarono sul nemico scagliando perle incantate, che si trasformarono in isolotti, scogliere e faraglioni e si unirono per formare muraglioni rocciosi. Da allora i draghi risiedono nella baia per proteggerla in eterno. Ecco come si formò, secondo la leggenda, il paesaggio incantato, unico al mondo, di queste baie, composto da faraglioni calcarei e scogliere dalle forme bizzarre, isolotti ammantati di foreste e disseminati di grotte scavate dal mare e dal vento, sito decretato patrimonio mondiale dall’Unesco. Ufficialmente, ma sarebbe più corretto dire politicamente, gli affioramenti sono 1969, numero che coincide con l’anno di morte di Ho Chi Minh. In realtà sono ben più di 2 mila. Anticamente, fino al XVIII secolo, rappresentavano un nascondiglio eccezionale per i pirati, ma poi gli Inglesi ripulirono la zona per proteggere i loro commerci con l’Oriente. La regione è ricca di carbone, che i Francesi sfruttarono durante il periodo coloniale. Oggi questo territorio è preda del turismo. Nonostante la foltissima presenza di imbarcazioni, trascorrere una notte navigando in questo paesaggio incantato è un’esperienza indimenticabile e imperdibile. Se ne avete la possibilità fate una gita in kayak per vivere in solitudine questo paradiso in terra, ascoltando unicamente i canti degli uccelli annidati sui faraglioni, che paiono galleggiare sulla superficie dell’acqua.

 

Le marionette sull’acqua

Non si può lasciare il Delta del Fiume Rosso senza avere assistito a uno spettacolo di marionette sull’acqua, una forma artistica millenaria, tramandata per generazioni. I burattini, scolpiti generalmente in legno di fico, quindi verniciati e laccati, galleggiano sull’acqua. Anticamente il palcoscenico era costituito dalle acque delle risaie. Oggi è allestito in bacini con acqua torbida, così da non svelare i trucchi del mestiere. I burattinai sono nascosti dietro uno schermo e sono immersi nell’acqua fino al bacino e muovono i loro personaggi attraverso aste di bambù, lunghe fino a 3 o 4 metri, e fili sommersi. Il personaggio più frequente è quello di uno sventurato contadino a cui la furba volpe ruba le anatre. Il personaggio più amato è Teu, simile al nostro Pulcinella, zotico e dalla lingua tagliente, che simboleggia lo spirito indomabile del Vietnam.

 

Lasciato il nord, il nostro viaggio prosegue in aereo verso il Vietnam centrale, con destinazione Danang.

  

   

 

Per saperne di più

  • Vietnam, Le guide Vert Michelin, Boulogne 2020
  • Vietnam, Lonely Planet, Torino 2019
  • Vietnam, Feltrinelli Rough Guides, Milano 2018
  • Vietnam, Guide per viaggiare Polaris, Faenza 2018
  • Vietnam, National Geographic Traveler, Milano 2019
  • Vietnam, Le guide Mondadori, Milano 2019
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