Firenze. Passeggiata panoramica nel verde
Itinerario
(maggio 2024)
- Piazzale Michelangelo
- Viale Giuseppe Poggi
- Giardino delle Rose
- Porta San Niccolò
- Via de' Bardi
- Giardino Bardini
- Via del Forte di S. Giorgio
- Giardino di Boboli
Durata del viaggio: 1 giorno
Operatore turistico: Organizzato in proprio
Vi proponiamo di trascorrere una piacevole giornata nel verde, con splendidi panorami sul centro storico e sulle dolci colline toscane, passeggiando nella zona sud di Firenze, quella che i fiorentini definiscono Oltrarno. Una delle prerogative della città di Dante è infatti quella di sconfinare nella splendida campagna caratterizzata da armoniose colline adorne di ulivi e di cipressi, subito dopo aver valicato le mura a sud, nel quartiere di San Niccolò. Al tempo stesso l’Oltrarno propone i migliori panorami sui monumenti più celebri di Firenze.
La passeggiata che vi proponiamo richiede una giornata ed è particolarmente consigliata in primavera, ma anche in autunno.
Piazzale Michelangelo e Giardino delle rose
Il nostro itinerario inizia da Piazzale Michelangelo, che vi consigliamo di raggiungere in taxi, nonostante disti solo mezz’ora a piedi da Piazza della Signoria. Realizzato nel 1875, dominato da una discutibile copia in bronzo del David di Donatello, è uno dei luoghi maggiormente turistici per la sua splendida vista su Firenze. Sulla destra, guardando verso la città, si scorge l’entrata al Giardino dell’Iris, dove si trovano oltre 2'500 varietà di questo fiore-simbolo cittadino, che sboccia nel mese di maggio. Il nostro itinerario inizia invece sulla sinistra, dove si può notare un’altra terrazza sottostante il Piazzale. Si scende la scalinata e al numero 2 del viale Giuseppe Poggi, si giunge all'entrata del Giardino delle Rose, splendido in maggio, che degrada verso il quartiere di San Niccolò. Uscendo dal giardino ci si indirizza verso le mura, oltrepassando la Porta San Niccolò e imboccando l’omonima via, che poco oltre diventa via de’ Bardi, dove al numero 1 rosso si trova l’ingresso al Giardino Bardini. È consigliabile acquistare il biglietto combinato con Giardino dei Boboli.
Giardino Bardini
«Camminando nel giardino – si legge sul pieghevole di presentazione – percorrerete sette secoli di storia fiorentina, immergendovi nella bellezza delle collezioni di piante e fiori, attraverso pergolati di rose e glicini, boschetti di camelie e prati fioriti. Scoprirete le viste più incantevoli del paesaggio delle colline che circondano la città e i monumenti di Firenze vi sembreranno così vicini da poterli toccare».
Il giardino occupa gran parte di una collina delimitata dalle mura medievali. Poco adatto alla costruzione, a causa della sua pendenza, il terreno venne coltivato per secoli a scopo agricolo. In epoca medievale, il palazzo di proprietà della famiglia Mozzi, disponeva di un cosiddetto hortus conclusus, cioè un giardino di piccole dimensioni circondato da muri. L’attuale proprietà rimase divisa in due per secoli e, ancora oggi, presenta caratteristiche diverse. Venne unificata solo nel 1839 e particolarmente valorizzata a partire dal 1913 dall’antiquario fiorentino Stefano Bardini. Nel corso dei secoli le due proprietà passarono più volte di mano con alti e bassi.
Il giardino attuale venne inaugurato nel 2013, dopo importanti restauri. A causa della sua storia, si presenta ancora diviso: la parte a destra, salendo, ha le caratteristiche di un bosco all’inglese, percorso da canali d’acqua; mentre quella ovest ha le caratteristiche di un giardino all’italiana. Nella zona est si trova una villa a tre piani, costruita dalla famiglia Manadori nel Seicento su un preesistente impianto medievale. Oggi è adibita a sede espositiva e dalla sua terrazza i monumenti fiorentini sembrano davvero «così vicini da poterli toccare».
Il giardino che si trova salendo sulla sinistra è a sua volta diviso in due: da una parte ospita un frutteto con le varietà della tradizione agricola toscana, dall’altra si presenta come un museo all’aperto con statue, nicchie, grotte, fontane, dominato da una grande scalinata seicentesca, che porta a un belvedere affacciato sul centro storico. L’antico Kaffehaus è il luogo ideale per una breve sosta. In primavera il giardino si abbellisce con diverse fioriture: in marzo delle camelie, in aprile delle azalee, dei rododendri e di una magnifica galleria di glicine che porta al Belvedere, in maggio delle rose e in giugno delle ortensie.
Dal Belvedere si va verso la villa che si trova nella parte est, oggi sede espositiva. Uscendo dal bookshop su Costa San Giorgio si prende la stradina a sinistra, in salita e dopo un paio di minuti si svolta a destra in via del Forte di San Giorgio. Giunti nel parcheggio sottostante il Forte Belvedere, aperto solo in occasione di grandi eventi, svoltando a destra si arriva davanti a uno degli ingressi del Giardino di Boboli.
Giardino di Boboli
Nel 1549 Cosimo I de’ Medici incaricò Niccolò Piccoli, detto Tribolo, di trasformare la collina che sorgeva dietro Palazzo Pitti e che era adibita a scopo agricolo in un immenso giardino, che, assieme al cortile dell’Ammannati e alla terrazza che lo dominava, avrebbe dovuto ospitare le sontuose feste organizzate a corte dai granduchi fiorentini. Ne nacque, come scrive Mario Augusto Lolli Ghetti nella guida ufficiale, «uno degli esempi più splendidi, forse il più grandioso di quegli impianti che hanno contribuito a consolidare nell’immaginario collettivo la tipologia del giardino all’italiana per eccellenza». Giardino che conserva ancora oggi l’impostazione architettonica e scenografica del progetto originale del Tribolo, nonostante altri architetti vi misero mano, tra cui l’Ammannati e il Buontalenti. Il parco, un vero museo all’aperto, si caratterizza infatti, osserva ancora Lolli Ghetti, «per l’abbondanza delle acque e delle fontane monumentali, per la ricchezza delle grotte e per la moltitudine delle statue e degli elementi di arredo marmoreo disseminati sui suoi percorsi, a focalizzare le visuali prospettiche o a sottolineare il ritmo cadenzato delle alberature».
Il percorso che vi proponiamo prevede altre 3 ore di cammino e inizia dalla settecentesca Kaffehaus, tinteggiata di verde e bianco, destinata alle soste della corte durante le passeggiate nel parco. Si prosegue verso la Vasca del Forcone, bacino di raccolta delle acque per l’irrigazione di tutta la proprietà, con al centro una statua in bronzo di Nettuno. Salendo verso il Giardino del Cavaliere si incontra la statua dell’Abbondanza del Giambologna, raffigurazione di Giovanna d’Austria, moglie di Francesco I. Due gradinate a tenaglia conducono su un’ampia terrazza, con incantevole vista sulle colline fiorentine, sulla quale si affaccia il Casino del Cavaliere, oggi sede del Museo delle Porcellane. Si raggiunge quindi il Viottolone, un ampio viale costeggiato da cipressi e lungo il quale sono allineate numerose sculture classiche. Parallelamente scorre una lunghissima galleria di lecci, potati per ottenere questo effetto. Il Viottolone porta al piazzale dell’isola, un bacino d’acqua circolare ornato di statue, al centro del quale si trova un’isola con la fontana dell’Oceano, dominata da un Nettuno scolpito dal Giambologna. Proseguendo lungo il Viottolone si incontra poi il Prato delle Colonne: lungo la siepe che lo delimita sono disposti dodici busti colossali, alcuni dei quali di origine romana. Tornando in direzione di Palazzo Pitti si incontrano dapprima la Limonaia, quindi l’ottocentesca Grotta Annalena, con l’elegante gruppo scultoreo di Adamo ed Eva e la Palazzina della Meridiana, che è di fatto un’ala «moderna» di Palazzo Pitti, voluta a fine Settecento da Pietro Leopoldo di Lorena per dotare la reggia di appartamenti più funzionali. Oggi ospita il Museo del Costume. Proseguendo si raggiunge Palazzo Pitti. Sulla sinistra si ammira la terrazza che domina il cortile dell’Ammannati e sulla destra l’imponente anfiteatro circondato da sei ordini di gradinate, su cui si affacciano edicole con statue classiche. Prima di raggiungere l’uscita si visitano ancora la cinquecentesca Grotticina di Madama, la più antica del giardino, e quella imponente del Buontalenti, in corrispondenza dello sbocco del cosiddetto Corridoio Vasariano, realizzato nel Cinquecento per permettere ai Medici di spostarsi da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti senza passare per le vie della città. La grotta del Buontalenti si compone di più ambienti, ornati da vasche, statue, affreschi, stalattiti e da rocce realizzate con materiale spugnoso. Anticamente una moltitudine di giochi d’acqua animava le pareti. Al termine della passeggiata non si può mancare la fontana che rappresenta Bacco a cavalcioni su una tartaruga.
Uscendo su Piazza Pitti, si svolta a destra: in 5 minuti si raggiunge il Ponte Vecchio e in 10 Piazza della Signoria.
Per saperne di più
- Mariachiara Pozzana, Giardino Bardini, Firenze 2018
- Giardino di Boboli, La guida ufficiale, Livorno 2023
- Firenze, Guide d’Italia, Touring Club Italiano, Milano 1993